Festival della diplomazia, verso un mondo nuovo
“Far conoscere i temi oggi cruciali per le relazioni internazionali: cambiamento climatico, lotta alle disuguaglianze, difesa dal cyberterrorismo”. E’ stato questo l’impegno della decima edizione del Festival della diplomazia, ha sottolineato il segretario generale della rassegna, Giorgio Bartolomucci, in un’intervista all’agenzia di stampa Dire. La premessa è che la manifestazione, che si è tenuta a Roma dal 17 al 25, “da dieci anni porta fuori dalle ambasciate e dalle sedi istituzionali le questioni a cuore delle relazioni internazionali”.
Al Festival erano attesi relatori da 30 Paesi per ben 80 appuntamenti. Trenta i luoghi della capitale coinvolti. Un’occasione, secondo Bartolomucci, “per mettere in rete il patrimonio diplomatico e delle relazioni internazionali unico” di Roma, con anche la partecipazione di rappresentanti di otto università. A “vegliare” sui lavori, Giano Bifronte, figura presa in prestito della mitologia romana. Gli organizzatori, e’ stato evidenziato durante la conferenza stampa di presentazione, l’hanno scelta perché rappresenta al meglio la fase di transizione che sta attraversando la diplomazia internazionale.
“Ci siamo appena lasciati alle spalle un rassicurante ordine mondiale liberale” ha sottolineato Giampaolo Massolo, presidente del comitato scientifico del Festival. “Ancora non sappiamo verso dove siamo diretti: chi meglio di Giano, che guarda contemporaneamente alla riva di partenza e a quella di approdo, rappresenta questo momento?”.In un’intervista alla Dire, Massolo ha aggiunto: “Sono tre le prospettive che abbiamo scelto per ribadire l’attualità dello strumento diplomatico. La prima si focalizza sui nuovi strumenti di governance e collaborazione mondiale; poi ci sono il cambiamento climatico, la sicurezza cibernetica e la dittatura degli algoritmi, temi che possono aggregare nuove forme di collaborazione multilaterale tra gli Stati”.
Giano Bifronte invita a pensare al passato e al futuro della diplomazia anche secondo Luca Sabbatucci, direttore generale per la Mondializzazione e le questioni globali del ministero degli Esteri, sostenitore del Festival. “Con noi – ha detto il dirigente – portiamo un passato che ci ha fatto evolvere dal Medioevo in cui ci ha lasciati la Seconda guerra mondiale, a un presente senza più guerre in buona parte del continente europeo”. Secondo Sabbatucci, “nel futuro c’e’ la sfida alla sostenibilità, l’apertura all’Africa, l’Asia e il Sudamerica”.