Un soft green power italiano al G20
Oltre Persone e Prosperità, Pianeta sarà un tema centrale al G20 Italiano. Dalle ministeriali sull’ambiente ai Summit Onu su Salute e Food che si terranno nel Paese, una grande opportunità per la diplomazia
Dal primo dicembre l’Italia assume la guida del G20 in un momento storico senza pari, segnato dalla pandemia di Sars-Cov-2, dalla più grave crisi economica degli ultimi cento anni e dall’avanzare della crisi climatica e ambientale. Per l’Italia è un momento unico per ristabilire la sua posizione nello scacchiere internazionale dei Grandi e per ribadire la volontà di essere uno dei paesi leader nella transizione circolare e nella decarbonizzazione. Insieme al G20 avrà la co-presidenza del negoziato sul clima che si terrà a Novembre 2021 a Glasgow e sarà sotto i riflettori europei per il piano di ripresa e resilienza nazionale, il più “caro” d’Europa, in cui dovremo mostrare di essere in grado di condurre il paese verso un nuovo corso incentrato su tre pilastri: Persone, Pianeta e Prosperità.
Saranno proprio questi tre macro temi a definire la presidenza Italiana, anche se il secondo, Pianeta, avrà un accento particolare. «La stabilità climatica rappresenta un bene pubblico comune a livello globale», ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al G20 in Arabia Saudita, conclusosi il 22 Novembre. Conte ha ribadito il ruolo dell’Italia nella Cop26 del prossimo anno e riconfermato la ferma adesione dell’Italia all’attuazione dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda 2030, «due pilastri che continueranno a guidare la nostra azione in ambito multilaterale».
Sul tavolo dello sherpa italiano del Consiglio dei Ministri per il G20, l’ambasciatore Pietro Benassi, consigliere di Giuseppe Conte, i dossier green sono tantissimi. Dalla ripresa in chiave green ai sussidi alle fonti fossili (tema introdotto nel 2009 e che deve essere finalizzato), dall’obiettivo emissioni nette zero al 2050 (sarebbe un grande successo un accordo congiunto, aprendo al 2060 per i paesi emergenti) all’avanzamento sui negoziati del clima (dove non si può fallire di nuovo dopo il pessimo risultato di Madrid alla Cop25 del 2019).
Una mano tesa arriva dagli Usa. Durante la telefonata tra il premier Conte e il presidente-eletto Joe BIden, il nuovo coinquilino della Casa Bianca ha ribadito il supporto ai tre punti al centro del programma del G20 italiano, e la nomina di John Kerry come Inviato speciale del Presidente Usa per il clima. Un’ottima notizia questa, che segna la svolta americana a favore dell’architettura internazionale nata a Parigi cinque anni or sono. “Il lavoro che abbiamo iniziato con l’accordo di Parigi è lungi dall’essere concluso. Tornerò al governo in modo che gli Stati Uniti possano tornare in pista per affrontare la più grande sfida di questa generazione e di quelle a venire”, ha spiegato Kerry alla stampa.
«Il G20 sarà una grande occasione per rilanciare iniziativa multilaterale globale, con gli Usa di Biden di nuovo in pista», spiega all’autore Lia Quartapelle, parlamentare delle Commissione Esteri. «La pandemia ci ha mostrato come serve una governance globale per questioni globali come Covid-19 o Clima. L’Italia sia apripista per una riconversione ambientale e si faccia ambasciatrice dei risultati raggiunti in Ue sul clima. Questa è davvero una grande occasione per rilanciare l’Accordo di Parigi e rafforzare gli impegni specifici di ogni Paese».
Le tappe
Primo passo del green soft power italiano il 12 Dicembre, il Climate Ambition Summit, evento che si terrà per celebrare i cinque anni dell’Accordo di Parigi. Nell’occasione un gruppo nutrito di nazioni cercherà di rilanciare gli impegni presi un lustro or sono, mentre associazioni e imprese annunceranno obiettivi sempre più ambiziosi. Ci si attende molto dall’Italia. “Ambizione” è una parola chiave, dato che l’Accordo di Parigi si fonda sulla necessità di far crescere costantemente gli obiettivi da raggiungere. Nell’evento, rigorosamente online, si presenteranno alcuni risultati emersi dai Climate Dialogues, dei talk su progressi e risultati dell’azione per il clima, sull’avanzare l’attuazione delle attività previste per il 2020 e identificare azioni che potrebbero aiutare le Parti ad essere meglio preparate alle sessioni negoziali del 2021.
Momento centrale sui temi del clima e ambiente saranno poi le due ministeriali del G20 Ambiente, clima ed energia e ambiente, che si terranno a luglio 2021, probabilmente a Napoli. Da punto di vista diplomatico i riflettori continueranno ad essere accesi sull’Italia con altri due grandi eventi globali, il Food Systems Summit e il Global Health Summit che l’Italia ospiterà insieme alla Commissione Europea. In entrambi i casi, si sottolineeranno le interrelazioni tra cambiamento climatico, sistemi alimentari e salute pubblica.
Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, «servirà favorire azioni strutturali che facilitino la transizione energetica, promuovano la green economy e la sostenibilità ambientale, a sostegno dell’Accordo di Parigi», con un accento sulle soluzioni nature-based, dalla riforestazione alla tutela dei mari per favorire i servizi ecosistemici. “Il G20 sarà l’occasione per promuovere una maggiore integrazione delle soluzioni basate sulla natura all’interno delle strategie di sviluppo sostenibile e di lotta al cambiamento climatico. Infatti, nel contesto dell’aggiornamento e revisione degli Ndc, le soluzioni basate sulla natura sono un’opportunità economicamente vantaggiosa, perché contribuiscono alla riduzione delle emissioni a effetto serra e allo stesso tempo all’adattamento, in linea con quanto sancito dall’Accordo di Parigi e dall’Agenda 2030”, ha aggiunto in una nota inviata all’autore.
Ora però l’Italia deve dare un segnale politico concreto: l’annuncio di un Piano nazionale di ripresa e resilienza che sia davvero green e non costruito su vecchie logiche, evitando di offire sostegno economico ad aziende e modelli di business che hanno prosperato fino ad oggi inquinando e rilasciando emissioni di CO2. Da Bruxelles e da Washington c’è molta attesa di vedere un segnale importante dell’Italia, in un momento cruciale come questo. Vedremo quale sarà l’ambizione del nostro paese.
Biografia
Emanuele Bompan
Giornalista ambientale e geografo. Si occupa di economia circolare, cambiamenti climatici, green-economy, politica americana. E’ Direttore della rivista Materia Rinnovabile, collabora con testate come La Stampa, Nuova Ecologia e Oltremare. Ha scritto l’Atlante geopolitico dell’Acqua (2019),Water Grabbing – le guerre nascoste per l’acqua nel XXI secolo (2018) “Che cosa è l’economia circolare” (2017). Ha vinto per quattro volte l’European Journalism Center IDR Grant, una volta la Middlebury Environmental Journalism Fellowship, una volta la Google DNI Initiative ed è stato nominato Giornalista per la Terra nel 2015.