Cooperazione italiana: firmati a Vienna due importanti Memorandum con UNIDO
Giorgio Marrapodi, Direttore Generale della DGCS (Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale) è recentemente tornato da una missione a Vienna dove ha incontrato Li Yong, direttore generale di UNIDO (United Nations Industrial Development Organization) per la firma di due importanti Memorandum.
UNIDO è l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove lo sviluppo industriale per la riduzione della povertà, la globalizzazione inclusiva e la sostenibilità ambientale. La collaborazione con l’Italia è ormai consolidata e ha favorito concrete sinergie con il nostro Sistema Paese. Di questo e molto altro ci ha parlato il Direttore Marrapodi anche riguardo la strategia politica messa in campo dal MAECI che ha fatto dell’Italia uno dei principali donatori di UNIDO nell’ambito dei contributi bilaterali.
Vorrei aprire con una nota personale, visto che questa missione mi ha riportato in una città a cui sono legato profondamente e dove ho avuto l’onore di servire come Ambasciatore d’Italia proprio prima di essere nominato direttore della DGCS. La missione appena conclusasi è in naturale continuità con il sostegno finanziario da noi assicurato finora a UNIDO che fa dell’Italia il quinto donatore in termini di contributi obbligatori dopo Giappone, Cina, Germania e Brasile, e il primo donatore bilaterale se si sommano i contributi volontari da noi versati all’Organizzazione sin dalla sua istituzione.
Qual è l’approccio italiano e qual è il settore prevalente del nostro sostegno finanziario a UNIDO?
L’agroindustria è il settore in cui confluiscono la maggior parte dei nostri finanziamenti a UNIDO indirizzati a una serie di interventi che in alcuni casi vedono il coinvolgimento anche del settore privato italiano.
Particolare rilevanza per dimensione e impatto rivestono i progetti in Etiopia, tra cui l’istituzione di quattro Parchi Integrati Agro-Industriali per la trasformazione dei prodotti agricoli per l’esportazione o il commercio interno. Sempre in Etiopia, siamo i principali finanziatori, insieme a Cina e Unione Europea, del Programme for Country Partnership.
La collaborazione con l’UNIDO ha consentito nel tempo di promuovere importanti partenariati e sinergie con il nostro Sistema Paese, contribuendo alla diffusione di modelli caratteristici del modo italiano di “fare impresa” (marchi di qualità, consorzi ed aggregazioni di piccole e medie imprese) e valorizzando le nostre eccellenze, in particolare nel settore agroindustriale. Infine, sono stati sviluppati importanti partenariati anche con gli enti locali italiani, come per esempio la Regione Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo industriale e urbano sostenibile lungo la Via della Seta.
In pratica quali sono gli impegni assunti attraverso i due Memorandum e quale ruolo avrà la Fondazione Illy che collabora a uno dei due progetti?
I due programmi sono stati firmati a Vienna il 24 gennaio scorso con il Direttore UNIDO Li Yong, alla presenza della Vice Presidente della Fondazione Illy, Anna Illy, oltre che al Rappresentante Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali e i rappresentanti permanenti dei paesi Beneficiari. Sono alla base di un approccio condiviso che mira a sostenere le imprenditrici e gli imprenditori di piccole e medie dimensioni insieme alle loro associazioni, nel miglioramento della qualità e quantità produttiva e nel facilitare l’accesso a nuovi mercati, sostenendo così il reddito e creando nuove opportunità di lavoro. Finalità che vengono perseguite tramite l’uso responsabile e sostenibile delle risorse naturali e il pieno coinvolgimento delle istituzioni nazionali e regionali.
L’iniziativa si arricchisce anche della collaborazione di un’eccellenza italiana nel settore del caffè, ILLY che insieme alla Fondazione Ernesto Illy metteranno a disposizione specialisti e know-how per consulenze sulla filiera e borse di studio per sviluppare le competenze del personale locale, con corsi di formazione da realizzarsi in Italia, analogamente a quanto avviene già per un altro progetto della Cooperazione Italiana attualmente in corso in Etiopia.
In sintesi cosa prevedono i due programmi che UNIDO realizzerà in Mozambico e in Tunisia?
La prima iniziativa insiste su una straordinaria area naturale del Mozambico, il Parco delle Quirimbas, attraverso un intervento del valore di 4 milioni di Euro che non si concentra solo sulla filiera del caffè ma sosterrà anche altre colture già presenti nell’area e identificate nel piano strategico della provincia – ortaggi, sesamo, mais, riso, anacardi – come forma di massimizzazione degli sforzi per il miglioramento dei servizi generali all’agricoltura e per contribuire in modo più organizzato e strutturato all’economia locale e all’ambiente.
L’iniziativa vede anche una collaborazione con IllyCaffè e la Fondazione Ernesto Illy che metteranno a disposizione consulenze specialistiche, borse di studio e corsi di formazione in Italia. Si tratta di una conferma della sempre maggiore importanza che il partenariato pubblico privato riveste nella cooperazione internazionale.
Il secondo intervento, invece, ci porta in Tunisia con una iniziativa volta a migliorare la competitività del settore dell’artigianato e del design, e garantire così la crescita della gamma di prodotti artigianali e l’accesso ai mercati locali ed internazionali. Grazie al nostro finanziamento di 500.000 Euro, si potranno sostenere e formare istituzioni pubbliche ed enti privati che intervengono nel settore dell’artigianato e del design; identificare e sviluppare 6/8 filiere a forte potenziale su cui concentrare le attività; sostenere quelle attività economiche che presentano prospettive di crescita.
Le attività saranno realizzate in stretta collaborazione con l’Office National de l’Artisanat (ONA), ente pubblico alle dipendenze del Ministero del Turismo tunisino. Più in generale, il nostro contributo si inserisce nelle priorità d’azione delineate nel Memorandum d’Intesa tra il Governo italiano e il Governo tunisino per la Cooperazione allo sviluppo firmato a Roma nel febbraio 2017, che sottolinea tra l’altro la necessità di rafforzare l’imprenditorialità, in particolare dei piccoli o piccolissimi produttori.
Oltre alla firma dei due Memorandum a Vienna si è riconfermato anche l’impegno dell’Italia a sostenere le capacità imprenditoriali delle donne nel Sud del Mediterraneo: cosa ci può dire al riguardo?
La mia missione ha anche rappresentato l’occasione per annunciare il finanziamento della II° fase del progetto: “Promoting Women Empowerment for Inclusive and Sustainable Industrial Development in the MENA Region, del valore di 1.300.000 euro, che si pone in naturale continuità con quanto finora realizzato con successo nella prima fase del progetto.
L’intervento riguarderà Egitto, Libano, Giordania, Marocco, Palestina, Tunisia e Algeria. L’obiettivo è quello di favorire il dialogo delle Istituzioni con le associazioni di donne imprenditrici, rafforzare le capacità delle associazioni di donne imprenditrici, attraverso corsi di formazione per lo sviluppo delle abilità manageriali e attività di consulenza, e promuovere nuovi investimenti, anche con il coinvolgimento di istituzioni finanziarie della regione. Si tratta di tematiche che sono alla base della priorità della Cooperazione Italiana e che confermano il nostro impegno e sforzo congiunto per potenziare il ruolo delle donne in chiave imprenditoriale nella regione del MENA ( Middle East and North Africa ).
Ancora un ultimo cenno alle altre due importanti tappe della sua missione viennese: l’incontro con il direttore di UNDOC, organismo ONU per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine internazionale e la visita ai laboratori della Joint Division IAEA (International Atomic Energy Agency) che promuove l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare.
La mia missione a Vienna è stata occasione per incontrare i vertici dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga ed il Crimine (UNODC), dove l’Italia svolge un ruolo importante in termini di iniziative di cooperazione nel settore dell’accesso alla giustizia e miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri in alcuni paesi beneficiari della Cooperazione Italiana. Si tratta poi di un settore delle NU dove molti funzionari italiani hanno ruoli importanti e delicati: è stata anche un’occasione per incontrare alcuni di loro.
Mi sono inoltre recato in visita presso l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e presso i Laboratori della Joint Division AIEA/FAOdi Beiersdorf dove ho potuto constatare l’eccezionale lavoro svolto in materia di ricerca, controllo e nuove applicazioni tecnologiche nel settore agroalimentare.
Infine quali altri impegni internazionali la attendono nell’immediato futuro?
A marzo parteciperò alla riunione dei Direttori Generali della Cooperazione europei a Bruxelles, appuntamento annuale che riunisce i miei omologhi dei Paesi Membri per discutere delle tematiche di cooperazione e sviluppo internazionale.
A maggio invece si svolgerà qui a Roma EXCO 2019, Fiera Internazionale della Cooperazione allo Sviluppo dedicata alle aziende che operano nei settori della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica e della formazione, che vedrà DGCS e AICS, insieme ad alcune Organizzazioni Internazionali basate in Italia, impegnate con l’organizzazione di alcuni seminari sulle tematiche dell’innovazione per lo sviluppo sostenibile, il ruolo delle piccole e medie imprese nella cooperazione internazionale, l’agroindustria e la gestione sostenibile delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo.