GIORDANIA
Acqua, terra e cooperative agricole: creare reddito in Giordania risparmiando risorse naturali
Nonostante la scarsità d'acqua nel Paese, in alcuni governatorati giordani le persone riescono a coltivare e vendere prodotti locali grazie al sostegno dell'Aics e dei suoi partner, che hanno migliorato l'efficienza idrica
Nel nord della Giordania, in una terra brulla a pochi chilometri dalla Siria, donne e uomini residenti in località remote dei governatorati di Mafraq e Irbid di si affaccendano a raccogliere i prodotti coltivati nelle lunghe serre circolari che sono state installate, con il contributo della cooperazione italiana, per sostenere il settore agroalimentare in aree affette dalla scarsità d’acqua e particolarmente vulnerabili agli stress climatici e ambientali.
Timo, basilico, cipolle, erbe aromatiche, lattuga, coltivazioni locali e prodotti richiesti dal mercato. Coniugando pratiche e metodologie tradizionali e tecnologie moderne ed innovative e basandosi sull’approccio del Nexus Acqua-Energia-Sicurezza, l’International Union for Conservation of Nature (Iucn), partner di Aics per la realizzazione dell’iniziativa, ha puntato sulla diversificazione dell’agricoltura e dell’approvvigionamento idrico e su un utilizzo più efficiente e razionale dell’acqua, nonché sull’introduzione ed utilizzo di energie rinnovabili.
La Giordania è infatti uno dei paesi più poveri d’acqua al mondo. La scarsità di acqua è riconosciuta come uno dei principali ostacoli al suo sviluppo socio-economico e al regolare ripristino delle risorse naturali. La insufficiente disponibilità di acqua, sia in termini quantità che di qualità, ha chiaramente un notevole impatto sull’agricoltura, a cui si attribuisce il 70% del consumo totale di acqua del Paese, e sulla sicurezza alimentare.
Aics e Iucn, in risposta a tale necessità di conservazione delle risorse naturali e in collaborazione con Community Based Organizations (Cbo) locali selezionate come partner, hanno orientato l’intervento sul miglioramento dell’efficienza idrica nell’irrigazione attraverso l’introduzione di tecniche agronomiche a basso consumo idrico e l’utilizzo di energie rinnovabili, sia nel ciclo di produzione che di trasformazione dei prodotti agricoli. Iucn ha allestito in diverse località nei governatorati target otto siti di produzione agricola che utilizzano sistemi “smart” come la coltura idroponica e sistemi di energia rinnovabile, affiancati da analisi di mercato e training rivolti agli agricoltori e agli allevatori sugli aspetti operativi e di manutenzione per le tecniche di agricoltura sostenibile, in base a un approccio sistematico che analizza le interazioni tra l’ambiente naturale e le attività umane e si orienta verso una gestione e un uso più coordinati delle risorse naturali.
Nadia Al-Faqeer, quasi 60 anni e responsabile della cooperativa di donne Jafna Charity Association in Um Al-Qutayn, nel Governatorato di Mafraq, lavora nella filiera di produzione del timo in uno dei siti realizzati grazie all’iniziativa della Cooperazione Italiana. La cooperativa, selezionata da Iucn come partner dell’iniziativa, conta ad oggi 40 donne giordane e sin dalla sua fondazione nel 2015 ha sostenuto l’empowerment delle donne locali attraverso la formazione e il coinvolgimento in progetti produttivi come la piantagione e la lavorazione del timo. “Il progetto ha contribuito a generare reddito per la mia famiglia e mi ha reso un membro della comunità più produttivo ed efficace” sorride Nadia accanto al marito che la sostiene, spiega, in ogni sua iniziativa, “e lo stesso vale per le donne che hanno partecipato al progetto.”
Nadia ha lavorato alla creazione di piccole imprese, come progetti di trasformazione alimentare, e ha facilitato raccolte fondi e la conduzione di corsi di formazione per donne locali sulle pratiche agricole, per consentire loro di sostenere le proprie famiglie e rafforzarne le capacità di sussistenza. “Posso testimoniare che l’impatto di questo progetto è stato rilevante nel creare opportunità di lavoro per le donne giordane e siriane coinvolte. Produciamo il timo e lo raccogliamo mensilmente, poi lo vendiamo fresco, essiccato o lavorato nei mercati locali. Vendiamo i nostri prodotti presso i festival e nei bazar come il festival dell’olivo, il festival del jameed, il festival del ghee e i bazar di beneficenza. Al momento non abbiamo accesso ai mercati di esportazione, ma attendiamo con trepidazione di accedere a qualsiasi opportunità al di fuori della Giordania, perché siamo fiduciosi della nostra esperienza e della qualità dei nostri prodotti. Non vedo l’ora di espandere le attività della cooperativa e le opportunità di lavoro per coinvolgere un gruppo sempre più ampio di collaboratori”, aggiunge Nadia, mostrando insieme al marito i vasetti di timo etichettati e pronti per la vendita.
E anche noi, quando il responsabile progetto di Iucn indica le serre che sono state installate da privati sul terreno adiacente, sul modello evidentemente di successo di quelle finanziate da Aics, ci auguriamo che l’iniziativa possa costituire un modello di business sempre più imitato ed efficace, per creare opportunità di generazione di reddito nel settore agricolo e alimentare e incrementare la capacità di resilienza di un numero crescente di donne, uomini e famiglie vulnerabili.