Al Sigep di Rimini un viaggio in Kenya attraverso il caffè
Grazie alla collaborazione tra l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e l’Agenzia italiana per il Commercio Estero, una delegazione composta da sei caffè cultori kenyani ha partecipato alla 45esima edizione del Sigep di Rimini, portando il caffè kenyano su un palco internazionale
A Rimini il cielo è terso e c’è la nebbiolina caratteristica di alcune giornate dell’inverno sulla riviera romagnola, quelle in cui il freddo umido si fa sentire nelle ossa. Un freddo che sorprende molto soprattutto i caffè cultori kenyani, che non si aspettavano un’Italia così fredda e con le giornate così corte. Inizia così il viaggio che porta sei rappresentanti di cooperative coinvolte nel progetto Arabika, sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Coooperazione allo Sviluppo (Aics), a scoprire il mondo del caffè in Italia.
La prima tappa è la torrefazione Pascucci, non distante da Rimini: una full immersion nel mondo della torrefazione con una lezione sulle diverse caratteristiche del caffè, le proprietà organolettiche, gli aromi e le sfumature. È un momento di confronto importante, in cui la delegazione può parlare con esperti del settore e vedere un impianto industriale in cui dal chicco verde si arriva al prodotto finito, confezionato e pronto per essere venduto.
La giornata poi si conclude con l’allestimento dello stand alla 45esima edizione di Sigep, il Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianale e Caffè, che sarà la loro “seconda casa” per i seguenti cinque giorni. “Siamo molto grati di poter essere qui, a mostrare i nostri prodotti agli specialisti del settore in Italia. Non capita spesso di poterci confrontare con torrefattori e avere accesso a nuovi potenziali compratori” sottolinea Bramwel Maruti Matete, della cooperativa Menu Fcs, nella contea di Bungoma.
Il viaggio che ha portato alla partecipazione al Sigep è iniziato nel lontano 2018, quando i governi di Italia e Kenya hanno deciso di intervenire in modo congiunto sul settore del caffè, un settore chiave per l’economia keniana e un settore di eccellenza per l’Italia. Il risultato? La creazione dell’iniziativa Arabika per il rilancio della produzione di caffè gourmet nel Paese africano, affidata all’organizzazione della società civile italiana Cefa.
“Il caffè kenyano è spesso conosciuto per le sue note acidule, che non lo rendono particolarmente adatto a un’estrazione tradizionale italiana, come l’espresso. In realtà, le variazioni nel gusto del caffè da contea a contea e anche tra cooperativa e cooperativa all’interno della stessa contea sono notevoli, e il caffè non ha solo sentori diversi, ma anche un’acidità molto differente” racconta Andrea Moraa, che accompagna la delegazione e grazie ad Arabika ha ottenuto la certificazione come Q Grader. I QGrader sono professionisti che classificano il caffè in base alla valutazione sensoriale del caffè verde utilizzando uno strumento professionale chiamato Programma Q. Ed è proprio così: durante le giornate di fiera, un buon numero di aziende ed esperti si sono lasciati trasportare da un viaggio sensoriale e gustativo delle diverse verità di caffè, in particolare durante i due eventi dedicati, alla Coffee arena e alla Choco arena.
Lucy Wambui Maina proveniente dalla piccola contea di Kiambu, nel centro del Kenya, decide di raccontarsi: “È la prima volta che viaggio fuori dal mio Paese. Essere in Italia, di cui ho sentito molto parlare, e avere l’occasione di presentare un mio prodotto, un prodotto della mia piccola coltivazione di caffè, è un motivo di grande orgoglio per me”.
“Trovo sia utile essere al Sigep per capire cosa cerca il mercato. Sai, noi siamo piccoli produttori di caffè e abbiamo un accesso limitato ai mercati” aggiunge Iddah Rose Wangui Kigathi, della cooperativa di Kiama, contea di Nyeri. “Questa visita mi ha fatto capire come poter migliorare il mio prodotto per renderlo più appetibile a compratori internazionali, non vedo l’ora di rientrare e di mettermi al lavoro” racconta.
Al rientro in Kenya, infatti, un intenso lavoro aspetta ancora i produttori: supportati da Arabika, cercheranno di creare dei marchi per i loro caffè e di implementare la tracciabilità del prodotto, due aspetti essenziali per la commercializzazione del prodotto sui mercati internazionali.
Il viaggio, dalle contee di Bungoma, Nyeri, Machakos, Kiambu, Murang’a, Meru, Embu, continua e, anche grazie al contributo dell’Aics, nuove opportunità si stagliano all’orizzonte.