È online l’esposizione multimediale “Un giorno qualunque. Storie che ricominciano in Italia”
La mostra promossa da Emergency esplora le vite di chi è arrivato nel nostro Paese per migliorare la propria esistenza, o per sopravvivere alla guerra, e ne è poi diventato parte integrante.
Per Bader, venire in Italia dal Marocco è stata una scelta. Le persone che invece aiuta a salvarsi sulle navi di ricerca e soccorso nel Mediterraneo non hanno avuto alcuna altra possibilità.“Amo il mio lavoro per Emergency – racconta – il mediatore vive al confine tra due mondi: quello della vita di tutti i giorni, che conosciamo tutti, e l’altro mondo, quello di chi arriva da lontano, che non conosciamo per niente.”
La storia di Bader e quella di tanti altri che provengono da questo “mondo lontano” è al centro della mostra multimediale “Un giorno qualunque. Storie che ricominciano in Italia”, composta dalle fotografie di Simone Cerio e dai video dell’agenzia creativa WowTapes. Un riflettore sulle persone migranti che si sono ricostruite un’esistenza nel nostro Paese, su tanti ‘momenti qualunque’, di ‘giorni qualunque’, di ‘vite qualunque’, in cui la convivenza diventa possibile.
L’esposizione online è stata ideata dalla ong Emergency per il progetto “No alla guerra, per una società pacifica e inclusiva, rispettosa dei diritti umani e dalla diversità fra i popoli” realizzato con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).
Tramite video, fotografie e frammenti audio, la mostra permette di conoscere la storia di chi è arrivato nel nostro Paese per migliorare la propria vita o per sopravvivere alla guerra, e ne è diventato parte integrante. Storie interrotte che, in un giorno qualunque, ricominciano in Italia.
Come quella di Huda, che è scappata dalla Siria sotto le bombe e oggi lavora in un popolare ristorante tra i canali di Venezia. O di Mamadou, che ha attraversato il Burkina Faso, il Niger e poi il deserto, fino alla Libia e che oggi è operatore in un centro Siproimi e attivista per i diritti dei rifugiati. E di Mercedes, dal Perù, che lavorava come badante anche di notte per poter studiare all’università di giorno, e che oggi veste la divisa da infermiera. Le fotografie di Cerio e i video di WowTapes propongono un altro punto di vista, per comprendere gli sforzi fatti da chi arriva nel nostro Paese, l’importanza delle scelte che facciamo e delle persone in cui ci imbattiamo sul nostro cammino.
“Per ognuna di queste storie ho cercato quell’incontro che cambia la vita,” racconta Cerio. Fotografo documentarista, i suoi scatti evidenziano l’importanza delle relazioni profonde tra soggetti diversi. “Ognuno di noi nel suo percorso fa esperienza di un incontro che cambia molte cose. Per le persone che vivono le migrazioni e cercano un’integrazione profonda nel nostro Paese, quel momento è un punto cruciale delle loro esistenze.”
Le storie raccolte evidenziano infatti che ciò che definisce gli esseri umani non sono solo le decisioni che vengono prese, ma anche tutte le persone incontrate sul proprio cammino. “Un giorno qualunque” rappresenta quindi l’occasione di riflettere sui risvolti positivi di una realtà in cui diverse culture si incontrano e vivono insieme, promuovendo una società basata sul rispetto dei diritti umani e l’adozione di una vera e propria cittadinanza globale. Concetti che sono al centro dell’operato di Emergency e dell’Aics, e che proprio per questo hanno sposato l’idea di questo progetto.
Perché, come racconta M’barka, cantante di origine tunisina che vive a Napoli e protagonista di una delle storie, “le radici della tua terra ti rimangono nel cuore”. Il cuore, però, può avere più di una casa. E per i protagonisti di “Un giorno qualunque” la nuova casa è l’Italia.
“Un giorno qualunque” è visitabile all’indirizzo ungiornoqualunque.emergency.it.