San Salvador: sicurezza alimentare, alimentazione e ambiente
I cambiamenti climatici agiscono come un moltiplicatore delle attuali minacce alla sicurezza alimentare e i disastri climatici aumentano ogni anno di frequenza e intensità. El Salvador e la sua popolazione, essendo parte del corridoio secco, stanno subendo gli effetti di questi cambiamenti. Dal 2014 ad oggi, il paese ha sperimentato 4 anni di siccitá con perdite di fino all’80% dei raccolti e capi di bestiame, ed un aumento significativo dei livelli nazionali di malnutrizione.
I disastri naturali sono tra le prime cause dell’insicurezza alimentare e della fame globale, specialmente quando a essere colpite sono zone giá colpite da una forte vulnerabilità economica. Uragani, terremoti, siccitá e piogge eccessive, danneggiano i raccolti, i capi di bestiame e le infrastrutture, causando gravi danni ai mezzi di sostentamento e alla relativa sicurezza alimentare di milioni di persone vulnerabili. Infatti, più dell’80% delle persone che soffrono di insicurezza alimentare vive in paesi esposti a rischi di tipo naturale. Quando gli shock climatici colpiscono popolazioni già vulnerabili, aumenta il rischio di escalation di crisi alimentare e nutrizionale; ciò può intensificare i conflitti per le scarse risorse, portando a nuove crisi umanitarie, migrazioni e sfollamenti.
In El Salvador, il PAM e l’AICS lavorano insieme per garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale delle famiglie di piccoli produttori nei comuni di Morazán e Usulután, attraverso il progetto “Associatività, resilienza e mercati”. Per raggiungere l’obiettivo, si sono identificati tre obiettivi specifici complementari che corrispondono alle tre componenti del progetto: la componente di associatività, la componente di creazione di resilienza e la componente di marketing.
Il progetto é diviso in due fasi e ha una durata di tre anni. La prima fase, che si sviluppó tra maggio 2016 e ottobre 2017, ha ottenuto risultati positivi, tra i quali la formazione di più di 340 piccoli produttori e 47 giovani in merito a sistemi di produzione e resilienza; l’equipaggiamento di 8 negozi comunitari con attrezzature e capitale per diversificare la fornitura di alimenti nutritivi; e la ricezione da parte di 250 famiglie di strumenti per la conservazione del suolo e la diversificazione delle loro colture.
La seconda fase, che inizió a novembre 2017 e si protraerrá fino a ottobre 2019, mira al superamento di alcuni dei problemi cronici del settore agricolo che colpiscono in particolare i piccoli produttori del Paese: il debole sviluppo di associazioni di produttori, di comunità e di popolazioni rurali; l’alta vulnerabilità e bassa adattabilitá alle condizioni climatiche avverse; la limitata capacità imprenditoriale e conseguente mancanza di imprese agricole; e la scarsa attenzione nei confronti dei gruppi piú vulnerabili (donne e giovani).