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Jane e il suo negozio. © Mani Tese

Le torte di Jane Rose e il miele di Robert, le imprese keniane che generano lavoro

Agri Change è un progetto cofinanziato da Aics, implementato da Mani Tese insieme ad altri partner tra cui la Fondazione E4Impact. Ha sostenuto in Kenya idee imprenditoriali e piccole imprese di giovani, soprattutto donne. Con un risultato di sostenibilità andato molto oltre il finanziamento

Sostenere idee di impresa dando la spinta iniziale in termini di formazione e sostegno economico con lo scopo ultimo di agganciare la cooperazione a un concetto di sostenibilità che vada oltre le tradizionali scadenze dei programmi di sviluppo. Questa l’idea di fondo attorno alla quale in Kenya, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) ha condotto e portato a conclusione il progetto Agri Change.

Alla fine di questo percorso, condotto sul campo da Mani Tese, sono stati finanziati 31 progetti di altrettanti giovani, che in diversi casi a loro volta dopo aver avviato le rispettive imprese sono stati in grado di assumere personale.

Avviato alla fine del 2019 e concluso nel febbraio del 2023, Agri Change ha rappresentato un’importante iniziativa di sviluppo imprenditoriale rivolta ai giovani, in particolare donne, fornendo gli strumenti necessari per sviluppare attività imprenditoriali. Una componente fondamentale del progetto è stata la formazione imprenditoriale, che ha visto la realizzazione di corsi di business plan e marketing in collaborazione con la fondazione E4impact. “Il progetto – sottolinea Samuele Tini, una lunga esperienza in Africa, responsabile del progetto per Mani Tese – ha inoltre previsto una call per idee con applicazione online, permettendo ai giovani imprenditori di presentare i loro progetti di business. Grazie a queste attività, i giovani selezionati sono stati premiati con un grant di circa 2.000 euro, che ha permesso di dare il via alle proprie attività”. Le attività sono state concentrate in due regioni, quella di Nakuru e quella di Baringo.

La particolarità di Agri Change, secondo Stefano Del Debbio, che ha seguito il progetto per Aics e che all’interno dell’Agenzia si è occupato negli ultimi anni del Bando profit (il bando rivolto alle imprese italiane che hanno progetti di cooperazione), risiede nel grado di sostenibilità che si è riusciti a raggiungere e che è andato ben oltre il periodo di attivazione del progetto stesso. “In altre parole – spiega Del Debbio – il vero grande successo è rappresentato dal fatto che le imprese, a distanza dalla chiusura di Agri Change, stiano ancora in piedi e in alcuni casi siano anche stati in grado di assumere personale”. Secondo Del Debbio, Agri Change è un esempio di “un fluire naturale da una logica di dono a una direzione di maggiore sostenibilità, con il mantenimento di livelli di occupazione al di là del finanziamento”. Nel progetto Agri Change, continua Del Debbio, c’è una visione di partenariato che coinvolge in maniera positiva il privato (che diventa l’attore), le organizzazioni della società civile e le istituzioni locali con le quali si è collaborato, e ci sono tre parole chiave su tutte: sinergia, sostenibilità, effetto leva.

Parole chiave implementate da Mani Tese che hanno trovato la loro massima sintesi in alcune storie di successo, come quella della pasticcera Jane Rose e di un gruppo di giovani apicoltori.

Jenny’s cookies and cakes

È stato un sogno che si avverava per Jane Rose quando è stata selezionata per ricevere il finanziamento di Agri Change. La sua storia, raccontata da Samuele Tini, inizia nel 2019 quando fu licenziata dall’azienda in cui lavorava. Senza darsi per vinta Jane Rose seguì un corso di formazione sulla panificazione e la decorazione di torte, e con queste competenze ha iniziato un percorso che non si è più fermato.

Durante la pandemia, mentre la maggior parte delle persone era a casa, Jane Rose decise di mettere a frutto le sue abilità. Poteva preparare dolci per la sua famiglia e per chiunque ordinasse una torta, principalmente in occasione di eventi speciali. Non aveva un negozio fisico fino al gennaio 2022, quando scelse di trovarne uno per poter raggiungere più persone.

Jane nel suo negozio

Jane nel suo negozio. © Mani Tese

Nel suo negozio ha incluso altri prodotti di pasticceria realizzati con miele, come biscotti, panini, gelati e frullati. Produceva gelati, yogurt e torte su ordinazione ma non aveva tutti gli strumenti necessari. È in questa fase che è entrato in gioco Agri Change: la giovane ha presentato la domanda ed è stata selezionata per un corso di formazione di sette settimane su pianificazione aziendale e imprenditoria. “Per me la formazione è stata un punto di svolta” racconta. “C’erano vari aspetti che non conoscevo e che ho capito poi essere cruciali, come calcolare il punto di pareggio per l’azienda, la contabilità, la tenuta dei registri, la creazione di un modello di business. La formazione è arrivata al momento giusto, quando stavo appena avviando la mia attività e potevo applicare le conoscenze per migliorare il mio business”.

Alla fine della formazione, Jane Rose è stata selezionata per ricevere i finanziamenti ed è stata così in grado di comprare un frigorifero e un forno e di rinnovare il suo negozio e metterlo a norma. Oggi Jane Rose guadagna circa 400 euro al mese sufficienti a garantirle un reddito che spera di poter accrescere ancora.

“Questa è anche la nostra speranza – aggiunge Tini – perché sono storie come questa che motivano altri giovani e fanno da stimolo”.

Il sogno del Gruppo giovanile Bee my partner

Un’altra storia di successo di Agri Change è stata quella messa su da un gruppo di giovani riuniti in Bee my partner. Il gruppo giovanile Bee my partner è stato avviato nel 2019 nella contea di Njoro Nakuru da 13 giovani interessati all’apicoltura. Hanno raccolto denaro e costruito un apiario di due metri per tre che ospitava circa 15 arnie Langstroth. L’attività di apicoltura ha avuto successo e nei primi anni di attività sono stati raccolti tra i 70 e 120 chilogrammi di miele. Con il tempo, si sono migliorati e al momento del finanziamento di Aics la loro capacità di produzione era tra i 180 e i 200 chili all’anno.

Un apicoltore di Bee my partner © Mani Tese

“Abbiamo scelto l’apicoltura– racconta Robert, uno dei giovani coinvolti nel progetto – anche perché è un’attività amica dell’ambiente, tuttavia, a causa della stagionalità di questo tipo di attività, avevamo bisogno di altro che potesse generare reddito durante tutto l’anno”. Così hanno cominciato a produrre fertilizzanti biologici su piccola scala utilizzando i materiali disponibili localmente, come letame, cenere, giacinto d’acqua. Il fertilizzante biologico rispettava ancora uno dei loro principali obiettivi, ovvero la conservazione dell’ambiente, e ha educato la comunità sull’importanza dell’uso del fertilizzante organico.

Il finanziamento di Aics ha aiutato il gruppo a espandere l’apiario per ospitare fino a 100 arnie e ha consentito di acquistare 50 arnie Langstroth aggiuntive. Oggi, Bee my partner raccoglie tra i 400 e gli 800 chili di miele all’anno e punta a superare il traguardo della tonnellata. Il gruppo ha anche avviato una piccola unità di produzione di fertilizzante organico. Il fertilizzante è stato sottoposto a test e si sta lavorando per ottenere la certificazione da parte della Kenya Organic Agriculture Network (Koan). Nel frattempo viene venduto localmente al ritmo di sessanta sacchi da 50 chili al mese.

Nel futuro c’è la creazione di valore aggiunto. “Puntiamo a iniziare la lavorazione del miele che a sua volta impiegherà altri giovani”, racconta Robert. “Unirsi è stata un’esperienza che ci ha cambiato la vita. Eravamo giovani disoccupati, adesso invece abbiamo un reddito per tutto l’anno”.

Biografia
Gianfranco Belgrano
Nato a Palermo nel 1973, Gianfranco Belgrano è un giornalista e si occupa soprattutto di esteri con una predilezione per l’Africa e il Medio Oriente. È direttore editoriale del mensile Africa e Affari e dell’agenzia di stampa InfoAfrica, per i quali si sposta spesso nel continente africano. Ha studiato Storia e Lingua dei Paesi arabi e vissuto per alcuni anni tra Tunisia, Siria e Inghilterra prima di trasferirsi a Roma. Ha lavorato o collaborato con varie testate (tra cui L’Ora ed EPolis) e si è avvicinato all’Africa con l’agenzia di stampa Misna, lasciata nel 2013 per fondare con alcuni amici e colleghi il gruppo editoriale Internationalia.
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