Juma, da lavoratore delle Osc a esperto di cooperazione
Cresciuto negli oratori delle scuole sostenute dalla cooperazione italiana, l’addetto alle relazioni istituzionali di Aics Nairobi è diventato un professionista di peso nelle attività di coopperazione nel suo Paese
Nella cooperazione italiana allo sviluppo Juma Ignatius Maiyah è un talento “fai da te”. Il ventinovenne keniota rappresenta l’esempio di un’intelligenza scoperta in Africa e affinato dalla scuola della cooperazione italiana, di cui è diventato un punto di riferimento importante. Da piccolo Juma è potuto andare a scuola grazie all’Osc italiana Avsi che ha sostenuto la creazione della Little Prince School, una scuola dell’infanzia a Nairobi. Dopo una laurea in studi internazionale ed ambientali all’Università della capitale del Kenya, si è trasferito in Italia per frequentare un master di primo livello in Agricultural Heritage System presso l’Università di Firenze nel 2020. “Sono rimasto in Italia per quasi otto mesi, a Prato, per seguire il mio master in Sistemi del patrimonio agricolo di importanza globale. Posso dire con certezza che questi sono alcuni dei posti più belli del mondo”, racconta.
Juma ha poi avuto il privilegio di lavorare e scrivere discorsi per l’Ambasciatore d’Italia in Kenya. “Ciò significava che dovevo leggere molto sul vostro Paese”, dice, “La storia che ha portato alla sua indipendenza è così affascinante”. Anche la cultura e lo stile di vita italiano lo hanno affascinato: “Ovviamente non posso non menzionare il cibo, la pizza e il vino”, ammette.
Attualmente Juma, che è il secondogenito di una famiglia numerosa di sei figli, sta conseguendo un dottorato in Politica ambientale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Nairobi. Intanto prosegue la sua collaborazione con svariarti enti della cooperazione allo sviluppo: “la mia esperienza lavorativa spazia tra le relazioni istituzionali, lo sviluppo e la cooperazione, e la finanza. Io, personalemente, mi vedo come un panafricano” dice.
Nella sua dinamica carriera da cooperante ha prestato la sua esperienza anche alla cooperazione italiana nelle veste di addetto ai partenariati istituzionali e la comunicazione di Aics Nairobi. “Lavorare per l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) è stato un momento emozionante. Ho avuto la possibilità di apprendere come i governi e gli enti per lo sviluppo si relazionano per raggiungere il loro mandato. Interagire con altri partner per lo sviluppo durante gli incontri sull’efficacia dello sviluppo mi ha fatto capire come sono strutturati i dialoghi politici”, racconta. “Incontrare funzionari governativi e discutere questioni critiche relative allo sviluppo del mio Paese” continua “è stato per me ffascinante . È da questi incontri che si è sviluppato il mio desiderio di comprendere i quadri politici e che mi ha portato a candidarmi per il master in politica ambientale. È stato un periodo che mi ha aiutato ad ampliare il mio raggio d’azione e la mia comprensione del settore della cooperazione allo sviluppo”.
Un destino, il suo, tutto votato alla cooperazione fin dall’inizio visto che, come racconta, è cresciuto nei bassifondi di Kibera, uno dei più grandi slum del Kenya. Qui ha visto da piccolo le Osc, tra cui molte italiane, lavorare per cercare di alleviare le sofferenze degli abitanti della baraccopoli. “Sono stato attratto da questo mondo e quindi ho deciso di lavorare sodo a scuola in modo da poter fare un corso che mi portasse a lavorare con queste organizzazioni. Sono stato fortunato, il mio sogno si è avverato. Ho ottenuto il mio primo impegno nel settore della cooperazione allo sviluppo con una Osc italiana, il Cesvi, e così ho visto la sofferenza che in tanti stanno attraversando in tutto il mondo”. Juma desidera però essere parte della soluzione e ha avuto l’opportunità di lavorare con queto obiettivo in alcuni dei luoghi più emarginati della Terra.
Per Juma la cooperazione allo sviluppo svolge un ruolo significativo nel cambiare e salvare vite umane: “avendo lavorato in questo settore ed essendo stato io stesso un beneficiario, non posso che sottolineare l’importanza della cooperazione. Per capirlo bisogna conoscere il contesto in cui operano i cooperanti. Pensiamo ad esempio alla Somalia, con l’insicurezza e le dure condizioni climatiche di cui risente, il lavoro di cooperazione sta cercando di colmare i bisogni più essenziali per la sopravvivenza, come l’acqua”. Juma considera la cooperazione un motore di cambiamento e sviluppo di cui c’è davvero necessità: “attraverso le risorse e le competenze che fornisce, permette a molte persone negli angoli dimenticati del continente a far sentire la propria voce”.