Patrimonio culturale, turismo sostenibile e cooperazione nella regione del Kurdistan iracheno
L’Università di Udine lavora dal 2012 nel governatorato di Duhok per studiare, proteggere e valorizzare il ricco, ma poco conosciuto, patrimonio culturale del Kurdistan iracheno. Da quest'anno un nuovo progetto, il Sennacherib’s Archaeological Park, finanziato da Aics, è impegnato nella realizzazione del primo parco archeologico della regione che contribuirà allo sviluppo di un nuovo turismo culturale sostenibile
Nella regione del Kurdistan iracheno, il turismo sta diventando un settore in forte espansione con oltre 6 milioni di turisti che l’hanno visitata nel 2022. Il suo sviluppo è diventato, insieme ai settori industriale e agricolo, di priorità assoluta per il governo regionale. Il turismo nazionale (soprattutto dalle province meridionali dell’Iraq) e internazionale (in particolare da Turchia e Iran, ma anche da Giordania, Libano, dall’Europa e Nord America) rappresenta infatti un elemento chiave per la crescita economica, sociale e culturale della regione.
Negli ultimi due decenni, l’economia della regione del Kurdistan è stata fortemente dipendente dal settore del petrolio e del gas, che finora ha guidato lo sviluppo locale. Tuttavia, recentemente le autorità curde hanno riconosciuto l’importanza di diversificare l’economia del Paese; il settore turistico svolge un ruolo importante in questa nuova strategia economica. La regione del Kurdistan iracheno possiede il potenziale per attirare numerosi turisti grazie a una serie di fattori, tra cui il suo magbifico paesaggio naturale e la ricchezza di un patrimonio culturale millenario.
Il governatorato di Duhok conserva nel suo territorio alcuni tra i più straordinari e monumentali siti assiri. Sebbene poco conosciuti, i siti archeologici di Khinis, Jerwan, Faida e Maltai rappresentano dei caso unici non solo in Iraq, ma anche nell’intera regione medio-orientale. La loro documentazione, studio, conservazione e valorizzazione sono stati da sempre obiettivi primari del Progetto archeologico regionale Terra di Ninive dell’Università di Udine.
Questo gruppo di siti fa parte di un enorme sistema di irrigazione voluto e realizzato dal sovrano assiro Sennacherib tra VIII e VII sec. a.C. per portare l’acqua dalle pendici dei Monti Zagros alla sua capitale Ninive, la moderna Mosul, e per irrigare e potenziare la resa agricola del suo entroterra. Questi monumenti, che comprendono complessi di arte rupestre, canali, i primi acquedotti in pietra e iscrizioni cuneiformi, sono purtroppo gravemente a rischio a causa dell’incuria, del vandalismo e dello sviluppo incontrollato di attività produttive, infrastrutture, centri urbani e villaggi.
A partire dal 2013, un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) ha permesso di svolgere numerose attività in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Centro nazionale delle ricerche (Cnr), tra cui la documentazione e analisi dello stato di conservazione dei siti coinvolti, il training dei dipendenti della direzione delle Antichità e la progettazione di un parco archeologico in grado di proteggere e rendere fruibile un paesaggio culturale unico al mondo. Il progetto ha anche portato alla redazione del dossier che permetterà di proporre l’inserimento dell’intero complesso legato al sistema di irrigazione di Sennacherib nella World Heritage Tentative List dell’Unesco.
Nell’estate del 2023, grazie ad un nuovo e assai consistente finanziamento Aics, si è entrati in una nuova fase del progetto che vede a fianco dell’Università di Udine la direzione delle Antichità di Duhok e il Politecnico di Milano e che permetterà di procedere con il restauro conservativo dei monumenti e con la realizzazione del parco per l’accoglienza dei turisti. Il Parco archeologico di Sennacherib sarà il primo parco archeologico nel Kurdistan iracheno e costituirà il primo passo verso una maggiore consapevolezza delle potenzialità economiche e di sviluppo dei siti archeologici della regione. Uno degli obiettivi è infatti quello di riuscire a promuovere un turismo nazionale e internazionale sostenibile in grado di portare benefici tangibili in termini di sviluppo economico, sociale e culturale di questa area dall’enorme potenziale turistico.
A fianco delle attività di conservazione dei monumenti e implementazione delle strutture del parco, saranno organizzate una serie di corsi di formazione e attività di training on-the-job rivolte ai giovani del territorio, agli operai coinvolti nelle varie attività del progetto e agli ispettori della direzione delle Antichità di Duhok.
I corsi di formazione e workshop dedicati ai giovani provenienti sia delle aree rurali in cui si trovano i siti archeologici sia dalla città di Duhok sono pensati per offrire la possibilità di sviluppare nuove idee imprenditoriali legate al mondo del turismo culturale e archeologico. Saranno quindi offerti corsi di archeologia, produzione ed editing di video pubblicitari, promozione turistica e marketing.
Per la sostenibilità del progetto e la futura manutenzione e gestione del parco archeologico, sono invece stati pensati dei percorsi formativi rivolti ai dipendenti, archeologi e non, della direzione delle Antichità di Duhok che permettano la crescita professionale di esperti nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale.
Infine, per promuovere la conoscenza del patrimonio culturale della regione e la sua protezione, è in atto anche una serie di attività di archeologia pubblica mirate al coinvolgimento delle comunità locali nei siti interessati dalla creazione del parco archeologico.
Daniele Morandi Bonacossi è professore di Archeologia dell’Asia Occidentale Antica presso l’Università degli Studi di Udine e Direttore del progetto del Sennacherib’s Archaeological Park (Sap), finanziato da Aics.
Francesca Simi è assegnista di ricerca all’Università di Udine e vicedirettrice del progetto (Sap).