Il bilancio del pianeta
La primavera è risveglio. Anche dal punto di vista della consapevolezza ambientale. Dalla Giornata Mondiale dell’Acqua, il 22 marzo, all’Earth Day, il 22 Aprile, è un periodo di grande attività per organizzarsi, per comunicare, per prepararsi ad un nuovo anno di instancabile lavoro per difendere il nostro diritto, e quello delle future generazioni, ad un pianeta sano, prospero di risorse e servizi naturali, ricco di biodiversità. Il primo grande segnale è arrivato addirittura in anticipo, con le manifestazioni per il clima iniziate il 15 marzo. I #FridaysforFuture, promossi dalla giovanissima e ostinata Greta Thunberg, una ragazza che non ha più bisogno di presentazioni. Milioni di ragazzi sono scesi in piazza per chiedere il loro diritto all’ambiente, saccheggiato a debito dalle generazioni più mature. E ogni venerdì i ragazzi scenderanno in piazza, scioperando da scuola, per chiedere azione da parte di una politica troppo spesso incapace di governare una transizione verde, incentrata su decarbonizzazione ed economia circolare.
È stato però anche un periodo triste per la cooperazione, a causa del funesto incidente del Boeing 373 MAX in Etiopia, caduto il 10 marzo. 157 vittime, di cui 32 cittadini kenioti, 18 provenienti dal Canada, nove dall’Etiopia, nove dal Regno Unito, otto da Italia, Cina e Stati Uniti, e sette dalla Francia. Molti dei passeggeri si stavano recando a Nairobi per l’Assemblea Onu sull’Ambiente, dal titolo “Innovative Solutions for Environmental Challenges and Sustainable Consumption and Production”. Nessuno di loro è mai arrivato. 19 funzionari Onu hanno perso la vita in questa tragedia, incluse le italiane Virginia Chimenti, Maria Pilar e Rosemary Mumbi, tutte cooperanti del World Food Program. Sull’aereo c’erano anche Carlo Spini, Gabriella Viggiani e Matteo Ravasio, tre membri dell’associazione Africa Tremila, di Bergamo, nota in città per i suoi progetti di cooperazione dal basso con il continente africano. Il mondo della cooperazione piange Paolo Dieci, presidente di CISP e Link2007 persona di grandi valori impegnata nel Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo, e da sempre costruttore di ponti, tra l’Italia e il mondo e nel mondo stesso delle ONG.
Scomparso anche l’archeologo Sebastiano Tusa, conosciuto per i suoi scavi in tutto il mondo, che si stava recando in Kenya per lavorare a un progetto per l’UNESCO. E ancora i tanti cooperanti stranieri, come la canadese Danielle Moore, della ONG Ocean Wise, Anne-Katrin Feigl (International Organisation for Migration), Joanna Toole (FAO), Sam Pegram (Norwegian Refugee Council), Michael Ryan (WFP) e altri ancora.
A queste donne e uomini, a bordo del maledetto volo ET 302, che credevano in un mondo migliore, che credevano nella cooperazione come forza di sviluppo sostenibile, amica del pianeta, vogliamo dedicare questo numero di Oltremare.
Anche per rispettare e onorare la loro memoria e il loro impegno civico sull’ambiente e l’uomo, Oltremare continua a raccontare gli sforzi e i progressi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU e per rendere efficace l’Accordo di Parigi in tutti i paesi del pianeta. Questo mese parleremo soprattutto di acqua. Con l’intervista a Henk Ovink, Special Envoy olandese per l’Acqua, facciamo il punto sulla situazione globale di questa importante risorsa e di come SDG#6 non stia affatto progredendo, anzi si rischia di tornare indietro sul tema sicurezza idrica a causa di cambiamento climatico, disastri ambientali e privatizzazioni inefficienti. Le soluzioni però ci sono, ci racconta Gianfranco Belgrano, con esempi di cooperazione sul tema acqua-energia-sicurezza alimentare dal Mozambico al Burkina Faso portati avanti soprattutto dalla Diaspora in Europa e da imprenditori coraggiosi che vogliono investire in africa per potenziare il settore agroalimentare, rafforzando i territori. “Accesso all’acqua, disponibilità di energia e sicurezza alimentare sono fattori talmente collegati che qualunque azione su uno di questi elementi ha un riflesso immediato sugli altri due” spiega Belgrano, sottolineando il ruolo della Rural Task Force Africa. Vincenzo Giardina da Mbaiki parla del ruolo dell’amaranto come coltura sostenibile in una zona di conflitto della Repubblica Centrafricana, grazie ad un progetto della ong italiana Coopi. L’agricoltura, infatti, consuma il 75% delle nostre risorse idriche, sempre di più in competizione con industria e settore energetico. In un mondo dove il cambiamento climatico muta la geografia idrica pianificare un’agricoltura idro-resiliente diviene la chiave per garantire la sovranità energetica di un paese e la sua sicurezza alimentare, evitando conflitti e watergrabbing, l’accaparramento delle risorse idriche. Umberto De Giovannangeli fa una lunga intervista a Grammenos Mastrojeni, coordinatore per l’Ambiente della Cooperazione allo Sviluppo, e autore del libro Effetto serra-effetto guerra, per parlare della sfida Onu sull’ambiente e di come la degradazione del pianeta impatta negativamente sullo sviluppo umano e sociale. «Il vero problema è che con il cambiamento climatico, che è l’orologio della natura, tutti i servizi che fornisce la natura diventano imprevedibili», spiega Mastrojeni. Infine gli interventi dalle Sedi Estere e le interviste della redazione concludono questo numero “blu” di Oltremare.
Non ci resta che augurarvi buona lettura, sperando che la condivisione di questo lavoro possa costituire un ulteriore contributo per ripensare il nostro sviluppo. E ricordare il lavoro di ogni giorno dei tanti esperti di cooperazione per l’ambiente, giornalisti green e difensori della Terra in tutto il mondo.