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GIORDANIA
La cultura è servita: archeologia, Archeo food e nuove prospettive di sviluppo tramite i sapori

Patrimonio culturale, sviluppo locale e percorsi di riscoperta della cucina antica: tra patrimonio tangibile e intangibile come espressione di identità, risorsa per lo sviluppo sostenibile e strumento per il dialogo interculturale

L’Italia e la Giordania condividono il privilegio di essere territori che hanno ospitato civiltà antiche e hanno entrambi ereditato un immenso patrimonio storico-artistico, con i loro innumerevoli siti archeologici e complessi monumentali. Entrambi i Paesi condividono anche la responsabilità di adoperarsi per preservare e valorizzare il proprio patrimonio culturale, tangibile e intangibile, e di trasformarlo in risorsa di sviluppo anche attraverso la promozione del turismo culturale.

Sulla linea della strategia nazionale di sviluppo del Governo giordano, delle politiche a sostegno della ripresa del Paese post-Covid-19 e dell’ultimo piano triennale di risposta alla crisi siriana, che hanno evidenziato la necessità di creare e/o migliorare le opportunità di reddito e la rivitalizzazione di tutte le industrie giordane gravemente compromesse, incluso appunto il turismo, la Cooperazione italiana sta esplorando, tra gli altri interventi, modalità nuove di declinazione del rapporto tra patrimonio culturale e turismo culturale, nonché il legame tra tutela del patrimonio culturale e creazione di opportunità di lavoro e crescita economica.

La Cooperazione Italiana sostiene il valore e il ruolo che il patrimonio culturale, tangibile e intangibile, detiene nel rappresentare la storia e l’identità di un Paese e, consapevole delle somiglianze tra i nostri due Paesi pertinenti cultura, tradizioni e beni culturali, ha promosso iniziative mirate a integrare la conservazione del patrimonio culturale in una visione più ampia che vede la valorizzazione della cultura e la governance partecipata dei beni culturali come elementi chiave di una politica regionale volta alla promozione dello sviluppo locale.

Discovering Madaba: a sustainable tourism project” è un progetto in corso di realizzazione in Giordania, nella città di Madaba e aree limitrofe, grazie a fondi italiani e in collaborazione con l’Università di Perugia. L’iniziativa, attraverso la conservazione di alcune aree archeologiche, corsi di formazione rivolti alla comunità locale e al personale del Dipartimento delle Antichità giordano, e alla valorizzazione di un itinerario turistico che possa potenziare l’offerta turistico-culturale, mira a rispondere alle esigenze di conservazione e gestione dei siti archeologici e di favorire lo sviluppo locale mediante l’incremento di una tipologia di turismo orientato alla fruizione di percorsi culturali e sempre più sostenibile.

È in questo contesto che a Madaba si sono incontrati storia, archeologia e cibo, ingredienti di una ricetta di successo che ha le carte in regola per diventare strumento di condivisione culturale. Le attività di training organizzate nell’ambito del progetto a favore dei funzionari del Dipartimento delle Antichità si sono concluse con un “laboratorio di cucina antica” sfociato nell’evento Archeo Food, che ha unito gastronomia e antichità offrendo una rivisitazione “edibile” di ricette del passato, ha deliziato i palati dei più scettici e scavato nelle radici comuni grazie al più intraprendente dei connettori sociali, il cibo.

 

Fino al 1400 esistevano più libri di ricette in arabo che in tutte le altre lingue del mondo. Molti piatti oggi considerati tradizionali italiani hanno radici arabe, come la pasta secca, itryya, o le paste ripiene”, racconta il professor Paolo Braconi, ideatore di Archeo Food insieme a Marino Marini, Maestro di gastronomia antica. “Apprendere storie attraverso il senso del gusto può essere un modo piacevole di arricchire la nostra esperienza del passato, per diventare più consapevoli del patrimonio immenso ereditato da chi ci ha preceduto. Creare, produrre, valorizzare cibi del passato dimenticati o sconosciuti, secondo l’idea di Archeo Food, può diventare un modo di valorizzare, attraverso il cibo storico, un monumento, un territorio, perfino un paesaggio.” E viceversa: i mosaici di Madaba, ad esempio, possono suggerire moltissime storie da raccontare attraverso cibi dimenticati. Uva e melagrana, che compaiono in quasi tutti i mosaici della città, possono diventare una traccia da seguire per riscoprire e riproporre sapori antichi e raccontarli attraverso il piacere di un cibo storico il cui sapore rende più ricca e appagante l’esperienza di viaggio e del visitatore

L’idea, ben accolta sia dalle donne alle quali sono stati proposti laboratori pratici per la preparazione dei piatti gustati dal pubblico nel corso dell’evento sia dalle Autorità locali, è quella di riflettere sul come e perché un cibo appartenente al passato e dimenticato possa essere recuperato, reinventato, assaporato, associato alla storia di un luogo, e come possa così trasformarsi in strumento di sviluppo. L’esperienza culturale del cibo e l’offerta di esperienze culinarie non ordinarie, grazie al loro intrinseco potenziale di promozione del turismo culturale, rappresentano un passo in più verso la generazione di opportunità economiche da cui può trarre vantaggio tutta la comunità locale.

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