Libere dalla violenza
Un futuro in cui le donne saranno libere della violenza è possibile : da vittime a protagoniste le donne del mondo stanno dimostrando di saper lottare per i loro diritti e per tutelare quelle più fragili e socialmente svantaggiate.
Per molte di loro la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne del 25 novembre dura 365 giorni. Ad alimentare costruttivi segnali di speranza in queste pagine leggeremo di Sahle-Work Zewde appena eletta presidente dell’Etiopia (unica donna in Africa) e di Nadia Murad, ambasciatirce Onu e Nobel per la Pace 2018; di Souad Abderrahim primo sindaco donna di Tunisi e di Obiageli Ezekwesili, candidata alle prossime presidenziali in Nigeria, co-fondatrice del movimento Bring Back Our Girls, per le ragazze rapite a dai terroristi di Boko Haram. Sono ritratti di donne coraggiose e forti, portatrici di un enorme potenziale umano, ancor prima che politico, in grado di cambiare il destino di altre donne. E fra le italiane non manca la voce di una grande scrittrice : Dacia Maraini che nella capacità di trasformare in energia positiva anche la più brutale violenza subita, vede una grande lezione di civiltà.
Almeno una donna su tre nel mondo ha subito una qualche forma di violenza nella propria vita. Dentro o fuori casa, la violenza sessuale, come quella psicologica, riguarda tutti i Paesi del mondo, ma in quelli teatro di guerra le donne rischiano ancora di più.
Senza contare che i condizionamenti sociali e culturali rendono talvolta ancor più difficile la loro “rinascita” perché condizionata da pregiudizi culturali e stereotipi sociali che fanno sentire le vittime assurdamente colpevoli della violenza subita.
In alcune parti del mondo la violenza sulle donne è divenuta strumento di guerra al pari delle armi e delle mine : un modo per annientare l’avversario ancora più crudele della morte stessa. Da prede di guerra, rifugiate o migranti, il passo per divenire schiave sessuali è breve. E, insieme alle donne, le vittime sono spesso bambini e bambine.
Nella lotta contro discriminazioni e violenza di genere la Cooperazione italiana lavora da un lato sull’istruzione, sul contrasto agli stereotipi di genere e sull’indipendenza economica. Dall’altro, attraverso i centri antiviolenza, sull’assistenza sanitaria e sul supporto psicologico alle vittime e sulla tutela dei diritti umani violati.
La giornata del 25 novembre è stata l’occasione per mobilitarsi anche in Italia: per celebrare l’Orange day la Farnesina si è illuminata di arancione, il colore simbolo scelto da Un Women per la Giornata Internazionale ed è previsto inoltre un “flash mob virtuale” a cui sono state invitate ad aderire le sedi estere del MAECI.
L’AICS ha organizzato una Tavola rotonda, a Roma, con rappresentanti italiane e internazionali. “Libere dalla violenza: la Cooperazione italiana a fianco delle Donne” recita il titolo. E su Oltremare di questo mese troverete i tanti modi in cui l’Aics sta contribuendo a rendere le donne del mondo davvero “Libere dalla violenza”.
Buona lettura