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La storia di MigraVenture e AirinTribal, dal Kenya alla Milano Fashion Week

MigraVenture, progetto sostenuto da Aics e Oim, e condotto da Fondazione Etimos ha trasformato le idee di migranti in ponte di dialogo e sviluppo tra Italia e Africa

Una sostenibilità molto concreta, una sensibilità per l’ambiente sincera, la voglia di unire due mondi – l’Europa e l’Africa – che fanno parte entrambi della propria vita. Airin Eddie è allo stesso tempo keniana e italiana di Cervia, dove vive da 27 anni, e ha trovato nella moda e nel design il mezzo per unire i suoi due mondi traducendoli in un linguaggio nuovo e in un’impresa che porta il suo nome e che ha la sua sede a Malindi: AirinTribal.

Creazioni Airin Tribal

AirinTribal è anche uno dei progetti di cui a Etimos Foundation vanno più orgogliosi. Airin – che lavora da anni nel mondo del turismo a Milano Marittima – coltivava da tempo l’idea di unire la sua conoscenza dei gusti europei con la sapienza dell’artigianato del suo Paese e così ha risposto a una ‘call for ideas’ lanciata dalla stessa fondazione per MigraVenture, progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in partnership con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
La storia di Airin Eddie e della sua AirinTribal, dicono a Etimos, esemplifica la contaminazione positiva tra culture e lo straordinario spirito di imprenditorialità che può nascere in coloro che emigrano in Europa.

In quella call, Migraventure cercava migranti residenti in Italia con un’idea di impresa da realizzare nel Paese d’origine. E a chi veniva selezionato veniva offerto un corso gratuito per cominciare a porre le basi dell’azienda: “Così mi hanno spiegato che cosa significasse aprire un’impresa, cosa fosse un business plan e quale dovesse essere un piano di marketing” ricorda Airin Eddie, che oggi nel suo laboratorio di Malindi dà lavoro a donne keniane che producono le sue creazioni – abiti e accessori ispirati alla cultura Masai – poi esportate in diversi Paesi all’estero.

“Adesso come tutti stiamo subendo anche noi gli effetti della pandemia e della chiusura dei mercati europei – dice a Oltremare Airin – ma stiamo resistendo e sappiamo che i nostri prodotti vanno benissimo in Europa e non solo. Inoltre, la nostra modalità di lavoro, che prevede il riciclo di materiali e l’impiego di soluzioni ecosostenibili, trova rispondenza in una crescente sensibilità su questi temi”. È la stessa Airin a disegnare capi di abbigliamento e accessori che poi vengono realizzati in Kenya: “Abbiamo usato i copertoni delle macchine per realizzare delle pantofole, usiamo tessuti tipici africani come il wax e il kanga dando vita a produzioni che si avvicinano al gusto europeo pur mantenendo un animo africano”.


La AirinTribal dopo l’esperienza con Etimos è progressivamente cresciuta, partecipando a diverse edizione della Fashion Week di Milano. “L’idea di fondo – conclude Airin – è di un Made in Africa che può rientrare nei gusti europei. Per riuscirci ho messo in campo la mia esperienza, gli anni trascorsi in Italia e la conoscenza che ho dell’Europa e dell’Africa. Volevo dare valore ai prodotti artigianali del mio Paese e allo stesso tempo avvicinare i due mondi che frequentavo. MigraVenture è stata la spinta in più”.

L’esperienza di MigraVenture – sottolineano a Etimos – ha rivelato come il fabbisogno di capitale di rischio da parte dei nuovi imprenditori della diaspora sia l’esigenza più rilevante e allo stesso tempo quella che trova più difficilmente riscontro nell’offerta dei servizi finanziari presenti sul mercato. Da qui la scelta di dare seguito alla parte formativa del programma, con un percorso di accompagnamento personalizzato e finalizzato a sostenere l’accesso delle nuove imprese al Fondo di micro-capitalizzazione MigraVenture.
Tramite l’affiancamento dell’imprenditore da un punto di vista tecnico e finanziario, si sostiene quindi lo sviluppo e la crescita della nuova impresa, sino all’ultima fase, quella del passaggio alla totale proprietà dell’imprenditore.


“Grazie al progetto MigraVenture siamo riusciti a coniugare la ricerca di un progetto imprenditoriale solido, capace di generare profitto, con l’impatto sociale che le imprese dei nostri beneficiari possono provocare nelle singole comunità” dice a Oltremare Marco Santori, presidente di Etimos Foundation. “Questo dimostra che l’impact investing è una realtà che fa crescere economicamente le aree cosiddette periferiche in maniera sostenibile e positiva per l’intera società”.

 

Biografia
Gianfranco Belgrano
Nato a Palermo nel 1973, Gianfranco Belgrano è un giornalista e si occupa soprattutto di esteri con una predilezione per l’Africa e il Medio Oriente. È direttore editoriale del mensile Africa e Affari e dell’agenzia di stampa InfoAfrica, per i quali si sposta spesso nel continente africano. Ha studiato Storia e Lingua dei Paesi arabi e vissuto per alcuni anni tra Tunisia, Siria e Inghilterra prima di trasferirsi a Roma. Ha lavorato o collaborato con varie testate (tra cui L’Ora ed EPolis) e si è avvicinato all’Africa con l’agenzia di stampa Misna, lasciata nel 2013 per fondare con alcuni amici e colleghi il gruppo editoriale Internationalia.
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