Fiera di Roma, rapporto tra pari e partenariati: la cooperazione di impatto a EXCO2019
“Uniti si vince”: sfide e prospettive della prima fiera della cooperazione italiana.
di Emanuela Colombo*
“Uniti si vince” con queste parole il presidente della Fiera di Roma ha chiuso il proprio intervento introduttivo nella giornata inaugurale di EXCO2019. A qualche settimana di distanza questa frase sintetica rappresenta il senso più vero che, per lo meno nel percepito di alcuni, è associabile alla prima fiera italiana dedicata alla cooperazione internazionale. Tre elementi su cui riflettere: fiera, collaborazione tra pari e partenariati.
L’uso della parola “fiera” apre una nuova prospettiva alla cooperazione, pienamente rispondente alle opportunità già avviate dalla legge125/2014, offrendo un esercizio per esplorare sinergie certamente già identificate ma non ancora e non sempre pienamente utilizzate. Inoltre, le progettualità della cooperazione e sviluppo, le cui priorità e modalità di finanziamento sono specifiche dell’aiuto pubblico, potrebbero farsi più efficaci, anche da un punto di vista metodologico, se abbinate in modo strutturato ad azioni di sviluppo imprenditoriale. Queste azioni avrebbero il potenziale di promuovere nuove relazioni tra le imprese italiane e le tante realtà produttive (profit, no profit, cooperative, famigliari…) nei paesi partner, con mezzi e fini tipici di un “nuovo” mercato che, rispondente alla Agenda 2030, sia il più possibile inclusivo, etico e sostenibile. In questo filone si è inserita la sessione organizzata dal Politecnico di Milano e dal Politecnico di Torino per presentare i leaders africani e le rispettive idee innovative in campo di tecnologie digitali per la produzione agricola, l’irrigazione controllata e l’accesso all’energia nei villaggi rurali anche supportando la creazione di hub nazionali per lo sviluppo di nuovi ecosistemi in campo manifatturiero. Il programma “Emerging African Innovation Leaders – G7 exchange & empowerment program for enabling innovation within the next production revolution” (www.africainlead.net) è stato avviato ad aprile 2018 grazie al supporto di AICS e ha implementato la volontà politica emersa dal summit di Taormina, durante la presidenza italiana del G7. I 21 leader provenienti da 6 paesi (Etiopia, Kenya, Mozambico, Niger, Nigeria e Tunisia) durante la fiera hanno presentato le proprie idee e dialogato con imprenditori in campo di tecnologie digitali e filiera agroalimentare, allargando ciascuno la propria rete nel continente.
La fiera ha dato evidenza di una visione strategica della cooperazione italiana che mira, in particolare con il continente Africano, a evolvere verso una collaborazione tra “pari”. In questa prospettiva, l’Italia presenta un elemento competitivo aggiuntivo che le è riconosciuto a livello internazionale. L’Africa, come sottolineato da più voci nel corso di EXCO2019, è anche un mercato in espansione in cui l’Italia è già competitiva sui temi della formazione (intesa come “empowerment, ownership e trust building”) e della condivisione di tecnologie e conoscenze, anche sulla base del ricco patrimonio delle piccole e medie imprese del paese, della società civile e del proprio mondo universitario e della ricerca. In questo particolare momento storico, l’Italia potrebbe dunque farsi promotrice di proposte concrete per accrescere l’azione comune in Europa, rilanciare un nuovo posizionamento e partenariato nel continente, caratterizzandosi anche rispetto ad altri attori della scena internazionale (con cui non è pensabile una competizione in termini di livelli di investimento), contribuendo così con azioni efficaci ed efficienti di sviluppo locale equo e durevole anche a controbilanciare alcune delle cause del fenomeno migratorio.
Come emerso dalla fiera, infine, la complessità dell’Agenda 2030 e dello Sviluppo Sostenibile chiede l’umiltà di capire che solo uno sforzo sinergico di più attori e di più competenze può portare a soluzioni e modelli di sviluppo equi e sostenibili. In questo contesto, le competenze e le specificità delle università, come attori della cooperazione, vanno ben oltre la notevole ricchezza di competenze specifiche e variegate che ad EXCO2019 hanno avuto ampia rappresentazione. Individualmente e nel loro insieme, le università si caratterizzano ormai come una sorta di “diplomazia scientifica” che le ha portate, spesso come attori super partes, ad affiancare e lavorare in piena sinergia con tutti gli altri attori del sistema di cooperazione. Le università hanno dimostrato di poter giocare ruoli decisivi nella formazione ad ampio spettro e per vari livelli di competenze accademiche, imprenditoriali e istituzionali, nella cooperazione culturale e nella ricerca scientifica intese come strumenti di co-design per soluzioni innovative da costruire “per” i territori e “con” gli attori locali anche in un’ottica, sempre più auspicata, di reale e mutuo apprendimento. Il tema dei partenariati trasversali, da tutti riconosciuto come cruciale, merita ancora una riflessione metodologica soprattutto a livello di sistema, per identificare un cammino implementativo e adeguati strumenti operativi.
“Uniti si vince e…si è più efficaci”. Che EXCO2020 possa contribuire ad approfondire, riflettere e maturare questi e altri elementi per rafforzare e fare evolvere lo schema della fiera e lo spirito stesso di una cooperazione italiana sempre in evoluzione e di impatto crescente.
* Delegato del Rettore alla Cooperazione e Sviluppo – Politecnico di Milano
Delegato CRUI nel CNCS