Albania, l’imprenditoria femminile “Made with Italy” tutela la salute
La storia di Alina Lici, imprenditrice di Elbasan che con l’aiuto della cooperazione italiana ha riconvertito gratuitamente la sua sartoria e produce mascherine
E’ stato un gesto esemplare l’invio di medici e infermieri albanesi in Italia, per combattere la pandemia da Covid 19. Le reazioni dei cittadini italiani sui social e le dichiarazioni istituzionali alla stampa lo hanno evidenziato senza differenze di parte o di ruolo. Una decisione, quella presa dal Governo albanese, che ha confermato nei fatti e con le parole espresse dal premier Edi Rama all’aeroporto Madre Teresa di Tirana il forte legame di amicizia e cooperazione che accomuna Albania e Italia. Ne hanno parlato in tantissimi. Meno visibile, ma non meno esemplare è la storia di Alina.
I provvedimenti presi in Albania a seguito dell’emergenza da Covid-19 hanno permesso di avere un contenimento importante della diffusione del virus. I numeri sono bassi nel Paese, ma resta alta l’attenzione delle autorità locali, anche perché un’esplosione incontrollata della malattia metterebbe a rischio grave le capacità del sistema sanitario nazionale. Serve il contributo di tutti.
Alina Lici è un’imprenditrice di Elbasan. Ha una sartoria e produce abiti da sposa. La Cooperazione Italiana ha sostenuto il suo impegno imprenditoriale attraverso un’iniziativa realizzata dal Cies. Attraverso la concessione di grant e l’assistenza tecnica, la sartoria di Alina è cresciuta e ha rafforzato le sue capacità produttive. Non appena l’emergenza del corona virus ha comportato anche in Albania distanziamento sociale e utilizzo di strumenti di protezione, Alina ha convertito la produzione della sua piccola azienda. Realizza e distribuisce mascherine a medici, infermieri, forze dell’ordine e cittadini che a Elbasan lavorano in servizi essenziali al pubblico. Lo fa gratuitamente, per senso del dovere e perché questi sono i suoi valori. E’ un esempio, fra i tanti in Albania, di cosa vuol dire Made With Italy.