Nuove prospettive contro la scarsità delle risorse idriche per le comunità che si affacciano sul Mediterraneo
Dal 21 al 23 settembre scorso si è tenuto a Dubai il quinto Arab Water Forum, l’appuntamento più importante di discussione e aggiornamento sulla gestione delle risorse idriche delle comunità arabe. Sulla scorta dello slogan “Arab Water Security for Peace and Sustainable Development”, gli oltre 800 partecipanti al Forum hanno affrontato temi come la sicurezza idrica, la cooperazione transfrontaliera e l’uso della risorsa acqua per lo sviluppo sostenibile.
Il Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione (Nrd-Uniss) dell’Università di Sassari, in collaborazione con l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari e l’International Water Management Institute, ha organizzato il tavolo tematico “Water Security in the Mediterranean Region: Sustainable Water Reuse Strategies in Agriculture”, sul rafforzamento della governance dell’acqua attraverso azioni innovative e soluzioni tecnologiche per l’uso sostenibile di acque non convenzionali.
In un’area in cui la scarsa disponibilità delle risorse idriche è sempre più evidente, è essenziale la ricerca di soluzioni sostenibili e condivise da tutti gli attori. La problematica, accentuata dagli impatti dei cambiamenti climatici, coinvolge tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo i quali, incerti tra vecchie e nuove politiche sull’acqua, si trovano spesso a fare i conti con infrastrutture inadeguate, limitate capacità di gestione e scarsa collaborazione tra gli enti coinvolti.
In questo contesto, le acque non-convenzionali – quali, ad esempio, le acque reflue trattate, desalinizzate e di drenaggio – rappresentano un’alternativa valida per diminuire la pressione sulle acque superficiali e sotterranee, soprattutto per quanto riguarda il settore agricolo, che da solo comporta un consumo idrico di circa il 70% del totale.
Negli anni si è assistito all’utilizzo di diverse strategie sostenibili di riutilizzo in agricoltura delle acque reflue, ma diversi fattori ne hanno limitato un più ampio utilizzo, soprattutto nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo: bassa efficienza degli impianti di depurazione, elevati costi di produzione e di gestione, scarsa competenza tecnica, normative poco chiare e disomogenee, percezione negativa da parte dell’opinione pubblica sul consumo di prodotti agricoli irrigati con acque reflue trattate. Diventa, quindi, cruciale uno sforzo condiviso per poter adottare quelle strategie che dimostrino un potenziale innovativo importante in termini di tecnologie e approcci.
Il progetto di cooperazione internazionale “Menawara – Non-conventional water reuse in agriculture in Mediterranean countries”, finanziato dal programma dell’Unione Europea Eni Cbc Med, coordinato da Nrd-Uniss, che ha coinvolto partner provenienti da Tunisia, Palestina, Giordania, Spagna e Italia, si pone l’obiettivo di promuovere l’utilizzo delle acque non-convenzionali in agricoltura, adottando tecnologie di trattamento terziario innovative e a basso costo, sistemi efficienti di irrigazione adattati all’uso di acque non convenzionali e rafforzando le capacità tecniche di agricoltori, tecnici e istituzioni coinvolte nella gestione delle risorse idriche.
Durante la sessione, tenutasi il 21 settembre, sono stati presentati gli esempi dei progetti Menawara e Re-Water (finanziato dall’Agenzia Svedese per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale). E’ seguito un dibattito, finalizzato ad approfondire i legami tra ricerca, cooperazione e governance delle risorse idriche mediante la partecipazione di importanti rappresentanti delle Istituzioni dei vari paesi.
Tra le raccomandazioni emerse dal dibattito, che saranno portate all’attenzione dei rappresentanti istituzionali partecipanti al World Water Forum in programma a Dakar nel mese di marzo del 2022, la necessità di garantire che le politiche internazionali integrino il riciclo dell’acqua nelle diverse strategie di gestione delle risorse idriche e una maggiore collaborazione tra le diverse Istituzioni anche attraverso la creazione di partenariati per promuovere la partecipazione a progetti a livello internazionale. Il tema del trattamento e riutilizzo delle acque non convenzionali dovrà essere, inoltre, affrontato tenendo in considerazione le sue molteplici dimensioni (tecnica, istituzionale, di governance), attraverso approcci sostenibili ed interdisciplinari.