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Scuola per tutti: la sfida della Cooperazione italiana in Libano

Crisi economica, pandemia di Covid-19, l'esplosione nel porto di Beirut, gli effetti della crisi siriana: sono molti i fattori che rendono complessa la situazione della scuola pubblica nel Paese mediorientale.


Garantire il diritto allo studio di tutti i bambini che vivono in Libano. Questo l’obiettivo delle diverse azioni promosse dalla Cooperazione Italiana nel settore dell’educazione.
Una vera sfida in una realtà come quella libanese dove l’istruzione è da sempre delegata in maggioranza a istituti privati che coprono tutte le fasce d’età, dagli asili nido all’università, e dove le risorse dedicate dal governo al settore educativo sono sempre state marginali. A questa debolezza strutturale negli ultimi anni si è aggiunto, a causa della presenza nel Paese di più di un milione di rifugiati siriani, il raddoppio degli iscritti nella scuola pubblica: nell’anno scolastico 2019-20, il 46% degli alunni iscritti nelle scuole pubbliche libanesi è stato costituito da bambini rifugiati, in maggioranza siriani.

Anche la profonda crisi economica che, da quasi due anni, sta travolgendo il Libano, contribuisce alle difficoltà del sistema scolastico pubblico. Sono sempre più numerose le famiglie costrette a rinunciare alle spese per la scuola privata e a iscrivere i figli in quella pubblica. Il dilagare dell’epidemia da Covid-19 e la drammatica esplosione del porto di Beirut lo scorso 4 agosto, che ha reso inagibili numerosi edifici scolastici della capitale, sono gli ultimi due elementi che stanno gravando sul funzionamento del sistema scolastico pubblico.

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L’impegno della Cooperazione Italiana in questo settore è da sempre costante e, a partire dal 2014 con un finanziamento complessivo di circa 31 milioni dii euro, si è declinato soprattutto nel sostegno del programma Race (Reaching all Children with Education), adottato dal ministero dell’Educazione libanese. Il programma, grazie al contributo internazionale, persegue l’obiettivo di migliorare l’accesso ai servizi educativi di qualità per tutti i bambini e giovani in età scolare presenti nel Paese mediorentale.

Sin dall’inizio della crisi siriana, le autorità di Beirut hanno permesso l’accesso di un numero crescente di alunni rifugiati alle scuole pubbliche: nell’anno scolastico 2019-20, oltre 196.000 alunni rifugiati hanno frequentato le scuole libanesi. Questo risultato ha, però, accentuato problemi strutturali preesistenti alla crisi come: l’insufficienza di edifici adeguati ad ospitare un numero maggiore di alunni, il deterioramento dello stato delle infrastrutture scolastiche, spesso già caratterizzate da problemi di sicurezza, l’inaccessibilità per le persone con disabilità e la carenza di adeguate strutture igienico-sanitarie.
Per rispondere a questa emergenza nell’emergenza l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) dal 2015 a oggi ha anche finanziato lavori di riabilitazione infrastrutturale in 93 scuole pubbliche di tutte le regioni del Libano, per un valore superiore a 11 milioni di euro, nell’ambito di programmi di cooperazione realizzati da Unicef e da Ong italiane e libanesi.

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Il sostegno al sistema scolastico pubblico è particolarmente importante in questa fase storica attraversata dal Paese, segnata dalle grandi difficoltà economiche delle famiglie libanesi e non, per garantire a tutti la possibilità di andare a scuola. Per questo l’intervento della Cooperazione Italiana non si limita alla riabilitazione degli edifici, ma i programmi in corso puntano a sostenere gli scolari più vulnerabili anche attraverso la distribuzione di pasti scolastici e di materiali educativi, e l’implementazione di attività di istruzione non formale.

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