La storia di Diga e le altre: volontarie per la salute in Camerun
Un cambio di passo nella promozione dell’igiene e della prevenzione socio-sanitaria nella regione dell’Estremo Nord del Camerun, un esempio di cooperazione tra Aics, osc e organizzazioni locali
Diga ha 22 anni, è sposata ed è madre da 2 anni. Vive sin da quando era bambina a Woulki, nel dipartimento Logone e Chari in Estremo Nord Camerun.
Da fine novembre, Diga è una delle 166 donne che si è volontariamente impegnata nelle attività di promozione delle buone pratiche sanitarie e igieniche in favore di 116 villaggi ospitanti rifugiati, sfollati e ritornati a causa di Boko Haram e della crisi climatica che affligge la regione.
Diga ha seguito un corso di formazione svolto da operatori del progetto «Soggettività e rafforzamento della resilienza dei sistemi socio-economici delle popolazioni rifugiate e sfollate e delle comunità ospitanti nell’Estremo Nord Camerun», realizzato da Incontro fra i Popoli e Aceen e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).
Con la voce di donna leader, Diga spiega in un francese semplice e chiaro il motivo del suo impegno: «Sono convinta che Dio mi abbia voluta a Woulki affinché con il vostro sostegno io possa agire in modo che ciascuno degli abitanti non dovrà più morire a causa di cattive pratiche igieniche e sanitarie».
Sorridente e visibilmente soddisfatta del suo status di donna esperta, la giovane sottolinea la sua strategia: «Ogni giorno raduno tutti i membri di minimo cinque famiglie, massimo sette, per la sessione. Ogni settimana inoltre organizzo da due a tre chiacchierate con donne e giovani. Cerco di far rivelare ai partecipanti senza tabù come gestiscono la loro igiene. Dopodiché faccio una sintesi per punti di quanto emerso e mi soffermo a spiegare le nefaste conseguenze di certe pratiche. Animo i miei incontri aiutandomi con le immagini raffiguranti buone e cattive abitudini fornitami grazie al progetto».
Alla domanda sui risultati dei suoi sforzi, Diga risponde immediatamente senza esitazioni: «L’igiene è cultura individuale e collettiva. A Woulki più nessuna donna è stigmatizzata a causa delle mestruazioni. Ciascuna ora sa pure fabbricarsi assorbenti igienici utilizzando panni di cotone».
Grazie all’impegno diretto di Diga e delle sue 165 colleghe da novembre ad oggi sono già più di 15mila le donne ad aver adottato comportamenti più adeguati in materia di igiene, prevenzione di malattie idriche, infettive e epidemiche, pianificazione familiare, salute materna, neonatale e infantile nell’estremo Nord del Camerun.
Ma non è tutto. Sempre sul fronte igiene e prevenzione il progetto ha attuato l’Assainissement Total Piloté par la Communauté (Risanamento totale pilotato dalla comunità Atpc ) in 116 villaggi che consiste nell’incoraggiare la comunità ad analizzare i propri comportamenti igienici e mettere fine a pratiche quali la defecazione all’aperto e il risanamento igienico in 50 scuole.
Risultati: 260.930 tra adulti e giovani e 51.670 gli studenti hanno partecipato al progetto di sensibilizzazione. 15mila famiglie si sono già dotate di latrine munite di dispositivi per il lavaggio delle mani, mentre diverse migliaia di donne e ragazze finalmente adottano buone pratiche di gestione dell’igiene mestruale.
A Chougoulé, uno dei villaggi del Comune di Mokolo, a circa 600 km da Woulki, il signor Ganava si è confidato al Grande Tecnico Animatore Abdoul Bassit in questi termini: «Sono davvero contento del vostro lavoro. Le nostre donne ora godono di una miglior salute fisica e psicologica. Personalmente, ogni mese compravo della carta igienica a mia moglie per aiutarla nella gestione del suo ciclo mestruale. Ora che ha imparato a fabbricarsi gli assorbenti con panni di cotone, ha smesso di tagliare pezzi del nostro materasso in spugna che usava come tampone. Non era di certo una buona cosa».
La popolazione dell’Estremo Nord Camerun subisce da decenni gli effetti dei cambiamenti climatici e dal 2014 le violenze perpetrate da Boko Haram. Ne è scaturita un’elevata mobilità umana interna e proveniente dalla Nigeria. Il settore salute si è fortemente deteriorato a causa della commistione di ridotta disponibilità di acqua potabile, cattive pratiche igieniche, assenza di adeguate strutture igieniche e fognarie, scarsa conoscenza dei metodi di pianificazione familiare, scarsa possibilità di accesso ai Centri di Salute e ai medicinali di base, elevatissimo rapporto numerico abitanti/personale sanitario, limitati mezzi e scarse conoscenze per la prevenzione della malnutrizione. In un tale contesto il progetto di emergenz AID 11226 “Soggettività e rafforzamento della resilienza dei sistemi socio-economici delle popolazioni rifugiate e sfollate e delle comunità ospitanti nell’Estremo Nord Camerun”, realizzato dall’OSC Incontro fra i Popoli e dal suo partner camerunese ACEEN e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, punta al rafforzamento della resilienza del sistema socio-sanitario delle comunità coinvolte.