Redazionale di febbraio
Negoziatrici di pace. Imprenditrici che puntano ad una crescita che sia portatrice di giustizia sociale e di occupazione. Oltremare dedica questo numero all’idealità e alla concretezza che le donne sanno coniugare, nelle aree più esplosive e disagiate del pianeta, nel loro agire quotidiano. Storie ed esperienze che indicano come pace e sviluppo non solo debbono ma possono marciare assieme. Una sfida che la Cooperazione italiana ha supportato da tempo, con investimenti, progetti che hanno le donne come protagoniste, e non come “vittime” da salvare.
“Il tema dell’uguaglianza di genere ed empowerment delle donne – rimarca la Vice ministra con delega alla Cooperazione internazionale, Emanuela Del Re – continua ad essere una priorità trasversale di tutti i nostri progetti di cooperazione in aggiunta alle iniziative specifiche dedicate a donne, ragazze e minori, in linea con l’obiettivo di sviluppo sostenibile n.5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con la rinnovata priorità di tale settore nel dibattito multilaterale sullo sviluppo.
L’Italia, infatti, è uno dei principali sostenitori dell’inserimento delle donne al centro delle politiche di sviluppo dei prossimi anni, e grazie al nostro impegno l’uguaglianza di genere e la promozione dei diritti delle donne sono stati inclusi nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (SDGs) nell’Obiettivo n. 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze, e trasversalmente in tutti gli altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”.
Un impegno che non data l’oggi. “La Cooperazione Italiana allo Sviluppo – ricorda Del Re – è impegnata da più di 30 anni per la promozione dell’uguaglianza di genere e per l’empowerment delle donne e delle bambine. Già nel 1987, la Legge 49 sulla Cooperazione stabiliva, per la prima volta, un ufficio specifico per la condizione femminile all’interno della struttura governativa, la DGCS. A ciò seguì l’elaborazione delle prime Linee Guida sulle donne del 1988, aggiornate poi nel 1998 e nel 2010, per adeguarle agli accordi internazionali scaturiti nel corso degli anni.
L’AICS gestisce un portafoglio dedicato a programmi specifici per la promozione dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment delle donne pari a circa 96 milioni di euro, di cui il 25% alla lotta contro la violenza di genere per un ammontare totale di circa 24 milioni di euro. Tanti sono i progetti finanziati dall’AICS che rappresentano delle eccellenze nel campo dell’empowerment e dell’uguaglianza di genere. In Senegal e in Palestina, paesi in cui la Cooperazione Italiana ha una lunga esperienza in sostegno a programmi a favore dell’uguaglianza di genere, stiamo adottando un approccio multidimensionale all’empowerment delle donne, supportando i governi e la società civile per: l’uguale accesso all’istruzione (primaria e secondaria) per le bambine e le adolescenti; uguale accesso alla salute, a cominciare dai servizi sanitari di base di salute materno-infantile ma anche tutela e promozione dei diritti sessuali; protezione e sostegno delle donne vittime di violenza di genere, con grande enfasi sui matrimoni e gravidanze precoci e forzate; miglioramento dell’accesso, della gestione e del controllo delle risorse naturali per le donne, con particolare attenzione alla terra e all’acqua; sostegno all’imprenditoria femminile, soprattutto quella rurale”.
Oltremare ha raccontato, in questo numero, storie esemplari che vanno in questa direzione. Storie che raccontano che il “cambiamento”, quando davvero si manifesta, è “rosa”. Ma la strada da percorrere è ancora molto lunga e impervia: essa fa i conti con conflitti non soluti, con resistenze culturali, con società ancora fortemente segnate da una impronta patriarcale.
“È dimostrato – annota in proposito la Vice ministra Del Re – che, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, le donne costituiscono la principale forza lavoro che direttamente o indirettamente contribuisce notevolmente ai processi di sviluppo e alla produzione della ricchezza; ciononostante, le donne non condividono i benefici dello sviluppo economico. Le politiche e le strategie di genere messe in atto per promuovere l’uguaglianza mirano proprio a limitare questo fenomeno e ad inserire in modo tangibile la crescita delle donne all’interno della crescita economica e dello sviluppo tout court dei paesi in questione”. Una sfida epocale, dura, ma al tempo stesso esaltante. L’Italia è in campo.