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Crediti: Ina Thiam, Cospe

SENEGAL
Donne, cura e libertà. La forza contagiosa delle donne di Sédhiou

In una delle aree più svantaggiate del Senegal, il progetto "Essere Donna" pruomuove i diritti sessuali e riproduttivi, stimolando al contempo un nuovo protagonismo femminile nelle comunità locali

Alcune sono già nella sala alle 8:30, assonnate, gli sguardi affaticati ma cordiali. Nei saluti, negli abbracci, il piacere di ritrovarsi. Sono le donne dei gruppi risorsa di Sédhiou, Bounkiling e Goudomp, nella regione della Casamance, a Sud del Senegal, coinvolte nel progetto “Essere Donna”, promosso da Cospe grazie al contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics). L’iniziativa, realizzata insieme alla Region Médical di Sédhiou e al Centro salute Globale della regione Toscana, lavora sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne dell’area.

Si ritrovano a cadenza regolare affrontando spesso viaggi lunghi e faticosi per raccontarsi, indicare problemi personali e non e trovare nella condivisione, la forza di denunciarli e le soluzioni da proporre. Tre i distretti interessati, più di 120 le donne già coinvolte in un processo di identificazione dei principali problemi legati alla riproduzione e ai diritti della salute delle donne, come la questione della pianificazione familiare, i parti a casa, la mancanza di autonomia decisionale e le violenze. Le donne hanno denunciato attraverso un’agenda pubblica i principali problemi che le affliggono ma anche tante possibili soluzioni da adottare per superarli.

Una lista di questioni aperte, alcune delicate e dolorose per molte di loro, come le mutilazioni genitali femminili, altre relative all’autonomia decisionale ad esempio sul parto in ospedale, spesso osteggiato dalle suocere per tradizione e indice di debolezza, e frenato anche dai costi che, seppur contenuti, che alcune famiglie non possono permettersi.

Sonia Sadio. Crediti: Ina Thiam

Sonia Sadio. Crediti: Ina Thiam

Sédhiou si estende tra l’enclave del Gambia e della Guinea Bissau ed è una delle regioni “rosse” e non per casi di Covid o colore politico, ma rispetto al tasso di povertà, violenza sulle donne e basso tasso di scolarizzazione.

C’è un grosso lavoro da fare in tema di conoscenza dei propri diritti e noi siamo qui per questo” afferma l’avvocata Josephine Ndao coordinatrice della Boutique de Droits di Sedhiou, uno dei centri di ascolto e di consulenza legale promossi dall’Associazione delle Giuriste, partner di “Essere Donna”. Centotrentasei le consulenze giuridiche fatte nel primo semestre del2022, di cui 68 nuovi accessi e 68 monitoraggi di casi in corso. Il diritto di famiglia e nello specifico la questione dei certificati di matrimonio che regolano ufficialmente i rapporti tra i coniugi in caso di divorzio o questioni fondiarie i problemi più ricorrenti. Nove i casi di violenza domestica seguiti dall’inizio del progetto.

Khady Dieme. Crediti: Ina Thiam

Khady Dieme. Crediti: Ina Thiam

“Essere Donna” è riuscito a stimolare un nuovo protagonismo delle donne della regione tanto che un anno fa in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne si è tenuta la prima marcia per i diritti delle donne nelle vie di Goudomp e Sédhiou. Centinaia di donne hanno sfilato per le vie delle cittadine, sotto gli sguardi tra il curioso e diffidente degli uomini, chiedendo anche spazi pubblici – i municipi – per organizzare seminari sull’importanza della presa di decisione delle donne sui temi che le riguardano, il proprio corpo e la propria salute in primis. A Bounkiling, il terzo villaggio sede del progetto, le donne hanno deciso invece di organizzare una performance teatrale sulla pianificazione familiare. Le prime manifestazioni di piazza, visibili, colorate e rumorose sono proseguite anche per l’8 marzo di quest’anno ed hanno visto la partecipazione di tante altre donne, oltre che delle donne risorsa coinvolte nel progetto. Ad esempio quella di circa 400 donne che frequentano le 14 classi di alfabetizzazione funzionale attive nel progetto e che non hanno esitato a unirsi e sfilare per le vie delle cittadine della regione.

Sulla scorta del successo delle marce precedenti i gruppi stanno organizzando una grande marcia collettiva a Sédhiou per il prossimo 25 novembre. Oltre a manifestare, i gruppi hanno deciso da un lato di continuare a sensibilizzare le giovani e le altre donne della regione attraverso trasmissioni radiofoniche che settimanalmente per due mesi hanno affrontato temi delicati come quello della violenza domestica, le mutilazioni genitali, il problema della registrazione all’anagrafe dei bambini alla nascita e l’importanza della registrazione dei matrimoni, e anche la questione del parto in casa. Ma anche con l’avvio di tre classi-pilota per la formazione e contro la dispersione scolastica delle ragazze, spesso dovuta alle gravidanze e ai matrimoni precoci. Su tutti questi temi le donne hanno fatto anche un tour della regione incontrando tutti i sindaci per presentare il progetto, presentare le agende e gettare le basi del prossimo lavoro di negoziazione con le autorità.

Crediti: Ina Thiam, Cospe

Crediti: Ina Thiam

Grazie alla pressione svolta è stato possibile trovare dei finanziamenti per costruire, nel dipartimento di Bounkiling, due sale parto “umanizzate” ed accompagnare il personale sanitario in un percorso di formazione proprio per assistere le donne in un parto naturale meno medicalizzato e che tenga in considerazione i bisogni in primis delle partorienti. E questa è solo una delle formazioni che i gruppi di donne risorsa hanno chiesto e ottenuto.

Insieme al Centro di Salute Globale della Regione Toscana e alla Région Médical di Sédhiou sono state realizzate formazioni al personale sanitario sulle emergenze pediatriche, l’accoglienza delle pazienti donna in ospedale e sulla questione specifica dell’individuazione del cancro al collo dell’utero. Proprio per la diagnosi e il trattamento di quest’ultima grave patologia il progetto è riuscito anche ad acquistare delle apparecchiature medicali specifiche. E sempre in termini di attrezzature e in piena pandemia il progetto è riuscito ad acquistare ambulanze attrezzate. La regione ampia e transfrontaliera dispone solamente di un ospedale, e la disponibilità di ambulanze attrezzate dislocate in varie aree più periferiche significa poter salvare vite umane e garantire prime cure d’urgenza.

Le donne, come spesso accade, individuano e fanno propri problemi più ampi che riguardano la vita delle comunità dove vivono. La qualità della vita delle donne è una spia del benessere della società e lo specchio del funzionamento e dell’efficacia dei sistemi socio assistenziali dei territori.

Khady Dieme. Crediti: Ina Thiam

Khady Dieme. Crediti: Ina Thiam.

Per questo quella innescata dal progetto “Essere Donna” è una dinamica virtuosa che può avere delle forti ricadute sul territorio. Per dare gambe e futuro autonomo ai percorsi avviati i gruppi risorsa stanno intraprendendo un percorso di formalizzazione che li porterà ad essere un organismo a due “anime”, da una parte un gruppo di interesse economico (Gie) e dall’altra un’associazione. Il Gie avrà come obiettivi aumentare l’accesso al credito per le donne, ma anche autofinanziare le attività di sensibilizzazione che le donne vogliono continuare a svolgere. L’associazione promuoverà le azioni di informazione e sensibilizzazione verso le donne, e agirà per rivendicare il diritto di essere consultate e prese in considerazione nei processi decisionali a livello istituzionale.

Per arrivare a questo obiettivo prima della fine del progetto nel mese di aprile di quest’anno i gruppi di donne hanno deciso di aprire un conto corrente bancario in cui è depositato il loro fondo che è alimentato da un contributo Cospe e dai contributi mensili di ogni donna.

E che abbiano le idee chiare, la forza e la determinazione di portare avanti questo percorso lo si legge dagli sguardi e i portamenti immortalati nelle belle foto realizzate da Ina Thiam. Una serie di ritratti realizzati a luglio 2022 che ben si inserisce nel repertorio della fotografa e videomaker senegalese, che ha scoperto le arti visive nel 2011 grazie al progetto Associazione Africulturbain e che ha poi perfezionato con la regista senegalese Fatou Kandé Senghor e il fotografo Touré Mandémory. La fotografia artistica di Ina Thiam è spesso una lotta impegnata e si è ben sposata con le battaglie delle donne di Sédhiou. Ne è nata una mostra che sarà esposta a Dakar nei 16 giorni di attivismo contro la violenza alle donne con un catalogo virtuale consultabile online e condivisibile su varie piattaforme.

Un gruppo di donne. Crediti: Ina Thiam

Un gruppo di donne. Crediti: Ina Thiam

Una selezione delle foto è stata anche presentata a Bologna nello spazio screening off del Terra di Tutti Film Festival a inizio ottobre, che ha visto anche la partecipazione di una delegazione di cinque donne che hanno avuto modo di confrontarsi con associazioni interculturali di donne che in Italia lavorano sul diritto alla salute sessuale e riproduttiva.

Donne, vita e libertà gridano dall’Iran al Senegal. A noi tutte e soprattutto ai governi locali e nazionali dargli ascolto e spazi adeguati di potere. Per il bene delle nostre comunità, tutte.

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