Ad Agrilevante protagonista la cooperazione in Nordafrica nel settore primario
Durante il convegno “Agricoltura in Nordafrica: caratteristiche, potenzialità e fabbisogni tecnologici”, all'interno della fiera agricola di Bari, spazio per i progetti implementati dal Ciheam e sostenuti dall'Aics
Il forte incremento demografico del continente africano ripropone con forza la questione della sicurezza alimentare per sistemi agricoli caratterizzati spesso da bassa produttività, livelli tecnologici inadeguati, scarsità di terreni agricoli coltivabili. Questi temi, di grande rilievo per gli assetti economici e politici dell’intero bacino mediterraneo, sono stati affrontati in occasione del convegno intitolato “Agricoltura in Nordafrica: caratteristiche, potenzialità e fabbisogni tecnologici”, che si è tenuto nella seconda giornata di Agrilevante, l’Esposizione internazionale di macchine, impianti e tecnologie per le filiere agricole e la zootecnia che si è svolta a Bari dal 5 all’8 ottobre. Il convegno è stato anche l’occasione di presentare uno studio realizzato dal mensile economico Africa e Affari e dedicato alle prospettive dei mercati nordafricani.
Condizione fondamentale per la crescita delle economie agricole del Nordafrica – è stato spiegato nel corso dell’incontro – è la diffusione di tecnologie e mezzi meccanici di ultima generazione. Le macchine innovative sono in grado non solo di aumentare rese e standard produttivi, di migliorare la competitività delle produzioni locali e di migliorare la fertilità dei suoli, ma anche di mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici che condizionano lo sviluppo di vaste aree del continente.
Per sfruttare pienamente il potenziale delle tecnologie agricole e delle pratiche colturali di ultima generazione è necessario prevedere specifici percorsi formativi, rivolti in particolare ai giovani. Questo il pensiero espresso durante il convegno da Mara Semeraro, funzionaria del Ciheam di Bari, l’istituto agronomico del Mediterraneo impegnato in programmi di formazione e cooperazione, oltre che nella ricerca nel settore, e partner in molti progetti finanziati dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). “I nostri programmi di formazione” ha spiegato infatti la funzionaria durante il convegno “sono erogati anche nell’ambito dei progetti di cooperazione, organizzati sulle reali esigenze delle comunità locali, allo scopo di migliorare le condizioni lavorative e di vita delle persone”. Esempi di questa vasta attività sono il progetto Samsimifa, in Egitto, e il programma Siria, finanziati dalla Cooperazione Italiana allo sviluppo e attuati dal Ciheam.
Un pensiero poi ribadito da Fabio Ricci, vice direttore generale di FederUnacoma, intervenuto a conclusione del convegno. “La cooperazione è strategica perché attraverso la collaborazione con il Ciheam forniamo un pacchetto completo di tecnologie e conoscenza”, ha spiegato. “Occorre fare formazione” ha continuato Ricci “non solo su macchine ma anche sulle pratiche e le tecniche agronomiche”. L’Italia può essere partner ideale dei paesi nordafricani nel settore primario perché ha il vantaggio di “un’industria flessibile”, ha insistito il vice direttore generale di FederUnacoma, che auspica una collaborazione ugualmente fruttuosa con Aics, il Ciheam e tutto il Sistema Italia anche oltre il Nordafrica.