Lavoro dignitoso, creatività e riscatto in Tunisia, in un webdoc le storie del progetto Restart
Nelle quattro regioni interessate dall'iniziativa si sono recate l’estate scorsa giornaliste del Collettivo Fada per raccogliere voci di donne e di rappresentanti di comunità locali.
In una Tunisia che sembra sempre camminare sull’orlo di un baratro, tirata per la camicia da una società civile dinamica ed esigente, la crisi politica affianca quella economica. Oltre all’esclusione economica, i giovani devono spesso affrontare situazioni di marginalità sociale, malessere che già le proteste delle “Primavere arabe” avevano messo in luce. La mancanza di opportunità e un forte sentimento di alienazione hanno contribuito a suscitare una diffusa disillusione dei giovani verso le istituzioni, la politica e la società civile.
L’autunno e l’inverno sono le stagioni delle proteste degli abitanti delle regioni più marginalizzate del Paese, le stesse dove ha avuto inizio la rivoluzione del 2011. È in queste zone, a Jendouba, Kasserine, Sidi Bouzid e Mahdia, che si sviluppa il progetto Restart – Riqualificazione Ecologica e Sociale dei Territori Attraverso il Rilancio dell’imprenditoria giovanile in Tunisia, coordinato e realizzato dalla ong Cospe in collaborazione con Dida, Associazione Microfinanza e Sviluppo, Enactus Tunisie, CitESS Mahdia e CitESS Sidi Bouzid e Raj Tunisie e finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).
Con la creazione di più di 50 imprese giovanili per la riqualificazione territoriale, “Restart” intende dare risposte alla marginalizzazione lavorativa e sociale giovanile, alla carenza di opportunità di istruzione e di lavoro, e al diffuso sentimento di alienazione dei giovani rispetto alle loro comunità e territori. Attraverso un approccio partecipativo, il progetto utilizza strumenti specifici per raggiungere l’obiettivo, fra cui una formazione professionale sulla gestione d’impresa e la creazione di una piattaforma digitale in più lingue per favorire lo scambio di buone pratiche fra start-up, centri di ricerca e istituzioni. Restart vuole rimettere al centro i diritti dei giovani, sostenendo la loro emancipazione sociale ed economica. Per fare questo, intende agire per eliminare gli ostacoli che impediscono l’esercizio di questi diritti affinché tutti i giovani abbiano accesso a un lavoro dignitoso
Nelle quattro regioni interessate dal progetto si sono recate l’estate scorsa le giornaliste Sara Manisera e Arianna Poletti del Collettivo Fada per raccogliere le voci di donne, rappresentanti di comunità locali che trovano un riscatto grazie ad opportunità di lavoro etiche e sostenibili.
Le loro storie sono state raccolte in un webdoc interattivo che potete vedere qui