Libano: città più vivibili
Rendere le aree urbane più vivibili e trasformare il patrimonio archeologico delle città libanesi in un motore di sviluppo locale. Questi gli obiettivi di due iniziative dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione che vuole sostenere il Governo libanese nell’opera di urbanizzazione.
BEIRUT. Negli ultimi decenni il Libano è stato protagonista di uno sviluppo urbano incontrollato. La conformazione geografica ha portato gran parte dei circa 4,5 milioni di abitanti a concentrarsi nei grandi centri urbani costieri. Inoltre, i diversi conflitti e la più che ventennale occupazione del sud del Paese da parte dell’esercito israeliano, conclusasi nel 2000, hanno causato rilevanti spostamenti di popolazione dalle aree agricole alle città.
A questi fattori si deve aggiungere l’emergenza, non solo abitativa, causata dall’arrivo nel Paese di circa un milione e mezzo di sfollati siriani.
Un’urbanizzazione selvaggia che molto spesso è avvenuta in assenza di piani regolatori e senza la realizzazione di infrastrutture adeguate, come impianti fognari o servizi per la distribuzione di acqua ed energia elettrica. Le città occupano superfici sempre più vaste e nelle periferie, che crescono in modo disordinato, la qualità della vita continua a deteriorarsi.
A causa della cosiddetta “crisi siriana” i livelli di degrado e povertà delle aree periferiche hanno subito un ulteriore innalzamento. In queste zone si registra un aumento significativo della popolazione, con alcuni quartieri che hanno sperimentato il raddoppio della popolazione, per l’arrivo di migliaia di cittadini siriani.
Anche i dodici campi dei rifugiati palestinesi presenti nel Paese, spesso alle porte delle grandi città, hanno registrato un aumento significativo della loro popolazione.
La mancanza di piani regolatori locali ostacola la capacità di assorbire nelle città un numero di abitanti sempre crescente. I servizi pubblici dagli anni della guerra civile sono insufficienti e dalla fine del conflitto non sono mai stati realizzati interventi strutturali, per metterli in grado di sostenere le nuove esigenze della popolazione urbana.
Così, solo i due terzi della popolazione è collegata alla rete fognaria, ma solo l’8% delle acque reflue è trattato. Il 50% dell’acqua potabile è perso nelle reti, mentre la fornitura media di energia elettrica non supera le 18 ore al giorno.
La Cooperazione Italiana interviene per migliorare la qualità della vita nelle aree più degradate del Paese con due diverse iniziative:
- Promoting National and Local Urban Systems Approaches
- Cultural Heritage and Urban Development – CHUD
Nel primo progetto l’AICS di Beirut e il Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (UN-Habitat) hanno collaborato con l’obiettivo di affrontare le questioni legate all’urbanizzazione rapida e costante, accentuata dalla crisi siriana, delle città libanesi. Un fattore che contribuisce ad aumentare la vulnerabilità sociale di molte aree metropolitane del Paese. Il repentino aumento della popolazione urbana si ripercuote sulla vita quotidiana delle comunità ospitanti, pesando sula rete delle infrastrutture socio-sanitarie, sul tessuto economico locale e sull’organizzazione sociale della comunità.
L’iniziativa intende contribuire al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti, comunità ospitanti e rifugiati siriani, nelle aree più povere delle quattro città principali del Libano (Beirut, Zahle, Saida e Baalbeck), attraverso un approccio multisettoriale per lo sviluppo e la promozione delle infrastrutture e dei sistemi urbani locali e nazionali.
In primo luogo il progetto mira a rafforzare la capacità degli Enti competenti per la definizione di politiche nazionali per le aree urbane, politiche che siano sostenibili e inclusive. Questo anche grazie allo sviluppo di sistemi locali e il rafforzamento dei servizi urbani di base, attraverso la realizzazione di interventi multisettoriali.
I beneficiari diretti dell’iniziativa sono i circa 200.000 abitanti, inclusi i rifugiati siriani e palestinesi, che abitano nelle zone urbane interessate dalle attività.
Nella realizzazione del Progetto sono coinvolti, come partner principali di riferimento, le diverse Municipalità selezionate e le organizzazioni della società civile attive sul territorio, la Direzione Generale della Pianificazione Urbana (DGUP), il Consigli per lo Sviluppo e la Ricostruzione (CDR) e i Ministeri degli Interni e delle Municipalità (MOIM) e dell’Energia e Acqua (MOEW). Sono inoltre coinvolte alcune agenzie delle Nazioni Unite (UNHCR, UNICEF e UNDP) per assicurare la complementarietà con i loro interventi e le ONG operanti nell’area con le quali sono condivisi i “Neighborhood Profile and Upgrading Plan” delle diverse aree.
Il programma Cultural Heritage and Urban Development (CHUD) è realizzato dalla Cooperazione Italiana insieme alla Banca Mondiale e all’Agenzia di Cooperazione Francese (AFD).
Per quanto riguarda il progetto CHUD la componente italiana si inserisce in maniera sinergica e coordinata nel programma più ampio di interventi mirati alla valorizzazione culturale e lo sviluppo urbano, promosso dal Governo Libanese d’intesa con la Banca Mondiale. La strategia promossa dalla Banca Mondiale, condivisa e cofinanziata dalla Cooperazione Italiana e da AFD (l’agenzia di Cooperazione francese) prevede, in un periodo di circa sei anni e per un impegno globale iniziale di circa 70 milioni di Dollari, di porre le basi per uno sviluppo/miglioramento delle condizioni economiche locali, di innalzare lo standard di vita dei centri storici di 5 città secondarie (Baalbek, Byblos, Sidone, Tripoli e Tiro) e di migliorare la conservazione e la gestione del patrimonio architettonico Libanese.
All’interno di tale logica di intervento, il progetto CHUD Italiano si svolge in maniera coordinata, ma indipendente e prevede un contributo di circa 10,8 milioni di Euro destinato ad interventi di:
- Riabilitazione e valorizzazione dei centri storici (componente urbanistica);
- Conservazione, valorizzazione e promozione dei siti archeologici (componente archeologica);
- Assistenza tecnica alla Direzione Generale per l’Urbanistica – DGU (componente di rafforzamento istituzionale).
Il finanziamento italiano sarà concentrato principalmente nelle città di Baalbek, Sidone, Tripoli e Tiro e più in dettaglio prevederà le tre componenti ricordate: - urbanistica: restauro, riabilitazione e riutilizzo del Serail di Baalbek, e di Khan el-Echle (Caravanserraglio della Prigione) di Sidone;
- archeologica: valorizzazione dei siti archeologici di Baalbek, Tiro, Sidone (il Castello di Terra) e restauro del Vecchio Mulino Ottomano Esendemir Mill di Tripoli;
- rafforzamento strutturale: assistenza tecnica alla DGU al fine di concorrere all’elaborazione di linee guida per la pianificazione dei centri storici e al miglioramento delle condizioni dei centri urbani.
Più precisamente, l’Italia si occupa del restauro strutturale e del riutilizzo di edifici storici al fine di riqualificare le aree urbane di Baalbek e Sidone; del restauro strutturale, la messa in sicurezza e il restauro di superficie dei siti archeologici di Baalbek (in particolare si interviene sui più importanti monumenti: il Tempio di Giove, il Tempio di Bacco e i Propilei), di Tiro (siti monumentali di El Mina ed El Bass), di Sidone e Tripoli, e della loro adeguata promozione con percorsi di visita guidati.
Per ciascuno dei siti si prevede una progettazione specifica delle attività di restauro, conservazione, riabilitazione, con interventi di alta tecnologia per i quali l’Italia è considerata centro di eccellenza.
Inoltre, la Cooperazione Italiana, attraverso i crediti di aiuto al Governo libanese, ha realizzato e sta realizzando importanti opere infrastrutturali per migliorare la rete di servizi ai cittadini. Un esempio è l’impianto per il trattamento delle acque reflue di Zahle, che a regime garantirà la pulizia delle acque reflue dalle case di circa 200,000 abitanti della zona.
Rendere le aree urbane più vivibili e trasformare il patrimonio archeologico delle città libanesi in un motore di sviluppo locale. Questi gli obiettivi delle due iniziative, ma l’obiettivo superiore è quello di sostenere il Governo libanese nel processo di miglioramento dei settori esigenti come quello di urbanizzazione per il beneficio della popolazione locale, dei rifugiati e delle comunità ospitanti.
*Referente iniziativa UNHABiTAT per AICS Beirut