Etiopia: Insieme con la Cooperazione italiana nella lotta alle malattie trasmissibili e non
Il "double burden" delle malattie trasmissibili e non, e le sfide della loro integrazione nel sistema sanitario in Etiopia: testimonianze da diverse esperienze
In questo momento cruciale della storia in cui tutto il mondo si ritrova ad affrontare una pandemia globale dovuta ad una malattia infettiva, in Etiopia l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) non ha perso di vista la dualità del problema delle malattie trasmissibili (Communicable Diseases – CDs) e non trasmissibili (Non-Communicable Diseases – NCDs). Il 26 e 27 febbraio, l’AICS Addis Abeba insieme al Ministero della Sanità, e in particolare al team dedicato alla NCDs operante sotto la Direzione per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha organizzato il workshop “Il Double burden delle Malattie Trasmissibili e Non e le Sfide della loro integrazione nel sistema sanitario in Etiopia: testimonianze derivanti da diverse esperienze”. Il workshop ha riunito insieme policy maker, esperti tecnici, e partner di sviluppo per confrontarsi su diverse esperienze implementate in Etiopia e in altri Paesi, nonché definire soluzioni tecniche basate sui dati epidemiologici del Paese.
L’Etiopia ha compiuto un progresso significativo nello sviluppo sociale, in particolare nel controllo delle malattie trasmissibili, nel miglioramento dello stato nutrizionale, e della salute materna infantile. Progresso che il Ministero della Salute è impegnato a mantenere per raggiungere la Copertura Sanitaria Universale (Universal Health Coverage – Uhc). Allo stesso tempo, però, si riscontra una crescente incidenza delle malattie non trasmissibili – alle quali sono riconducibili il 39% delle morti nel Paese – e dei rispettivi fattori di rischio. Malattie cardiovascolari, cancro, malattie respiratorie croniche e diabete, rappresentano le maggiori NCDs, mentre comuni fattori di rischio sono il tabacco, l’inattività fisica, una dieta sbilanciata, l’abuso di alcol, e il consumo di khat.
Per fronteggiare questa priorità, lo stesso Ministero ha perciò sviluppato un dettagliato Piano Strategico d’Azione 2019-2025 di implementazione a livello nazionale e regionale. La prevenzione e il trattamento delle NCDs rappresenta infatti una delle quattro categorie di indicatori del servizio sanitario individuati dall’OMS per monitorare il livello di equità nel settore della salute e di copertura sanitaria al fine di raggiungere l’UHC, e inoltre contribuisce al raggiungimento dei target 3 e 4 degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (Sustainable development goals – SDGs)
Nel corso delle due giornate del workshop, i numerosi stakeholder – le autorità sanitarie locali, le agenzie etiopiche, quali l’Istituto etiopico per la Salute Pubblica, le università etiopiche, le agenzie Bilaterali e Multilaterali, le Organizzazioni della società civile (Osc) i rappresentanti del settore privato nonché rappresentanti di Istituti italiani, con un importante contributo del ministero della Salute sudanese e delle sedi Aics di Karthoum e Gerusalemme – hanno visitato due Health Center della capitale, dove hanno potuto osservare la messa in pratica del Family Health Team in Etiopia. La due giorni si e poi sviluppata in presentazioni, dibattiti e panelli di discussione, dove i partecipanti hanno potuto condividere esperienze, informazioni, dati epidemiologici, approcci e metodologie, fornendo infine importanti raccomandazioni.
C’è infatti un bisogno urgente di una risposta integrata che miri a lavorare su tutti i maggiori fattori di rischio, insieme all’adozione di una pianificazione e approccio contestualizzati della fornitura di servizi che garantisca efficienza, efficacia ed equità. La struttura della Primary Health Care (Phc) è considerata in questo senso la chiave di volta: occorre che venga rafforzata in termini di disponibilità delle risorse umane, di sistemi di retention del personale qualificato, di capacità diagnostica dei casi, di gestione della supply chain nonché di raccolta e analisi dei dati primari di qualità e affidabili. Inoltre, i più alti livelli di leadership del Paese devono riconoscerne la priorità e destinargli risorse governative adeguate, insieme ai partner di sviluppo (DPs), in ragione del fardello socio-economico che si cela dietro ad una persona affetta da NCDs, che rischia di andare incontro a morte precoce o allo sviluppo di disabilità, esporre l’intero nucleo familiare alla condizione di povertà ed esacerbare così le disuguaglianze sociali. Il Ministero della Salute ha convenuto con i partecipanti su questa necessità, in particolare in vista del nuovo Health sector transformation plan (Hstp) in fase di finalizzazione, facendosi inoltre promotore dell’argomento negli altri Ministeri.
Affrontare il double burden delle CDs e NCDs richiede un approccio multisettoriale connesso con azioni multidisciplinari per rispondere a più ampi fattori sociali che influiscono sulla salute come povertà, equità e fattori ambientali. Fondamentale è quindi il coinvolgimento di Governo, DPs, Osc, università e settore privato, ma anche delle comunità stesse affinché venga incoraggiato il cambiamento positivo di comportamenti sociali ed abitudini scorretti, promuovendo uno stile di vita sano.
La convergenza di CDs e NCDs rappresenta una sfida e un’opportunità per assicurare un servizio sanitario sostenibile e comprensivo, riducendo il rischio di un ulteriore aumento della disuguaglianza nell’accesso ai servizi sanitari in Etiopia.