Come coniugare profit e cooperazione allo sviluppo?
Storie di successo di una strada, quella della collaborazione tra privato e terzo settore, irta di ostacoli ma anche piena di opportunità. Come insegnano alcune storie di successo raccontate all’ultima edizione di Codeway Expo, fiera dedicata alla cooperazione.
Passa e ripassa, fissa i tubi e le attrezzature per l’irrigazione esposti al World Water Forum di Dakar. È giovane, è un contadino, sta pensando alla sua terra e ai modi per migliorare la produzione e quindi il reddito per la propria famiglia. Le mani da lavoratore, Aliou sta nei vent’anni e su internet ha visto cosa potrebbe rendere la terra con un uso più “scientifico” dell’acqua a disposizione in questo pezzo di Sahel, che ancora non è deserto ma che risente dei fattori climatici. Dall’altra lato del banco, Carlo Baroni, direttore generale di Irritec Senegal spiega e poi mostra il depliant di Agrilab, un progetto di formazione tecnico-pratica che riguarda la progettazione, l’installazione e la manutenzione di sistemi di micro-irrigazione. Un progetto portato avanti da questa società siciliana (la sede è a Capo d’Orlando, in provincia di Messina) in collaborazione con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e con l’Ong Acra.
“L’agricoltura è il futuro del Senegal e ci sono potenzialità inesplorate se solo si pensa che il 60% delle terre arabili è in stato di abbandono” spiega Baroni sottolineando che in Senegal si può produrre “contro stagione” rispetto all’Europa, ovvero che si possono raccogliere prima, per motivi climatici, diversi prodotti, come i meloni. Con la micro-irrigazione si può incrementare la produttività dei terreni fino al 90%, si può razionalizzare l’uso dell’acqua per un uso sostenibile e a basso impatto, si può garantire l’irrigazione dei campi a prescindere dai condizionamenti climatici.
Qualche settimana dopo, a Codeway, la manifestazione dedicata alla cooperazione allo sviluppo e in particolare alle connessioni tra questa e il mondo privato, è Giulia Giuffrè, Board Member & Sustainability Ambassador di Irritec, ad allargare lo sguardo su quelle collaborazioni che vedono agire insieme profit e non profit. “È una collaborazione che funziona se c’è un percorso di crescita per l’impresa che dia allo stesso tempo valore al Paese in cui si va ad operare” dice ad Oltremare. “Quindi nel caso di Agrilab, stiamo preparando delle risorse locali, dei professionisti. Questo, è vero, significa che noi proponiamo le nostre soluzioni e attraverso la formazione diamo continuità e assistenza agli agricoltori in una visione di medio e lungo periodo, quindi non emergenziale. Allo stesso tempo formiamo agricoltori, tecnici e progettisti creando beneficio per l’agricoltura locale in generale perché portiamo know-how, portiamo la conoscenza di queste tecnologie dell’irrigazione. Auspichiamo certamente che poi queste persone usino le nostre tecnologie, ma potrebbero utilizzarne anche altre”.
In questo disegno, c’è quindi un vantaggio evidente per l’impresa e c’è un altrettanto evidente vantaggio per il Paese beneficiario rispetto a un’azione che vede il coinvolgimento della Cooperazione su un’operazione di innovazione, sostenibile e di largo respiro.
Quello messo a punto da Irritec è uno dei progetti in cui Aics ha aperto la strada a forme di collaborazione che vedono coinvolti soggetti privati e soggetti del terzo settore, e dove il ruolo della Ong è quello di occuparsi della formazione, di mettere a fattore comune la conoscenza del territorio, dei bisogni e delle esigenze locali, la conoscenza delle comunità e degli attori istituzionali così da rendere efficace l’intervento dell’impresa coinvolta e renderla allo stesso tempo aderente ai principi della cooperazione allo sviluppo. In Mozambico, questo si è tradotto in una storia di successo, come racconta ad Oltremare Ada Castellucci del Consorzio Associazioni con il Mozambico (Cam), una realtà trentina che dal 2000 opera nel Paese dell’Africa australe, in particolare nella provincia di Sofala. “A Beira abbiamo lavorato insieme a Newster System, impresa di Rimini specializzata nella produzione di macchinari per la gestione dei rifiuti ospedalieri”. La collaborazione si è rivelata vincente e ha potuto beneficiare dei fondi messi a disposizione da Aics attraverso il bando profit con cui si implementa il dettato della legge 125/2014, che ha riformato il settore e dato la possibilità di coinvolgere aziende del settore privato tra gli attori della cooperazione.
“Siamo giunti al terzo bando profit – dice a margine di Codeway Grazia Sgarra, capo dell’ufficio che ad Aics si occupa proprio di questo ambito – e possiamo trarre prime conclusioni. In questi anni è stato profuso tanto impegno in un territorio nuovo che, appunto, ha visto per la prima volta il coinvolgimento delle imprese nella cooperazione. I risultati sono stati importanti, c’è grande soddisfazione e allo stesso tempo attenzione ai suggerimenti che stiamo raccogliendo e che serviranno a migliorare i futuri bandi”.
A Beira, Cam e Newster hanno lavorato insieme: è stata installata una macchina in grado di gestire i rifiuti speciali di 15 strutture sanitarie e di altre cinque unità di salute pubblica, riducendo del 40% il totale dei rifiuti destinati all’inceneritore dell’ospedale centrale della città.
“E non ci fermiamo lì – racconta a sua volta Andrea Bascucci, amministratore della Newster – dal momento che i rifiuti una volta trattati possono essere trasformati in mattoni, come abbiamo fatto in Zimbabwe”. A Mukoto, un piccolo centro rurale nel nord del Paese, la Newster ha infatti sperimentato il riutilizzo del residuo prodotto dalla macchina dove confluiscono i rifiuti di un ospedale da 120 posti letto per farne mattoni. “Mattoni – conclude Bascucci – che sono stati usati per la nuova pavimentazione del cortile esterno dell’ospedale”. Un vero e proprio esempio di economia circolare, mattoni che fanno bene all’ambiente e che creano anche occupazione.
Gianfranco Belgrano
Nato a Palermo nel 1973, Gianfranco Belgrano è un giornalista e si occupa soprattutto di esteri con una predilezione per l’Africa e il Medio Oriente. È direttore editoriale del mensile Africa e Affari e dell’agenzia di stampa InfoAfrica, per i quali si sposta spesso nel continente africano. Ha studiato Storia e Lingua dei Paesi arabi e vissuto per alcuni anni tra Tunisia, Siria e Inghilterra prima di trasferirsi a Roma. Ha lavorato o collaborato con varie testate (tra cui L’Ora ed EPolis) e si è avvicinato all’Africa con l’agenzia di stampa Misna, lasciata nel 2013 per fondare con alcuni amici e colleghi il gruppo editoriale Internationalia.