Tosca Barucco: “Per la diplomazia italiana è un anno chiave”
L’intervista con il ministro plenipotenziario per parlare di COP26, G20, summit dei Paesi africani sul clima, in un anno importante per rilanciare il multilateralismo
Che ruolo avrà l’Italia nel 2021 nei negoziati delle Nazioni Unite per il clima in qualità di co-host della COP26? Quali sfide attendono il nostro paese con la guida del G20? Per il Belpaese il 2021 si prospetta un anno fondamentale, dove la diplomazia giocherà un ruolo centrale per rafforzare il prestigio internazionale e mostrare l’importanza di rilanciare il multilateralismo. Oltremare ha intervistato il ministro plenipotenziario Tosca Barucco, inviata speciale del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per la COP26, per fare il punto.
Quanto è importante per l’Italia essere COP26 co-host, con PreCop e youth4COP? Possiamo usare questi eventi, per rafforzare la nostra immagine nel mondo?
Sull’ambiente siamo già tra i leader mondiali, auspichiamo che altri seguano il nostro esempio. L’Italia è da anni tra i Paesi più virtuosi e ambiziosi nel contrasto ai cambiamenti climatici e nella transizione energetica ed abbiamo raggiunto con largo anticipo gli obiettivi climatici europei al 2020. All’Italia viene riconosciuto un soft power indiscusso in molti settori, sia tradizionali che d’innovazione, e con questa leadership riconosciuta siamo pronti a sviluppare le sinergie in materia climatica tra le presidenze G7 (Regno Unito) e G20 (Italia) e la partnership con il Regno Unito per la COP26. Il nostro G20 si basa sul trinomio ‘People, Planet, Prosperity’ ed il tema dell’economia sostenibile e circolare è trasversale nella COP26 e nel G20.
Su cosa si punterà?
Abbiamo adottato un approccio originale: l’Italia ha deciso di puntare sui giovani nella lotta al cambiamento climatico perché’ le nuove generazioni hanno saputo far sentire la propria voce sulla loro visione per il futuro. Erediteranno il pianeta, la nostra “casa comune”, da noi e vogliono essere parte dei processi decisionali per la soluzione dell’emergenza climatica. Abbiamo deciso di organizzare per la prima volta, l’evento ‘Youth4climate: driving ambition’ nel quale i giovani potranno elaborare le loro proposte che confluiranno nella PreCOP, evento negoziale preparatorio a livello ministeriale, che ha lo scopo di facilitare la soluzione delle questioni negoziali irrisolte dalla COP25 di Madrid.
Per rafforzare la consapevolezza del ruolo dei giovani il nostro Ministero dell’Ambiente ha anche lanciato un programma di eventi virtuali, cd. ‘Youth4Climate Live Series’, in collaborazione con il programma della Banca Mondiale “Connect4Climate (C4C)” e l’ufficio dell’Inviato speciale per i giovani del Segretario generale dell’Onu.
Giovani del Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Come Italia realizzeremo anche Incontri con l’Africa, evento di outreach di alto livello sui temi dell’ambiente, clima e transizione energetica, collegato alla COP26, dedicato all’Africa, un continente quanto mai emblematico sia per sfide che per opportunità, anche nell’ambito della transizione energetica.
Quali sono gli elementi che sanciranno il successo del lavoro dell’Italia alla COP26? Quale è l’obiettivo da perseguire?
L’obiettivo è chiaro ed ognuno di noi deve urgentemente fare un cambio di passo per raggiungere quanto precisato dell’Accordo di Parigi. La lotta ai cambiamenti climatici, la transizione energetica e lo sviluppo dell’economia circolare sono i pilastri per accelerare il processo verso il raggiungimento di sistemi puliti, economici, affidabili, accessibili, sostenibili e a basse emissioni di gas serra. In ottica di ripresa dalla crisi e nella prospettiva della completa de-carbonizzazione entro il 2050, il ruolo della tecnologia e dell’innovazione sarà cruciale.
Servirà quindi costruire sinergie tra COP26 ed il G20. L’Italia saprà trarre il meglio dalle ampie convergenze nel G20 con le priorità della CoP26 e le sue cinque aree prioritarie per accelerare le transizioni nell’economia globale nei settori dell’energia, dei trasporti, dell’adattamento e della resilienza, della natura e della finanza delle ambizioni in materia climatica. Ricordiamoci che i paesi del G20 rappresentano l’80 per cento delle emissioni di gas serra e l’80 per cento del Pil mondiale. È quindi importante progredire nelle smart cities, nell’impiego degli strumenti digitali; nei piani di densità urbana e nella pianificazione intelligente delle strutture e degli spazi pubblici, della loro accessibilità fisica e virtuale; nell’efficienza energetica del territorio e nella produzione di energia rinnovabile. Il nostro paese eserciterà la sua leadership per promuovere gli investimenti verdi per la ripresa socio-economica post-Covid-19. Occorre sostenere i paesi in via di sviluppo nella transizione e mediante promozione della finanza green, riorientare in modo molto più massiccio ed incisivo i flussi finanziari e gli investimenti.
Un obiettivo non semplice
Dobbiamo lavorare assieme per “build back better”, cioè accelerare le transizioni dell’economia globale e mantenere il percorso virtuoso intrapreso verso la piena attuazione dell’accordo di Parigi utilizzando risorse tecnologiche pulite e tenendo sempre conto del fattore umano, della dimensione di genere e della coesione sociale.
Che ruolo avrà la diplomazia in tutto questo?
Il 2021 sarà l’”anno magico delle Presidenze” tra l’Italia ed il Regno Unito e nella lotta ai cambiamenti climatici l’Italia potrà giocare un ruolo essenziale. L’estesa membership del G20 da noi presieduto faciliterà la discussione anche per affrontare le difficili decisioni che necessitano di essere adottate se vogliamo -collettivamente- onorare gli impegni dell’Accordo di Parigi. Il 2021 si aprirà con il ritorno degli Stati Uniti nella lotta ai cambiamenti climatici, e vediamo segnali incoraggianti dalla Cina in primis, maggior emettitore mondiale, che ha annunciato di voler raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060. Il Giappone e la Corea hanno fatto proprio l’obiettivo della neutralità entro il 2050, e quindi ci sono le premesse affinché’, con la partnership italo-britannica, il 2021 si trasformi nell’ anno di svolta per la lotta ai cambiamenti climatici. Aggiungo nello scacchiere la nostra posizione unica nel Mediterraneo allargato e l’importanza geopolitica della transizione energetica come fattore di pace e stabilità nella regione, che è tra l’altro emersa durante i Med Dialogues 2020. Anche l’Unione Europea avrà un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici come esempio virtuoso di crescita verde e riduzione delle emissioni. Con l’European Green Deal ed il piano “NextGeneration EU”, l’Ue si pone difatti ambi gli obiettivi di transizione verde e digitale e la coesione sociale e territoriale.
Nel 2021 ci si gioca tutto…
La pandemia ci ha dimostrato che i grandi temi globali – come la salute, la tutela dell’ambiente e la transizione energetica – necessitano risposte globali negoziate e condivise. Il 2021 sarà un vero banco di prova per il multilateralismo, ma anche un’opportunità di rilanciare in modo efficace ed efficiente l’economia globale e guardare oltre l’emergenza, concentrando i nostri sforzi sulla promozione di una ripresa inclusiva, sostenibile e duratura.