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Un accordo sul grano per coltivare la pace

Parla Frida Krifca, ministra albanese nuova presidente del Ciheam: “Bene il rinnovo dell’intesa sull’export dall’Ucraina, la cooperazione è possibile”

Un accordo sul grano per coltivare la pace. È la prospettiva, difficile e però necessaria, dalla quale muove Frida Krifca, ministra dell’Agricoltura dell’Albania da alcune settimane anche presidente del Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei (Ciheam), un’organizzazione intergovernativa con base a Parigi e oltre 60 anni di storia. Il colloquio si tiene a Roma, a margine di una mostra promossa da Coldiretti insieme con le associazioni della rete World Farmers Markets Coalition. In esposizione, pochi stand accanto al riso rosso biologico della Liberia, ci sono pacchetti per preparare il borsch, la zuppa nazionale dell’Ucraina. E sul conflitto in corso in Europa orientale si sofferma Krifca, non concentrandosi sugli aspetti geopolitici o militari ma sulle sue conseguenze sociali, in particolare per il diritto al cibo, nell’area del Mediterraneo e oltre. Ecco allora l’intesa, di recente prorogata di due mesi, relativa alle esportazioni di cereali dai porti dell’Ucraina. La trattativa è stata complessa anche per le critiche di Mosca rispetto alle sanzioni che ostacolano la vendita dei fertilizzanti russi, sempre attraverso il mar Nero e il Mediterraneo. Al momento però, nonostante i bombardamenti, l’accordo tiene. L’Ucraina è uno dei principali produttori di girasoli, mais, frumento e orzo e, a seguito dell’offensiva russa del 24 febbraio 2022, si calcola che nei suoi porti siano rimasti bloccati circa 20 milioni di tonnellate di cereali. Una situazione in parte superata grazie all’intesa sull’export, denominata Iniziativa del mar Nero per il grano e siglata nel luglio dello scorso anno grazie a una mediazione delle Nazioni Unite e della Turchia.

Frida Krifca

Frida Krifca, ministra dell’Agricoltura dell’Albania e presidente del Ciheam

Secondo stime dell’Onu, in un breve arco di tempo sia in Medio Oriente che in Africa i prezzi degli alimenti di base sono cresciuti in media del 30% e anche per questo in 38 Paesi circa 44 milioni di persone sono state esposte a “un’emergenza fame”. Anche grazie all’intesa ora le quotazioni sono tornate a livelli inferiori rispetto a quelli precedenti il febbraio 2022. Ma attenzione: bisogna fare i conti con le speculazioni finanziarie, particolarmente intense lo scorso anno. Stando a uno studio realizzato da Greenpeace e dal collettivo giornalistico Lighthouse Reports, in poche settimane acquistando e rivendendo grano e semi di soia dieci tra i maggiori hedge fund al mondo hanno realizzato profitti per quasi due miliardi di dollari.

La prospettiva di Krifca è quella di un’organizzazione internazionale, il Ciheam, impegnata a promuovere lo sviluppo di agricoltura, alimentazione, pesca e territori rurali. “Il rinnovo dell’accordo per l’export del grano dell’Ucraina è una buona notizia, che conferma l’efficacia delle politiche di cooperazione” è il commento della presidente. Il suo primo riferimento sono i 13 Paesi membri del Ciheam, impegnati in decine di progetti di cooperazione transnazionale: Albania, Algeria, Egitto, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Tunisia e Turchia. Krifca continua a ricoprire il ruolo di ministro, assunto nel 2021, dopo aver diretto a Tirana l’Agenzia per lo sviluppo agricolo e rurale. “Il nostro Paese”, lo sguardo torna per un attimo nazionale, “importa il 50% del proprio fabbisogno di cereali e il 20% del granturco”. Consegne all’Albania arrivano anche dall’Ucraina, un esportatore di riferimento per il grano. “A causa del blocco improvviso delle forniture”, sottolinea Krifca, “lo scorso anno abbiamo vissuto una situazione di insicurezza sul piano alimentare”.

Un carico di grano. © Organizzazione Marittima Internazionale

Un carico di grano. © Organizzazione Marittima Internazionale

Secondo stime rilanciate dall’emittente britannica Bbc, dal luglio 2022 l’intesa ha permesso l’export di oltre 30 milioni di tonnellate di cereali attraverso il mar Nero. Le critiche russe, che hanno portato a una proroga di soli due mesi e non 120 giorni come previsto in un primo tempo, riguardano gli ostacoli all’export dei fertilizzanti legati alle sanzioni europee e americane.

Sui rischi di speculazione è intervenuto anche Olivier De Schutter, copresidente del Panel internazionale di esperti per i sistemi alimentari sostenibili e relatore speciale dell’Onu su povertà estrema e diritti umani. “Alcuni hedge fund”, la sua denuncia, “hanno realizzato profitti osceni scommettendo sulla fame ed esacerbandola”.

Biografia
Vincenzo Giardina
Nato a Padova, laureato in storia contemporanea, è un giornalista professionista. Coordina il notiziario internazionale dell’agenzia di stampa Dire. Tra le sue collaborazioni Il Venerdì di Repubblica, Internazionale, l’Espresso e Nigrizia. Già redattore dell’agenzia di stampa missionaria Misna, si è specializzato sull’Africa e sui temi dei diritti umani e della lotta contro le disuguaglianze. Scrive su Oltremare, magazine dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e interviene come esperto o inviato su Radio Rai, Radio Vaticana e altre emittenti. Suoi articoli e reportage sono pubblicati anche da La Stampa e Vanity Fair. Parla più lingue, tra le quali il russo.
www.vincenzogiardina.org
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