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Il tempo stringe

L’appuntamento fissato dall’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile si avvicina, ma i Paesi non danno risposte concrete mentre il “tempo stringe”. L’impegno dell’ASviS: ne parliamo con il suo portavoce, Enrico Giovannini che sottolinea l’importanza della parità di genere.

Enrico Giovannini è il portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e si sta impegnando per estendere nel nostro Paese la cultura della sostenibilità per contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi previsti dall’Agenda 2030 (Sustainable Development Goals, SDGs), il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni.

Un’impresa certo non facile. “Sono preoccupato – ci dice Giovannini nel corso dell’intervista concessa in esclusiva al Blog Oltremareperché il tempo a disposizione è limitato, non solo di fronte alle crescenti emergenze dei cambiamenti climatici o dei disastri ambientali, ma anche nei confronti della sostenibilità sociale. Questo fattore tempo è assente dal modo di pensare di molti.”

Ma la lunga esperienza sul campo, i numerosi incarichi – Giovannini è stato, tra l’altro, presidente dell’Istat dal 2009 al 2013 e Ministro del Lavoro nel Governo Letta, dall’aprile dello stesso anno al febbraio 2014 – hanno rafforzato il suo convincimento nei valori dello Sviluppo Sostenibile. “Le difficoltà non ci fermano e ci motivano ad una pressione ancora più forte.”.

Partiamo dalle disuguaglianze, recentemente rilanciate dall’ultimo appuntamento dei Dialoghi sullo Sviluppo Sostenibile, svoltosi a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica, organizzato proprio dall’ASviS insieme alla nostra Agenzia e alla casa editrice “Il Mulino”.

 

Giovannini nel corso del dibattito sui dialoghi per lo sviluppo sostenibile. © G. Currò

 

Proprio uno degli obiettivi riguarda l’uguaglianza di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze, un messaggio che proprio in vista della giornata delle donne assume un particolare significato:

Il recepimento completo della Direttiva europea 2006/54 riguardante l’attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, il potenziamento dei Servizi di cura in tutto il territorio nazionale, la costituzione di un Organismo indipendente per il rispetto dei diritti umani e l’attivazione di ulteriori strumenti per conciliare i compiti familiari con quelli lavorativi sono solo alcuni punti che abbiamo più volte evidenziato per una effettiva parità di genere.

 

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Ma sulla disuguaglianze Giovannini aggiunge:

Occorre considerare due dimensioni, la prima è quella relativa alla differenza di reddito e di ricchezza all’interno della generazione attuale e dell’accesso alla salute: in Italia, tra nord e sud, il divario della speranza di vita discrimina fortemente le persone con anni di vita in più per il ricco del nord rispetto al povero nel meridione. Poi l’accesso all’educazione e tanto altro. Ma la seconda dimensione, quella del gap enorme tra generazioni, ci pone un interrogativo drammatico per noi che crediamo nello Sviluppo Sostenibile. L’idea di soddisfare i propri bisogni prevedendo che anche le prossime generazioni possano fare altrettanto è centrale nella nostra strategia. Paesi come la Francia, la Norvegia, la Svizzera, il Belgio, per rafforzare questo impegno, lo hanno esplicitato nelle loro Costituzioni proprio perché quelle Carte, nate nel secondo dopoguerra, non contemplavano questo principio, dando per scontato che le nuove generazioni sarebbero state meglio delle precedenti: oggi assistiamo esattamente al contrario!

Introdurre questo principio anche nella nostra Costituzione?

Sì, certamente, penso alle tante leggi approvate nel nostro Paese che potevano essere dichiarate incostituzionali se questo principio fosse stato presente in Costituzione. Provvedimenti recenti che caricano oneri pesanti sulle future generazioni e le penalizzano con costi non solo economici ma anche ambientali forse sarebbero stati visti diversamente se solo avessimo avuto un riferimento chiaro a livello costituzionale. Per questo come ASviS abbiamo proposto la modifica dell’art. 3 della Costituzione con un riferimento alla tutela dell’uguaglianza tra generazioni e siamo felici che sia partita un’iniziativa popolare in tal senso con la raccolta delle firme.

Preoccupazione allora sulla strada di un vero Sviluppo Sostenibile: non è un caso che nel Rapporto ASviS 2018 si esclami: non ci siamo !… Guardando ai dati disponibili e alle azioni concrete assunte negli ultimi tre anni, comincia a diventare evidente che difficilmente il mondo, l’Europa e l’Italia rispetteranno gli impegni presi con la firma dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Sì, è vero. Non ci siamo. Al di là di alcuni provvedimenti che, se attuati veramente, penso al reddito di cittadinanza, consentirebbero di abbattere radicalmente il livello di povertà del Paese per avvicinarci alla piena attuazione dei principi sanciti nell’Agenda 2030, è quanto mai necessaria una visione sistemica. In altri termini la mancata connessione di diversi provvedimenti, penso ad esempio al piano Energia-Clima presentato alla Commissione europea – ahimè senza alcun confronto con la società civile – che dev’essere seguito da provvedimenti finanziari, mentre nella legge di Bilancio la parola “economia circolare” è sostanzialmente assente. Quindi non serve che alcuni provvedimenti vadano nella giusta direzione dell’Agenda 2030 se poi continua a mancare questa visione sistemica: magari si mettono finanziamenti su infrastrutture che poi, fra qualche anno, si dovranno smantellare. Già abbiamo pochi investimenti, senza questa visione rischiamo di sprecare fondi ed energie..

Uno dei dati più significativi per il nostro Paese riguarda l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo, le risorse che l’Italia destina per progetti di Cooperazione internazionale allo sviluppo. L’ASviS da sempre sottolinea le criticità per raggiungere gli impegni concordati a livello internazionale, destinare cioè alla Cooperazione internazionale lo 0,7 % del PIL.

E’ un impegno scarso per rispettare la soglia dello 0,7% anche se il fatto di aver adottato nella strategia di Cooperazione l’Agenda 2030, sia in Italia che in Europa, è positivo. Ma i fondi sono limitati: uno dei 10 punti che avevamo proposto alle forze politiche era quello di raggiungere questa soglia già nel 2025. Ma anche qui non ci siamo. Certo, non penso che la Cooperazione italiana possa risolvere, ad esempio, tutti i problemi dell’Africa, ma se tutti facessimo la nostra parte sarebbe possibile ottenere di più .

 

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I 10 punti dell’appello alle forze politiche.

Per le elezioni politiche del 2018, l’ASviS aveva lanciato un appello a tutte le forze politiche che descrive le iniziative fondamentali per mettere l’Italia su un sentiero di sostenibilità economica, sociale e ambientale, mantenendo gli impegni assunti in sede ONU nel 2015 con la sottoscrizione dell’Agenda 2030.

È passato un anno ma l’appello resta quanto mai attuale!
In particolare, l’ASviS aveva chiesto di impegnarsi a:

  1. Inserire nella Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile, come già fatto da diversi paesi europei.
  2. Dare attuazione a una efficace Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile orientata al pieno raggiungimento dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, da realizzare con un forte coordinamento della Presidenza del Consiglio.
  3. Promuovere la costituzione, all’interno del futuro Parlamento, di un intergruppo per lo sviluppo sostenibile.
  4. Rispettare gli Accordi di Parigi per la lotta ai cambiamenti climatici e ratificare al più presto le convenzioni e i protocolli internazionali già firmati dall’Italia sulle altre tematiche che riguardano lo sviluppo sostenibile.
  5. Trasformare il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile, così da orientare a questo scopo gli investimenti pubblici.
  6. Definire una Strategia nazionale per realizzare un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile che si affianchi a quella già esistente per le aree interne, rilanciando il Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane.
  7. Istituire, nell’ambito della Presidenza del Consiglio, un organismo permanente per la concertazione con la società civile delle politiche a favore della parità di genere.
  8. Coinvolgere la Conferenza Unificata per coordinare le azioni a favore dello sviluppo sostenibile di competenza dello Stato, delle Regioni e dei Comuni.
  9. Raggiungere entro il 2025 una quota dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo pari allo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo, coerentemente con gli impegni assunti dall’Italia di fronte alle Nazioni Unite.
  10. Operare affinché l’Unione europea metta l’impegno per attuare l’Agenda 2030 al centro della sua nuova strategia di medio termine

 

 

Le novità del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2019

La prossima edizione si svolgerà dal 21 maggio al 6 giugno 2019. 17 giorni, tanti quanti sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030, che coinvolgeranno l’intero territorio nazionale con centinaia di iniziative dal sapore diverso: convegni, seminari, workshop ed eventi che coinvolgeranno il mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo (cinema, mostre, teatro, eventi enogastronomici, ecc.) e dello sport. Molteplici i linguaggi espressivi e variegato il pubblico, per coinvolgere tutta la società civile ed estendere la forza e la portata dei messaggi.

Oltre alle centinaia di iniziative diffuse in tutta Italia e ai tre eventi principali organizzati direttamente dal Segretariato dell’ASviS, i temi portanti dell’Agenda 2030 saranno affrontati in vari eventi di rilevanza nazionale che evidenzieranno le connessioni tra i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile e tratteranno temi come povertà e disuguaglianze; parità di genere; cambiamento climatico ed energia; capitale naturale e qualità dell’ambiente; economia circolare, innovazione, lavoro; salute, alimentazione e agricoltura sostenibile; cooperazione internazionale; città, infrastrutture e innovazione.

Sarà potenziata la collaborazione con la Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (Rus), al fine di rendere gli Atenei protagonisti dei 17 giorni della manifestazione. Saranno inoltre rafforzati i legami con l’Associazione Nazionale di Comuni Italiani (Anci) per valorizzare l’esperienza dei “Festival cittadini”, che durante la scorsa edizione hanno animato città come Bologna, Parma e Bari.

Infine, il Festival 2019 sarà ancora più strettamente connesso con manifestazioni concomitanti che si terranno in altri Paesi, in occasione della European Sustainable Development Week (Esdw), dal 30 maggio al 5 giugno.

www.festivalsvilupposostenibile.it

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