Greenaccord: così usiamo l’informazione per proteggere la natura in tutto il mondo
L’associazione italiana ha fatto della formazione dei professionisti di media la sua strategia per diffondere l’informazione sulla salvaguardia dell'ambiente e le tematiche ecologiche. Tra i premiati anche testate africane
Il 29 maggio di quest’anno, immortalati sui social, giornalisti provenienti da Egitto, Costa Rica, Australia, Canada e Stati Uniti, tra gli altri, avevano il volto raggiante, entusiasti di aver partecipato alla chiusura della Conferenza internazionale “Nature in mind” alla presenza di Papa Francesco. Questo basta per descrivere la strada fatta dall’associazione Greenaccord, tra gli organizzatori della conferenza, sin dalla sua nascita per mano di alcuni giornalisti italiani. Organizzazione di ispirazione cristiana e senza fini di lucro, Greenaccord ha da sempre l’obiettivo di formare i professionisti dell’informazione per una migliore diffusione dell’informazione ambientale.
In vista del Giubileo del 2025, Greenaccord intende promuovere una serie di incontri perché Roma avvii un cammino di conversione ad una ecologia integrale sotto l’aspetto ambientale, sociale e culturale, così come definita nell’enciclica “Laudato si’”. Intanto il prossimo seminario per giornalisti si terrà il 14 ottobre presso l’Auditorium Pontificio Collegio Maria Mater Ecclesiae a Roma.
“Mai come oggi l’odierno sistema mediatico, attraverso il suo possente apparato di rappresentazione del mondo e di descrizione della ‘realtà’, influenza l’identità, il linguaggio, il pensiero, i valori condivisi, la memoria storica, i comportamenti individuali e sociali” si può leggere sul sito dell’associazione. Per questo “nasce l’idea di coinvolgere i giornalisti nella loro funzione di opinion maker, ripensandone il ruolo e la responsabilità sociale”.
I forum che hanno l’intento generale di “formare i formatori” cioè di sviluppare un discorso che si allarghi dalla semplice sfera deontologica professionale del giornalista a quella etico-sociale, sono tra i pochi eventi su materie ambientali a livello mondiale concepiti e realizzati con la finalità di raggiungere il mondo dell’informazione. Hanno l’obiettivo di offrire ai giornalisti la possibilità di conoscere e confrontare le più attuali esperienze scientifiche, istituzionali ed aziendali, per una sostenibilità ambientale che veda in prima linea un nuovo cittadino più consapevole ed informato.
Non solo la formazione. Dal 2003, infatti, Greenaccord ha portato in italia circa 3000 giornalisti ed esperti di tutti i continenti ogni anno. Africa, Oceania, Asia, Nord-Sud America, Europa. Una rete da migliaia di giornalisti, diventata un esercito dell’informazione ambientale che è riuscita negli anni a dire la sua durante alcuni eventi ambientali internazionali.
Perché informazione e formazione si fanno strada con l’eccellenza, nel 2011 a Cuneo si è tenuta la prima edizione del Greenaccord Media Award, premio che l’associazione assegna alle testate che si sono distinte nella divulgazione dei temi ambientali. Il premio nella prima edizione è stato consegnato nelle mani di Guy Kalenda Mutelwa, allora direttore di Radio Africa N°1 (oggi Africa Radio) per la capacità del canale francofono nato in Gabon di raggiunge i grandi spazi e i lontani villaggi del continente nero.
Nel 2019 un’altra testata africana è stata premiata da Greenaccord come “riconoscimento ai pericoli di fare giornalismo ambientale nel sud del mondo” durante il 15esimo forum internazionale di Greenaccord tenutosi a San Miniato, in Toscana.
“Portare avanti il giornalismo ambientale è ormai difficile in ogni angolo della terra, nonostante la maggiore sensibilità che l’opinione pubblica mondiale sta dimostrando. Tuttavia, il nostro mestiere nei Paesi del Sud del mondo è ai limiti del pionierismo. Denunciare i danni causati alle risorse naturali equivale ad esporsi in prima persona a ritorsioni e minacce. Per questo, anche l’Occidente deve sempre essere al fianco di quegli operatori dei media che nonostante tutto continuano a fare con passione il loro lavoro”. Sono queste le motivazioni che hanno portato la rete di giornalisti ambientali di Greenaccord a conferire l’International Media Award alla tv nigeriana Tvc News per il suo approfondimento giornalistico settimanale Green Angle.
“Il nostro mestiere – ha detto Ugochi Oluigbo, redattrice dell’emittente nigeriana ritirando il premio – è estremamente difficile. Per due ordini di motivi: è estremamente pericoloso perché connessi con i crimini contro il nostro patrimonio forestale ed ambientale ci sono forti interessi economici, di aziende nazionali e corporations internazionali. Non è infrequente scoprire omicidi di ambientalisti che hanno scavato troppo a fondo. Inoltre, dobbiamo anche sfidare il disinteresse dell’opinione pubblica”.
Quando bisogna preoccuparsi di mangiare o di arrivare a fine mese, è difficile avere la lungimiranza di preoccuparsi del futuro delle risorse naturali della propria nazione. “La Nigeria è un grande paese, giovane e con enormi speranze per il proprio futuro” ha commentato Oluigbo. “Ma le tematiche ambientali necessariamente passano in secondo piano, finché non verranno risolte preoccupazioni primarie per la vita dei nostri cittadini”.
Infine un messaggio a quanti, nel mondo occidentale, condividono e diffondono il motto populista secondo cui gli africani vanno “aiutati in casa loro”. “Volete davvero aiutarci a casa nostra?” si è chiesta la redattrice di Green Angle. “Allora fate pressione sui vostri governi e sulle vostre aziende affinché non vengano a depredare le nostre risorse, alimentando la corruzione nel nostro Paese e nei nostri governi. A quel punto, potremo davvero dimostrare di cosa è in grado l’Africa finalmente lasciata libera di determinare il proprio futuro”.