“Donne cruciali nel Senegal emergente”: Awa Guèye racconta sfide e obiettivi del Collettivo donne parlamentari
A Dakar l’AICS promuove il dialogo e la sensibilizzazione dei partner istituzionali senegalesi per modificare o abrogare le norme discriminatorie nei confronti delle donne.
Continua l’impegno italiano per la piena affermazione dell’emancipazione femminile in Senegal anche attraverso la riforma di quelle norme ancora in vigore che rappresentano di fatto una grave discriminazione nei confronti delle donne. Con il Progetto d’Appoggio alla Strategia Nazionale per l’Equità e l’Uguaglianza di Genere (PASNEEG) realizzato da AICS Dakar insieme al Ministero senegalese della donna, della famiglia e del genere, è stato creato un Comitato Tecnico di revisione di tutte le disposizioni di legge senegalese, incaricato di proporre formulazioni alternative, o in taluni casi l’abrogazione, delle norme discriminatorie individuate e di elaborare un conseguente rapporto tecnico. Il Codice della Famiglia e il Codice Penale sono le fonti di diritto analizzate, poiché contengono un alto numero di disposizioni discriminatorie nei confronti delle donne.
Tra gli attori coinvolti, un ruolo di grande rilevanza è giocato dal Collettivo delle donne parlamentari dell’Assemblea nazionale senegalese.
Dalle elezioni del 2012, grazie alla legge sulla parità, le donne rappresentano infatti quasi la metà (43%) dei deputati e hanno dunque un notevole peso politico. Il Collettivo si è reso protagonista della discussione su specifiche questioni, tra cui l’età legale di matrimonio (attualmente fissata a 18 anni per gli uomini e a 16 anni per le donne), la scelta della residenza della famiglia (che secondo il Codice della Famiglia spetta al marito), il divieto assoluto di interruzione volontaria di gravidanza (attualmente imposto anche in caso di stupro e incesto).
Abbiamo incontrato Awa Guèye, vice presidente dell’Assemblea nazionale e presidente del Collettivo donne parlamentari. Una laurea in filosofia e un’esperienza ventennale nel settore dell’insegnamento, Awa Guèye è in campo da numerosi anni per i diritti delle donne.
Signora Guèye, che ruolo gioca oggi la donna nella società senegalese?
La donna gioca da sempre un ruolo fondamentale nella società senegalese, la tradizione è ricca di esempi di donne che hanno avuto un ruolo strategico sia livello economico che politico, basti pensare ad Aline Sitoé Diatta, simbolo di resistenza e di lotta contro ogni forma di dominazione. Le donne rappresentano oggi il 52% della popolazione e sono presenti in tutti i settori di attività. A livello economico sono attori di primo piano, pensiamo al settore informale ma anche a settori quali agricoltura e allevamento. Le donne fanno parte dei decisori politici che deliberano azioni di cambiamento, cercando non solo di difendere i diritti di ogni ragazza e di ogni donna ma, al contempo, di vegliare sull’equilibrio nella distribuzione delle risorse. Le donne sono pertanto cruciali nell’ottica di un Senegal emergente, è necessario dunque che possano rivestire uguali ruoli di responsabilità sia a livello politico che economico.
Quali sono le difficoltà maggiori che le donne oggi riscontrano?
Le donne incontrano purtroppo ancora numerose difficoltà, penso all’accesso alla terra e alle sementi nelle zone rurali o all’astiosa questione del lavoro domestico che impedisce a molte giovani di seguire un normale percorso scolastico. Diventa pertanto fondamentale pensare e creare iniziative forti di promozione dell’approccio di genere in quanto strategia fondamentale per il raggiungimento dell’educazione per tutti.
Quali sono i risultati raggiunti a livello legislativo a favore delle donne?
Sul piano legislativo il Senegal ha fatto grandi progressi. Il protocollo di Maputo è stato infatti ratificato ed è stata votata una legge che permette una forte rappresentazione di donne nelle istanze elettive e semi elettive, la legge del 2010 sulla parità uomo-donna. Un altro risultato importante è stata la modifica della legge sulla nazionalità che permette oggi anche alla donna di trasferirla al marito o ai figli. Il Senegal ha inoltre compiuto molti passi in avanti anche per quanto riguarda la lotta alle mutilazioni genitali femminili e ad ogni forma di violenza di genere.
Quali sono le disposizioni discriminatorie identificate e che necessitano un intervento del Parlamento?
Ad oggi ci sono norme discriminatorie che persistono, prendo ad esempio il Codice della Famiglia e la legge sull’età legale di matrimonio che va modificata o la legge sull’autorità parentale che va rivista per permettere alla donna di avere maggiori diritti sui figli; inoltre, la questione del lavoro domestico, spesso a carico delle donne, che meriterebbe davvero una profonda riflessione. Tutte queste sono problematiche che vanno discusse e noi donne parlamentari stiamo lavorando affinché ci siano evoluzioni significative.
Lei è una delle beneficiarie delle formazioni organizzate nell’ambito del PASNEEG, quali sono state le sue impressioni?
Grazie al PASNEEG abbiamo avuto accesso a diverse formazioni che ci hanno permesso di poter fare una riflessione più profonda e pragmatica rispetto alle norme discriminatorie individuate, di discutere e confrontarci con vari esperti e di elaborare in sinergia strategie che permettano di eradicare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne.
Prossimi obiettivi?
Lavorare per eradicare ogni forma di discriminazione verso le donne e battersi per la modifica dell’età legale di matrimonio e la legge sull’autorità parentale.