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Linee Guida sull’infanzia e l’adolescenza: l’editoriale del vice direttore tecnico, Leonardo Carmenati

Le attuali Linee Guida, ponendosi coerentemente nel solco tracciato dalla versione del 2012, si arricchiscono di componenti che rispecchiano la complessità del dibattito avvenuto a livello internazionale e le evoluzioni del panorama nazionale.
Credo sia particolarmente rilevante la vocazione operativa del documento, che si propone come uno strumento per supportare l’identificazione, la realizzazione e il monitoraggio delle iniziative. Abbiamo attinto alla lunga e dinamica esperienza sia della cooperazione istituzionale che dei partner coinvolti nella stesura del testo per sistematizzare e valorizzare buone prassi e lezioni apprese, mettendole a disposizione di tutti gli attori di sviluppo.
Il documento è pensato concretamente per essere consultato e fornire indicazioni ed esempi pratici che siano di ispirazione per quanti intendono disegnare e attuare interventi sul tema della protezione e promozione dei diritti dei minori.
Senza dare nulla per scontato, si parte dall’inquadramento degli approcci teorici e di metodo che dovrebbero informare e guidare gli interventi – da quelli più noti e classicamente associati ai minori come l’approccio delle 4 P (Prevention of Rights Violation, Provision Rights, Protection Rights, Participation) a quelli più settoriali, come la Riduzione del rischio disastri o il Triplo nesso tra interventi umanitari, di sviluppo e pace, letti alla luce dei diritti di bambine, bambini e adolescenti.

Il cuore del documento è costituito però dall’approfondimento sui dieci ambiti tematici, che hanno l’ambizione di restituire la multidimensionalità e trasversalità dell’argomento.
Qui i principi della Convention on the Rights of the Child (Crc) sono combinati agli SDGs di riferimento, proponendo diversi percorsi progettuali che, presi gli SDGs come obiettivi cui tendere, si articolano in varie ipotesi di risultati e attività conseguenti.
Una serie di appendici operative, inoltre, approfondisce protocolli specifici da applicare sul campo, come ad esempio il vademecum che dovrebbe guidare i professionisti della comunicazione nell’adozione di approcci rispettosi dei diritti e della dignità dei minori e capaci al contempo di valorizzarne il ruolo di protagonisti dello sviluppo.

Un aspetto finale che tengo particolarmente a sottolineare riguarda il profilo della produzione, raccolta e analisi di dati. La difficoltà ad ottenere dati affidabili e omogenei è oggetto di riflessione a livello globale e particolarmente sentita nel campo dei diritti dei minori, dove manca una metrica condivisa per misurare gli interventi.
È proprio per colmare questo gap che le Linee Guida propongono l’introduzione di un Marker, da applicare alle iniziative che la cooperazione italiana finanzia e realizza sul tema dell’infanzia e adolescenza.
Si tratta di uno strumento – costruito in analogia con la metodologia utilizzata in ambito Ocse/Dac – che, almeno per il momento, avrà un utilizzo solo domestico e che nondimeno consentirà finalmente di effettuare una raccolta e analisi dei dati affidabile sull’azione della cooperazione italiana in materia, in modo da favorire l’accountability e la comunicazione verso l’opinione pubblica e i decisori politici.
In un mondo in cui la gestione e analisi dei dati sono fondamentali per la trasparenza ma anche per la pianificazione, l’applicazione di questo Marker rappresenta un passo avanti che potrebbe portare l’Italia a fissare un benchmark nella comunità dei donatori, se sapremo adeguatamente valorizzarne l’impiego.

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