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Giordania, madri a sostegno dei propri figli per ricominciare a vivere

Storia di Um Ibrahim, una mamma rimasta vedova e che per amore dei propri figli ha lasciato la Siria per andare a vivere nel campo profughi di Za’atari. Una nuova vita per ricominciare, ma soprattutto per dimenticare le crudeltà e le sofferenze.

In Giordania, dal 2012 ad oggi la Cooperazione Italiana ha finanziato interventi di assistenza umanitaria a favore della comunità di rifugiati e delle comunità ospitanti, nonché iniziative a sostegno delle istituzioni giordane, in una strategia operativa volta sia a intervenire per le emergenze che a sostenere i servizi giordani messi a dura prova dalla crisi siriana. L’afflusso massiccio di rifugiati siriani, a cui è stato garantito l’accesso ai servizi pubblici al pari della popolazione locale sebbene con alcune limitazioni, ha messo infatti a dura prova la capacità del Paese di mantenere un livello qualitativamente e quantitativamente adeguato di servizi al cittadino.

L’investimento complessivo è stato ad oggi di circa 36M euro.

Con il protrarsi della crisi siriana, la Giordania rimane in prima linea nel fronteggiare una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo, dimostrando un ammirevole impegno e un’eccezionale solidarietà nei confronti dei siriani stabilitisi in Giordania in fuga dal conflitto. Il governo locale stima che nel Paese risiedano al momento oltre 1 milione di siriani ovvero circa il 11,9% circa della popolazione totale residente nel Paese; di questi 671,550 sono registrati da UNHCR come richiedenti asilo. Il 79% dei rifugiati registrati vive nelle host communities e soltanto il 21% nei campi profughi formali.

Principali partners: OSC Italiane e locali e OOII (UNHCR, UNICEF, IOM, UN Women, ICRC, WFP, WHO)

Principali zone di intervento: Regione di Amman e Aqaba, Governatorati di Zarqa, Irbid, Mafraq e Jerash, Madaba, Ma’an e Karak

Principali settori d’intervento: Istruzione, Protezione e Salute

Lo 0.5% delle famiglie giordane è considerato food insecure mentre un ulteriore 13% è vulnerabile in termini di sicurezza alimentare. Nell’ambito del settore Livelihoods e sicurezza alimentare, l’intervento della Cooperazione Italiana consiste principalmente nel fornire sostegno economico e alimentare mediante cash assistance, food assistance e supporto all’impiego, attraverso contributi alle OSC (AIDOS, AVSI, ARCS, ICU e INTERSOS) e alle OOII (UNHCR e WFP).

Um Ibrahim ha scelto di rifiorire, e non di sopravvivere

Sei anni fa, Um Ibrahim e i suoi quattro figli sono fuggiti dalla Siria lasciandosi alle spalle la guerra nella loro città natale di Dara’a. Il conflitto iniziato nel 2011 nel Paese li ha costretti ad abbandonare casa e beni – tutto ciò che era loro familiare – e dirigersi verso la sicurezza a sud del confine tra la Siria e la Giordania. Attualmente vivono nel campo profughi di Za’atari nel nord della Giordania. “Pensavamo che saremmo rimasti qui soltanto per poco tempo, finché la situazione non fosse migliorata”, dice Um Ibrahim, riflettendo sulla vita tra i rifugiati nel campo. “Ma siamo ancora qui, e per ora restiamo qui.”

Come un hobby si è trasformato in mezzo di sostentamento

Um Ibrahim si è sposata 25 anni fa quando aveva solo 14 anni. Ora, mentre si avvicina ai 40 anni, è rimasta sola con quattro figli a cui badare. Ha perso il marito in guerra. Come madre single, Um Ibrahim lavora nel campo per sostenere la sua famiglia. È impiegata dal Programma Alimentare Mondiale (WFP) in una delle quattro Healthy Kitchens, dove i genitori trovano impiego aiutando a preparare i pasti forniti agli studenti delle scuole del campo.

“Cucinare è sempre stato un hobby per me. Quando ero una ragazza, mia madre diceva che saper cucinare sarebbe risultata un’abilità utile”, ha detto Um Ibrahim “Non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe arrivato a significare così tanto e diventare la fonte delle mie entrate”. Il figlio minore Abdullah è nato in Siria – aveva solo 7 mesi quando la famiglia è arrivata in Giordania. Nel frattempo, il figlio maggiore è tornato in Siria dopo che la famiglia ha attraversato il confine, ed è in seguito riuscito a rifugiarsi in Germania.

 

 

Il Programma alimentare mondiale (WFP) offre pasti scolastici sani a 20.000 bambini rifugiati in tutte le scuole formali del campo di Zaatari attraverso il progetto Healthy Kitchens, cui l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ha contribuito anche quest’anno con un finanziamento 1M di Euro. Il progetto mira a migliorare la salute e la consapevolezza nutrizionale, promuovendo al tempo stesso sane abitudini alimentari. Circa 200 donne siriane sono impiegate, beneficiando così dell’opportunità di creazione di reddito, per preparare e cucinare pasti scolastici sani, come formaggio fresco e pane condito con timo (manaqeesh) insieme a verdura e frutta di stagione, che sono forniti ogni giorno a oltre 10.000 studenti nelle scuole formali di Za’atri e Azraq.

 

 

L’orgoglio dipinto sul volto di Um Ibrahim è palese, mentre spiega come funziona la cucina salutare: “Includiamo una porzione di pasta, una di frutta e una di verdure per ogni pasto! E poi sforniamo i dolci qui nel campo”.

Fare la spesa in un batter d’occhio

“L’assistenza alimentare che riceviamo è molto buona, senza di essa nessuno di noi ospiti potrebbe restare qui, nessuno sarebbe in grado di sopravvivere”, spiega Um Ibrahim. “Acquistiamo cibo tramite un macchinario per la scansione dell’iride, che è molto facile da usare: quando vado a pagare il cibo al supermercato, guardo in una macchina che analizza i miei occhi e si collega all’account collegato al mio nome. Non devo neanche più preoccuparmi di avere del denaro contante o una carta!”.

E per quanto riguarda l’erogazione del contributo? “All’inizio di ogni mese, ricevo un messaggio di testo che mi informa che il nostro account è stato ricaricato. Ogni membro della mia famiglia riceve 20 JOD al mese per comprare cibo e ogni mattina riceviamo anche pane fresco presso i punti di distribuzione del pane all’interno del campo”.

Imparare che la speranza non ha limiti

Riflettendo su come sono trascorsi gli ultimi sei anni, Um Ibrahim ha detto che la lezione più grande che ha imparato è che la capacità umana di speranza non ha limiti.
“Sono ancora in grado di vedere la speranza quando la vita sembra non averne alcuna, vivere nelle difficoltà mi ha permesso di vedere il bene nelle persone e di apprezzare le benedizioni che ho”, ha detto. “Il potere della gioia, dell’amore e della gentilezza mi dà un senso di speranza: la condivisione di un pasto o un abbraccio con un vicino è stata una forza così potente e inaspettata”.

Grazie al generoso contributo di donatori tra cui la Cooperazione Italiana, il WFP è in grado di continuare a sostenere la famiglia di Um Ibrahim e migliaia di profughi siriani che come lei vivono ormai da lungo tempo in Giordania.

 

Scheda progetto

Assistenza alimentare per i siriani vulnerabili rifugiati in Giordania e per i giordani colpiti dalla crisi siriana

Il programma si inserisce nell’ambito del Transitional Country Strategic Plan (TCSP) del WFP per il 2018 per la Giordania. Il finanziamento italiano si rivolge ai bisogni alimentari di base delle famiglie di rifugiati più insicuri e che dipendono dall’assistenza alimentare del WFP per mantenere la loro sicurezza alimentare. Il programma ha due componenti principali: (i) fornire assistenza alimentare salva-vita e (ii) sostenere il programma nazionale di pasti scolastici fornendo pasti ai rifugiati siriani che risiedono nei campi, e iniziative di educazione nutrizionale.

 

Importo totale 1.000.000,00 €
Paese beneficiario Giordania
Ente esecutore PAM-World Food Programme/WFP
Canale Bilaterale
SDG Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.

 

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