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Energia produttiva: l’intraprendenza delle imprese si unisce allo spirito inclusivo della Cooperazione

Dalla storia di Absolute Energy che, partecipando al bando profit dell’Aics, ha migliorato la vita dei pescatori ugandesi, alle strade di una collaborazione che ha tutto per essere vincente.

Produrre ghiaccio in un’isola del Lago Vittoria abitata da pescatori. Fornire corrente elettrica non fine a se stessa, non tanto per accendere una lampadina o poter guardare in tv una partita di calcio, ma per realizzare per esempio mattoni. “In poche parole energia produttiva che inneschi processi di sviluppo sostenibile passando attraverso la trasformazione e l’esportazione di prodotti ottenuti grazie all’impiego di manodopera locale e, quindi, la creazione di benessere a lungo termine” dice Alberto Pisanti dagli uffici a Roma di Absolute Energy, la società di cui è amministratore delegato e che insieme alla Cooperazione Italiana ha condotto un interessante progetto in Uganda.
Absolute Energy è infatti una delle imprese che ha partecipato al primo bando profit dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e che ha già completato la parte di progetto legata al contributo di 200.000 euro erogato dalla stessa Agenzia.

Crediti: Absolute Energy

 

“Il progetto – racconta Giovanni Luigi Grandi di Aics – prevedeva la realizzazione di un impianto di produzione di energia solare e di una relativa rete di distribuzione per dotare la popolazione, le imprese e le istituzioni locali di una fonte di energia sicura e pulita. Prevedeva inoltre business training e promozione di nuove attività oltre alla realizzazione di un impianto per la produzione di ghiaccio, potabilizzazione e distribuzione di acqua potabile”.
Un video, girato lo scorso dicembre a Bukasa – questo il nome dell’isola al centro del progetto – dà la misura del successo dell’operazione e dei risultati ottenuti. “Senza energia elettrica e senza la possibilità di poter avere un impianto per la produzione di ghiaccio sul posto – sottolinea Pisanti, che sta portando avanti progetti simili nella stessa zona ma anche nel vicino Rwanda – i pescatori perdevano una parte consistente del frutto del proprio lavoro oppure erano costretti a comprare ghiaccio che in parte si scioglieva lungo il tragitto e che poi risultava troppo o troppo poco a seconda della giornata di pesca”. Oggi questi pescatori hanno a disposizione un impianto dalla capacità di 10 tonnellate che produce ghiaccio direttamente nell’isola, evitando loro oltre 6 ore di tragitto per approvvigionarsene dalla terra ferma e consentendo soprattutto di avere a disposizione la quantità di ghiaccio necessaria per poter conservare il pesce fino ai mercati. In ultima analisi questo permette ai pescatori di potere avere un reddito migliore e quindi una qualità di vita migliore.

 

Crediti: Absolute Energy

 

“La nostra visione del futuro è in 4D – dice ancora Pisanti – l’unione dei trends di Decentralizzazione, Decarbonizzazione e Digitalizzazione oggi in atto nel settore elettrico, con il Development, ovvero lo Sviluppo, che è sia risultato sia motore di crescita sostenibile per il nostro business”. Lo sviluppo ricopre infatti un ruolo centrale nella strategia di Absolute Energy con un approccio di ampio respiro che fa leva sull’energia per azionare il cosiddetto Water, Food & Energy Nexus, catalizzando la crescita di una pluralità di attività agricole, economiche e sociali a beneficio della comunità e dell’impresa stessa.
L’obiettivo è ora quello di passare da progetti pilota a progetti a grande scala, in grado quindi di avere un impatto ancora più significativo. “È con il proposito di assicurare benefici in scala soprattutto nei Paesi Partner della Cooperazione allo sviluppo che Absolute Energy – conclude Pisanti – è al lavoro per il lancio di un fondo italiano per la finanza a impatto. L’Absolute Impact Fund si prefigge di favorire lo sviluppo sostenibile dei Paesi emergenti a partire dall’Africa e, al tempo stesso, di aprire ampi canali di internazionalizzazione alle competenze ed eccellenze del settore privato italiano”.
L’approccio di Absolute Energy, che è un’impresa privata, è andata quindi a braccetto con quelle che sono le linee guida della cooperazione allo sviluppo, trovando corrispondenza con le prerogative sviluppate all’interno del bando profit di Aics.

 

Crediti: Absolute Energy

 

E proprio sul bando profit si è focalizzata una delle conferenze ospitate tra il 15 e il 17 maggio a Fiera di Roma, nel corso di Exco, l’expo dedicata alla cooperazione internazionale. Parlando ad una platea che era composta soprattutto da piccole e medie imprese, Grazia Sgarra, responsabile dell’Ufficio dedicato allo sviluppo delle partnership con il settore privato, ha delineato i punti salienti su cui si fonda la collaborazione tra il settore privato e gli altri attori della cooperazione così come inteso dalla legge che nel 2014 ha riformato il settore.
“L’Italia – ha sottolineato Sgarra – con il nuovo impianto normativo riconosce e favorisce l’apporto delle imprese a processi di sviluppo nei Paesi partner. Quello che chiediamo alle imprese è di lavorare insieme a noi in un’ottica di business inclusivo”. Questa è d’altronde la differenza, significativa e decisiva, che distingue un’impresa portatrice di sviluppo sostenibile da un’altra che internazionalizza le proprie attività. E il bando profit è proprio pensato per essere un canale di coinvolgimento del settore privato.
In quella stessa conferenza, Lucia Marchigiani (Università di Roma Tre), intervenendo sul tema degli investimenti nella cooperazione allo sviluppo e alla luce di una ricerca in merito, non ha nascosto come ancora permangano delle diffidenze reciproche tra profit e no profit, fra imprese e ong, benché la situazione stia migliorando: “Eppure – ha aggiunto Marchigiani – tanti sono gli incentivi perché questa strada di collaborazione si rafforzi; da tutti i punti di vista si tratta di una collaborazione vincente”.
Che le imprese lo abbiano capito o stiano cominciando a capirlo, appare evidente dai numeri. Il secondo bando profit (quello del 2018, l’ultimo in ordine di tempo) si è chiuso, ha detto Giovanni Luigi Grandi, con la presentazione di 40 proposte, 34 delle quali sono state ammesse a valutazione tecnica. Il lotto più numeroso è stato quello delle Nuove Idee, seguito dalle Start-up; sei invece le proposte per il lotto dedicato alle Idee mature. E le imprese sembrano aver capito anche la portata delle parole d’ordine che la Cooperazione continua a mettere avanti: business sì, ma condiviso; partnership sì, ma con valore aggiunto.

 

Crediti: AICS

 

Un valore che può essere trasversale, come per esempio è emerso, a Exco, negli interventi di RES4Africa, associazione che riunisce diverse realtà attinenti alle energie rinnovabili, secondo cui ‘energia produttiva’ significa anche sposare un approccio caro alla Fao che è, appunto, quello del Water, Food & Energy Nexus e in cui, il mondo delle imprese può essere decisivo.
D’altronde, come anche sottolineato a più riprese sempre durante Exco da alcuni dei rappresentanti delle agenzie Onu presenti, il settore privato è ormai riconosciuto come un elemento imprescindibile per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, la collaborazione tra settore privato e no profit, che spesso ha una conoscenza delle dinamiche di un territorio frutto di esperienze pluridecennali, sotto un ‘ombrello di regole’ della Cooperazione può consentire di muovere capitali anche consistenti e affrontare in maniera rapida ed efficace le necessità poste da questioni globali come l’urbanizzazione, i cambiamenti climatici e sociali, la crescita demografica. Avvicinare le imprese a interventi volti a creare forme di progresso inclusive e sostenibili è dunque più che un’opzione.
“Oggi – ha sottolineato Stefano Manservisi, direttore generale del Dipartimento di cooperazione internazionale alla Commissione Europea (Devco), intervenendo alla sessione conclusiva di Exco – siamo in una realtà globalizzata che crea opportunità ma anche ingiustizie. In questo frangente, la Cooperazione allo sviluppo ha un ruolo centrale: deve trovare soluzioni per gli aspetti della globalizzazione che sono insostenibili. E da una situazione in cui il fare per gli altri era, in passato, il centro di gravità, oggi abbiamo un ruolo più politico, ovvero abbiamo il ruolo di ispirare le politiche. Questo significa non solo trasferire i fondi, ma fare con gli altri delle politiche di sostenibilità”.

 

(CREDITI  FOTO: Absolute Energy + AICS.)

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