Un forum delle diaspore per disegnare il futuro
Il progetto Draft the Future! è sostenuto dalla Cooperazione italiana, con l’obiettivo di dare centralità alle comunità di origine straniere, ponte con il mondo
Uno spazio di dialogo permanente animato dai talenti e dai rappresentanti delle comunità di origine straniera, perché possano alimentare una narrazione nuova sulle migrazioni e conquistarsi un ruolo sempre piu’ importante nel sistema della cooperazione allo sviluppo: promette di essere questo, il Forum delle diaspore che nascerà in Italia nei prossimi mesi.
L’impegno è presentato a Roma, nella sede dell’agenzia di stampa Dire, dai sostenitori e dagli attuatori del progetto: Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs), Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e associazione Le Reseau.
C’è però una premessa, ricorda durante l’incontro Bertrand Mani Ndongbou, rappresentante delle nove reti territoriali nate dal 2017 grazie al Summit nazionale delle diaspore, il punto di partenza della nuova iniziativa: “Le associazioni che hanno partecipato alle prime fasi di quel percorso sono circa 90; in questi anni abbiamo dimostrato di essere credibili e che possiamo ottenere risultati concreti”. Prendete Soomaaliya, un’organizzazione creata in Piemonte da cittadini di origine somala. L’ong è ora iscritta nell’albo di Aics e ha già partecipato a una prima gara, come conferma Luca Maestripieri, il direttore dell’Agenzia. “L’impegno”, spiega il responsabile di Aics, “è raccogliere in modo sistematico e completo il mondo dell’associazionismo delle diaspore, mettendo in atto una strategia importante a livello comunicativo e aiutando queste realtà a essere protagoniste dirette della cooperazione”. L’assunto è che se ci si riesce i risultati sono garantiti, secondo Maestripieri: “Quando andiamo sul campo, come ho potuto osservare durante la mia ultima visita in Senegal, vediamo concretamente testimonianze bellissime di come le azioni intraprese grazie alle diaspore diano grandi risultati”.
Per immaginare il nuovo progetto, denominato Draft the Future! Towards a Diaspora Forum in Italy, sono proposti diversi aggettivi: partecipato e inclusivo, permanente e decisivo. L’importante è che non ci si fermi a un bel titolo: Draft the Future! vuol dire “disegna il futuro” ed è soprattutto un impegno. “Nelle prossime settimane definiremo il modello di partecipazione” annuncia Ada Ugo Abara, di Le Reseau: “Il percorso dovrà essere aperto e inclusivo per far sì che le comunità di origine straniera possano continuare a mostrare il proprio attivismo rispetto agli appuntamenti della cooperazione internazionale allo sviluppo”. L’impegno è sostenere le diaspore come ponte e rete di talenti, capaci di mettere a fuoco priorità e progettare al meglio grazie alle conoscenze sui territori, in Italia e nei rispettivi Paesi di origine.
Lo evidenzia Mehret Tewolde, moderatrice alla Dire, ringraziando la cooperazione italiana “che ha finanziato e sostenuto il progetto con la volontà politica” e “accompagnato tutto il percorso che guarda alla creazione del Forum”. Secondo Eugenio Ambrosi, direttore di gabinetto di Oim, “è necessario dare alle diaspore la possibilità di costituirsi in un soggetto permanente che sia di supporto alle azioni di cooperazione”. L’assunto è che le comunità di origine straniera debbano avere una centralità anche “per potenziare la risposta alla gestione dei flussi migratori”, in arrivo dall’Africa e non solo.
L’orizzonte è quello dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, concorda Fabio Cassese, direttore generale in Farnesina per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs). Il suo auspicio è che Draft the Future! possa dare “rappresentanza solida, strutturata e più efficace” alle comunità di origine straniera. “Ripartendo dal Summit e “ispirandosi a un principio di continuità” precisa Cassese: “Bisogna incorporare ciò che è stato fatto prima, e includere, coinvolgendo tutti gli attori”. Tra questi ci sono realtà sia profit che no profit. Lo sottolinea Giorgio Righetti, direttore dell’Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (Acri), progetti sul campo in Burkina Faso e in Uganda per un valore di 18 milioni di euro. “Ciascuno”, questo l’appello, “può contribuire a un percorso comune che auspichiamo di grande successo”.
Vincenzo Giardina
Nato a Padova, laureato in storia contemporanea, è un giornalista professionista. Coordina il notiziario internazionale dell’agenzia di stampa Dire. Tra le sue collaborazioni Il Venerdì di Repubblica, Internazionale, l’Espresso e Nigrizia. Già redattore dell’agenzia di stampa missionaria Misna, si è specializzato sull’Africa e sui temi dei diritti umani e della lotta contro le disuguaglianze. Scrive su Oltremare, magazine dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e interviene come esperto o inviato su Radio Rai, Radio Vaticana e altre emittenti. Suoi articoli e reportage sono pubblicati anche da La Stampa e Vanity Fair. Parla più lingue, tra le quali il russo.
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