PAKISTAN
Monitorare l’evoluzione dei ghiacciai per fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici
Un progetto di cooperazione ha permesso di migliorare i sistemi di monitoraggio dei ghiacciai pakistani e attivare sinergie scientifiche tra atenei italiani e locali. Un racconto in prima persona
La mia storia sui ghiacciai del Pakistan comincia 25 anni fa, quando intrapresi le prime spedizioni per accompagnare geofisici italiani impegnati a studiare le caratteristiche della crosta terrestre del Karakorum. Ho attraversato zone remote, fuori dagli itinerari consueti, scoprendo la complessità e l’estensione del sistema glaciale pakistano e allo stesso tempo mi sono reso conto della difficoltà dell’esplorazione, data la frequente presenza di crepacci. Dal 2004 frequento assiduamente il ghiacciaio del Baltoro e ho assistito personalmente ai cambiamenti nello spessore della superficie, con il formarsi di laghi sopra-glaciali in continuo movimento e corsi d’acqua sempre più ostici da attraversare.
Il progetto “Ghiacciai e studenti” riconosce l’urgenza di affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici in Pakistan. Attraverso attività di rafforzamento delle capacità dei partner pakistani, il progetto mira a fornire attrezzature, competenze e conoscenze alle università e alle istituzioni locali, necessarie ad affrontare le conseguenze ambientali del ritiro dei ghiacciai.
Con l’accelerazione del cambiamento climatico anche la mutazione dei ghiacciai corre veloce, accrescendo le anomalie e il rischio di inondazioni causate dallo strabordare dei nuovi laghi glaciali (fenomeno definito Glof). Questi eventi possono avere conseguenze devastanti per le comunità e le infrastrutture a valle. Pertanto, sviluppare competenze in glaciologia, telerilevamento e mappatura è vitale per monitorare e valutare efficacemente i cambiamenti dei ghiacciai, identificare potenziali pericoli ed escogitare strategie di mitigazione.
Investendo nel rafforzamento delle capacità e nello sviluppo delle conoscenze, il governo regionale e la popolazione del Gilgit-Baltistan può prepararsi efficacemente a futuri eventi catastrofici e migliorare la gestione delle risorse idriche attraverso una maggiore esperienza in geomatica, stazioni meteorologiche, attività glaciologiche e valutazione del rischio di valanghe.
A livello statistico e divulgativo, il progetto ha inoltre predisposto un inventario dei ghiacciai del Pakistan, che costituiscono il terzo polo del Pianeta in aggiunta ad Artide ed Antartide. Abbiamo mappato 7.200 ghiacciai, sommando le tre catene dell’Himalaya, del Karakoram e dell’Hindukush. L’analisi delle immagini satellitari fornisce una morfologia precisa della loro superficie e consente di verificare le evoluzioni avvenute negli ultimi 30 anni, confrontando l’inventario precedente con i nuovi dati. L’anomalia del Karakorum mostra che i ghiacciai della regione sono più stabili rispetto alle altre parti del mondo, ma è necessario continuare a monitorare la situazione per verificare la tenuta di questa rivelazione rispetto alla catena dell’Hindukush, maggiormente soggetta a scioglimento.
Ci tengo a sottolineare un altro aspetto del progetto, vale a dire il coinvolgimento degli studenti, provenienti dalle università di Milano e Cagliari e da quelle pakistane di Gilgit e Skardu. Al termine delle attività di scambio e formazione, avremo posto le basi per lo sviluppo di una conoscenza glaciologica in Pakistan, da alimentare costantemente vista la centralità del problema. Specialisti italiani hanno affiancato quelli pakistani nell’analisi delle immagini satellitari: i ricercatori di Milano, che da oltre 70 anni studiano i ghiacciai del Karakorum, e quelli di Cagliari, che hanno contribuito a sviluppare le carte tematiche utilizzate nei Piani di Gestione del Central Karakoram National Park e Deosai Park. I ghiacciai sono stati suddivisi per bacini idrologici, in modo da stimare la disponibilità di acqua per uso agricolo e la capacità dell’intero bacino dell’Indo.
Questo lavoro trova la sua naturale prosecuzione nei prossimi anni attraverso due strumenti: per primo il database dei ghiacciai che stiamo costruendo e che è già a disposizione delle istituzioni locali e dell’Università del Gilgit Baltistan, che hanno la responsabilità di aggiornare per valutare correttamente l’evoluzione del sistema glaciale, la disponibilità di acqua per bacino e nel suo complesso; in secondo luogo, la ristrutturazione del Centro di glaciologia quale laboratorio di eccellenza per lo studio dei ghiacciai, in stretta correlazione con il laboratorio di analisi delle acque.