Sahle-Work Zewde, la prima presidente donna dell’Etiopia
Prima capo di Stato donna dell’Etiopia, Sahle-Work Zewde è arrivata alla massima carica istituzionale dopo una lunga carriera diplomatica. E promette: “Se qualcuno pensa che parlerò solo di donne è meglio che aspetti di ascoltare tutto quello che ho da dire”.
I curricula in circolazione sul web raccontano di un suo perfetto francese, inglese ed amarico, ma avvicinata durante l’African Investment Forum la nuova presidente dell’Etiopia, Sahle-Work Zewde, in un perfetto italiano dice “ah…un giornalista italiano. Certo potremmo vederci dopo per una chiacchierata”. I modi eleganti, gentili e dolci di questa donna esile e piccola di statura, dagli occhi intelligenti ed attenti, purtroppo non hanno avuto la meglio sugli impegni istituzionali e i protocolli di sicurezza e la conversazione con lei è stata rimandata a data da destinarsi.
Ma la nuova presidente è stata comunque in grado di far arrivare un messaggio al “giornalista italiano” dove si diceva dispiaciuta di non essere riuscita a fare l’intervista.
Disponibile, accogliente e ferma al tempo stesso, la nuova presidente dell’Etiopia pare essere la persona giusta al momento giusto. Il giudizio positivo sulla persona è un coro unanime (come d’altronde conferma la sua elezione all’unanimità in Parlamento) e le speranze riposte nelle sue capacità di ascolto e di mediazione sono viste come uno strumento fondamentale per coinvolgere nel cambiamento profondo in atto nel Paese ad opera del nuovo primo ministro Abiy Ahmed quelle elite che finora avevano retto il Paese e che oggi si sentono minacciate e marginalizzate.
Ma chi è Sahle-Work Zewde? Nata nel 1950 ad Addis Abeba, Sahle-Work frequenta le scuole primarie e secondarie alla scuola internazionale francese della capitale etiopica (il Lycée Guebre-Mariam) per poi trasferirsi proprio in Francia, a Montpellier, per gli studi universitari che la vedono laurearsi in Scienze Naturali. La sua carriera lavorativa la vede veterana del ministero degli Esteri etiopico, dove diventerà la seconda donna nella storia dell’Etiopia ad essere nominata ambasciatore.
Sahle-Work ha un ricco curriculum professionale maturato nell’ambito della diplomazia: ha cominciato la sua carriera come ambasciatrice in Senegal dal 1989 al 1993, nei quattro anni successivi è stata ambasciatrice a Gibuti e rappresentante permanente presso l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad) e in seguito ambasciatrice in Francia.
È stata inoltre rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Repubblica Centrafricana, direttore generale delle Nazioni Unite a Nairobi e poi, incarico che ricopriva prima della nomina a capo dello Stato, rappresentante permanente dell’Etiopia presso l’Unione Africana e la Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa (Uneca).
Oggi, Sahle-Work Zewde, è la prima donna a ricoprire la carica di presidente dell’Etiopia nella millenaria storia del Paese africano ed è l’unica capo di Stato donna attualmente in carica in tutta l’Africa.
Nel suo primo discorso da capo dello Stato ha parlato soprattutto di pace e della necessità di promuoverla e mantenerla, ma si è concentrata anche su questioni politiche: “Se a portare avanti l’attuale cambiamento ci saranno sia gli uomini sia le donne, allora il risultato sarà la nascita di un’Etiopia senza più discriminazioni religiose, etniche e di genere” ha detto.
“Governo e opposizioni devono capire che vivono sotto lo stesso tetto e devono perciò concentrarsi su ciò che li unisce e non su ciò che li divide, per creare un Paese di cui essere fieri”, ha aggiunto la presidente al termine del suo primo discorso da capo dello Stato.
Va detto che il ruolo di presidente nell’Etiopia federale è un ruolo di rappresentanza con pochi poteri perché il vero capo politico è il premier. Tuttavia una presidente donna in Etiopia è una sorta di rivoluzione, se la si somma poi al fatto che, come detto, metà del parlamento è costituito da donne.
“Ma se qualcuno pensa che parlerò solo di donne è meglio che aspetti di ascoltare tutto quello che ho da dire” ha detto la nuova presidente dopo la sua elezione in una dichiarazione di intenzioni chiara tanto quanto la sua voce.