Mission Bambini in Eritrea per la prevenzione contro le cardiopatie
Formazione e prevenzione in azione. L'obiettivo è quelli di diagnosticare e trattare cardiopatie neglette nei giovani
Lo scorso novembre con il presidente di “Un Cuore, Un Mondo”, Mario Locatelli, e il suo team ci siamo recati a Barentu, nella regione eritrea di Gash Barka. Ci siamo andati per raggiungere un cardiologo e un altro specializzando sul posto e svolgere, insieme ai medici locali, in una scuola primaria, una delle missioni di prevenzione delle cardiopatie infantili nell’ambito del progetto “Cure di emergenza e formazione per garantire all’Eritrea un sistema sanitario migliore” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics). Le missioni di prevenzione prevedono una visita preliminare con auscultazione del cuore e verifica dello stato di denti e gola e un’ecografia con ecocardiografi portatili acquistati grazie al progetto supportato da Aics.
Si uniscono alla missione anche una giovane dottoressa di medicina generale di Massawa, Saliem Mekonnen, e due medici eritrei, Abraham Dawit, di Massawa, e Teklezgi Teklesenbet, di Cheren. Non vogliono perdere l’occasione– ci dicono – di poter utilizzare strumentazione all’avanguardia e di lavorare con i nostri cardiologi esperti. Inoltre, le missioni permettono di vedere molteplici casistiche e di fare diagnosi con persone di grande esperienza. “Senza contare che, facendo gli screening nelle scuole si riescono anche ad intercettare cardiopatie congenite che potrebbero passare inosservate prima di diventare sintomatiche” aggiunge il dottor Teklesenbet, che prosegue raccontandoci di una bambina di Cheren all’apparenza sanissima a cui e’ stata riscontrata una cardiopatia congenita seria durate la missione di aprile e che, a seguito della visita, e’ stata messa in lista tra i casi da sottoporre ad intervento chirurgico. Per i casi gravi, infatti, viene inviata una comunicazione all’Ospedale Orotta di Asmara dove i bambini possono essere operati d’urgenza. “Se non avesse avuto la fortuna di essere a scuola quel giorno probabilmente sarebbe morta prematuramente nel giro di qualche anno senza saperne il perché” conclude il medico.
Scopriamo poi che, sempre durante la missione di prevenzione di aprile, il team è riuscito a diagnosticare e correggere una grave cardiopatia reumatica di un altro ragazzo di Cheren, Osman, che soffriva di dolori alle articolazioni e quasi non era in grado di camminare. Il medico anestesista pediatrico, Piergiorgio Setti, ci ha parlato dell’intervento e del decorso post-operatorio del ragazzo: “L’intervento è riuscito. […] Siamo tutti soddisfatti della reazione di Osman. Dopo i primi 3 giorni in terapia intensiva, appena ha compreso che probabilmente ce l’aveva fatta, è diventato reattivo alle sollecitazioni, ha mangiato e aveva uno sguardo attento a ciò che gli girava attorno. Anche i genitori, soprattutto la mamma che non lo lasciava nemmeno per un minuto anche la notte, sembravano più fiduciosi”. Dopo sei giorni dall’intervento, ha provato ad alzarsi dal letto. “Il ragazzo pareva timoroso e mi sono avvicinato a lui per capire se avesse bisogno di supporto” racconta il dottor Setti. “Lo prendo per mano, sento il suo cuore battere nelle mie mani. Appena timidamente fa qualche passo, mi trasmette immediatamente la sua gratitudine e gioia, mentre la mamma sta a poca distanza e non sa ancora a cosa pensare, se gioire per una situazione favorevole oppure aspettarsi qualche imprevisto. Arriva il papà, abbracci e stretta di mano a tutti noi; non si aspettava di trovare il proprio figlio in piedi ad attenderlo. Mi ricordo che il papà non smetteva di ringraziarmi”. Conclude poi “Ho assistito ad altri casi, e loro, i bambini, ringraziano col “cuore nelle mie mani”.
Ecco perché ho imparato in questi anni a stare con loro, cosa che non sapevo fare prima. Ho imparato a guardarli negli occhi senza schermi o pregiudizi, a sedermi vicino a loro semplicemente per ascoltare il loro cuore. Ho imparato ad accompagnarli durante le cure e, quelle volte che ero vicino a loro, con la loro mano nella mia nel momento di lasciare il letto dell’ospedale per riprendere a camminare, ho veramente sentito il loro cuore nelle mie mani. E certe espressioni mute nelle parole ma ricche di amore negli sguardi e nei gesti sono stampate nella mia mente e lì rimarranno per sempre. Amo la vita.
Aics si occupa in Eritrea di garantire un sistema sanitario migliore provvedendo a cure di emergenza e formazione , nell’ambito del progetto AID 11278/ER/01, implementato da Fondazione Mission Bambini , in partenariato con “Un Cuore, Un Mondo”, As.Me.V. Calabria e Istituto Figlie di Sant’Anna.
Gli Obiettivi sono aumentare la capacità di prevenzione di medici e infermieri locali nell’ambito delle malattie cardiache reumatiche assicurando le prime cure di urgenza e potenziando le strutture locali con adeguate strumentazioni; garantire cure urgenti ai malati affetti da insufficienza renale e migliorare la capacità di prevenzione di medici, infermieri e tecnici locali nell’ambito della nefrologia; garantire un’alimentazione integrativa a 460 bambini sotto i 5 anni dei villaggi di Abo, Zagher e Tokondà.
Il progetto si sostanzia in tre azioni principali: 9 missioni per la prevenzione di cardiopatie reumatiche e il supporto alla dialisi; acquisto di attrezzature mediche per la prevenzione delle cardiopatie e la dialisi; distribuzione di alimenti e ovini a bambini di meno di 5 anni.