Il potere dell’Africa: per una visione critica del rapporto con la Cina
Rivalutare le capacità e il potere di leverage dei Paesi africani nei cofronti di Pechino.
Le relazioni tra la Cina e l’Africa sono diventate sempre più sfaccettate negli ultimi anni, e comprendono legami economici, diplomatici e politici. L’assistenza allo sviluppo proveniente dalla Cina è stata oggetto di dibattito circa gli obiettivi e sull’impatto che può avere sui beneficiari africani. Mentre Pechino afferma che il suo modello di cooperazione allo sviluppo nei confronti dell’Africa è “altruistico” e privo delle condizioni sui prestiti che gli Stati occidentali spesso applicano a quelli non occidentali, alcuni critici sostengono invece che le politiche di sviluppo cinesi vadano di fatto a suo vantaggio e siano a tutti gli effetti un tentativo di neocolonialismo.
La Cina è criticata per aver tentato di estendere il proprio controllo sulle risorse africane e sulla volontà politica dei beneficiari africani. La politica del gigante asiatico di fornire prestiti ai Paesi in via di sviluppo è stata criticata come parte di un approccio di “diplomazia della trappola del debito”, in base al quale vengono forniti prestiti insostenibili ai destinatari, in cambio di beni tra cui materie prime, porti e ferrovie. In questa visione i governi africani vengono considerati come impotenti, incapaci di plasmare il modo in cui si sviluppano le relazioni con il partner asiatico.
A mio parere, tuttavia, i Paesi africani beneficiari degli aiuti non dovrebbero essere descritti in questo modo. Sebbene la Cina tragga vantaggio da questa relazione, i partner africani possono esercitare un potere e massimizzare i propri benefici sia economici che politici. Economicamente, le relazioni tra l’Africa e la Cina si sono concentrate sulla ricchezza di risorse naturali di molti stati africani e sul desiderio degli attori cinesi di estrarre e beneficiare materialmente di questa ricchezza. Una gran parte degli aiuti cinesi si è rivolta a Stati ricchi di petrolio e risorse minerarie, come l’Angola e la Repubblica Centrafricana. In questi Paesi, la Cina ha concesso prestiti ai governi, o ha accettato di costruire progetti infrastrutturali, spesso basati sulla fornitura di materie prime in cambio.
Tuttavia, questa narrativa sottovaluta il modo in cui i destinatari africani utilizzano la loro ricchezza di risorse per sfruttare il proprio potere negoziale nei confronti della Cina. La ricchezza delle risorse consente ai Paesi africani di esercitare un potere per modellare il modo in cui opera il sostegno cinese, sia permettendo ai governi di acquistare maggiori livelli di supporto, sia utilizzando questa ricchezza per risolvere problemi strutturali e ripagare i debiti esistenti con forze esterne. L’aspetto politico di questa relazione ne dimostra anche i vantaggi reciproci. La Cina, per aumentare la sua influenza globale, è impegnata con stati politicamente importanti in tutta l’Africa: Kenya, Sudafrica, Nigeria ed Etiopia sono tra i maggiori beneficiari di aiuti cinesi grazie all’influenza che esercitano a livello regionale e sub regionale. In cambio, questi Paesi sostengono la Cina e le sue ambizioni politiche alle Nazioni Unite e nei confronti di altri Paesi del continente.
Pechino basa la sua politica di cooperazione allo sviluppo in Africa su una serie di cosiddette “linee rosse” politiche: i destinatari africani devono recidere i legami con Taiwan e sostenere il Partito comunista cinese (Pcc) come unico rappresentante della Cina presso l’Onu. Apparentemente questo fa pensare che queste linee rosse limitino il sostegno che i beneficiari possono ricevere dalla Cina, ma così il quadro non è completo. Piuttosto, i governi africani spesso sfruttano la loro importanza politica per massimizzare i benefici da questa relazione. L’Etiopia ha spesso puntato sulla sua posizione strategica, insieme all’attenzione per le politiche antiterrorismo e gli sforzi di costruzione dello stato in Somalia, importanti per la Cina e quindi degni di sostegno. I Paesi più strategicamente rilevanti sottolineano quanto siano importanti per la Cina a causa della loro influenza politica in tutto il continente e della loro capacità di incoraggiare altri stati a diventare più ricettivi nei confronti della gigante asiatico.
Kenya e Etiopia si sono posizionati come leader regionali, in grado di agire a sostegno della Cina per interagire con altri Paesi Il sostegno di Nairobi e di Addis Abeba spinge dunque la Cina a proseguire il suo sostegno nei confronti di questi Paesi, e determina una situazione di reciproci vantaggi, piuttosto che unilateralmente a beneficio della Cina. Queste considerazioni rappresentano un approccio importante per analizzare le relazioni tra l’Africa e la Cina, e mettono in luce quanto anche gli Stati africani siano centrali in questa relazione. Capire come sono strutturate le relazioni tra la Pechino e il contiente ci permette di comprendere meglio come opera questo “scambio” e come i Paesi africani siano in grado di aumentare i benefici per se stessi, piuttosto che semplicemente “accettare” le richieste della Cina.