C’è un’altra Africa da raccontare. E si puo’ farlo anche con le Emoji
Dimenticate il continente tutto guerre, carestie e povertà. Lo chiede un disegnatore ivoriano, O’Plerou Grebet. Che sta conquistando Instagram. Intervista
“I media raccontano solo una parte dell’Africa, concentrandosi unicamente sugli elementi negativi: sto facendo tutto quello che posso per restituire almeno un po’ l’immagine vera del continente”. A parlare con Oltremare è un disegnatore ivoriano di 22 anni. Si chiama O’Plerou Grebet e ha da poco concluso i suoi studi in Arte e immagini digitali nella città di Abidjan. Di lui non si parla però solo in Costa d’Avorio né solo in Africa. La sua storia è finita, nelle settimane scorse, su quotidiani europei come il Guardian o testate globali come Al Jazeera.
Interviste e soprattutto immagini, le sue immagini: emoji tutte dedicate all’Africa, anzi ai mille volti, culture, ricchezze e curiosità dei suoi 54 Paesi. Dimenticate allora il continente tutto guerre, carestie e povertà. C’è un’altra storia da raccontare. Ed è possibile farlo anche con le emoji, le piccole icone elettroniche che si scambiano su laptop e smartphone, ormai un nuovo modo di comunicare per milioni di persone in tutto il mondo. Per rendersene conto basta digitare su Instagram Zouzoukwa (una parola che in beté, una lingua della Costa d’Avorio, vuol dire “disegno”): l’account, creato da Grebet, si è conquistato in pochi mesi oltre 100mila download. Le immagini pubblicate sono già 376: dalle maschere dei danzatori Zoulou ai piatti tipici, come il foutou a base di cassava o il bissap, un succo di fiori di ibisco.
“Le venditrici aspettano all’ingresso delle scuole, tenendolo in piccole buste di plastica” dice Grebet condividendo via WhatsApp l’immagine di un sacchetto con una bevanda viola intenso: “L’ho comprato non so quante volte, da quando mi accompagnavano all’asilo agli anni del liceo”. Molte emoji riguardano la Costa d’Avorio e sono tratte dalle esperienze personali del disegnatore. Spesso suggeriscono però contaminazioni e favoriscono incontri da un capo all’altro dell’Africa. È il caso di un disegno intitolato L’hai visto?, un’espressione del volto che in Costa d’Avorio ha un significato differente rispetto a quello che le si attribuisce in altri Paesi. “Me ne sono reso conto – racconta Grebet – quando alcuni utenti del Camerun hanno commentato sottolineando che anche loro usano quell’espressione ma come un gesto di avvertimento, come per dire: ‘Se solo ci provi, vedrai che ti faccio’”. Ma perché le immagini di Zouzoukwa stanno avendo tanto successo? “Credo che per gli africani riempiano un vuoto nella comunicazioni digitale” risponde Grebet. “Il mio lavoro aiuta a esprimersi in modo più chiaro, con immagini che rappresentano il nostro modo di vivere e ciò che vogliamo dire”.
Non si tratta però solo di Africa in senso stretto, quanto piuttosto di rapporti tra le culture, capacità di aprirsi e adottare nuove prospettive. Di recente Grebet si è rivolto a Unicode Consortium, l’organizzazione californiana che fissa gli standard per i caratteri digitali, chiedendo il “bollino blu” perché alcune delle icone di Zouzoukwa siano accettate e diventino utilizzabili in tutto il mondo.
Uno dei riferimenti resta Emojination, una campagna internazionale che mira a garantire una rappresentatività maggiore sul piano della comunicazione digitale. Grazie all’impegno dei suoi attivisti, di recente, è stata codificata, a livello internazionale, l’emoji dell’hijab proposta da Rayouf Alhumedhi, una studentessa di religione islamica e origini saudite che vive in Germania. A Grebet l’accomuna la riflessione su radici e futuro.
“Voglio viaggiare in altri Paesi africani, per scoprire le loro culture e trasporne gli elementi in nuove emoji” riprende il disegnatore. Da una società pubblicitaria ha ricevuto un Apple Mac che gli ha permesso di adattare i suoi linguaggi non solo al sistema operativo Android ma anche ad iOs. Ma per le prossime tappe non prevede necessariamente aiuti esterni. “Sto per aprire un negozio online per vendere articoli legati alle mie creazioni” anticipa a Oltremare. “Utilizzerò il ricavato per finanziare un progetto che mi permetterà di creare più emoji e includere nuovi Paesi”.