SOMALIA. Aics sostiene la formazione Universitaria, fattore chiave per lo sviluppo del Paese
Dopo vent’anni di guerra civile a Mogadiscio si è tenuta la prima cerimonia di consegna dei diplomi di laurea dell’Università Nazionale Somala
Una laurea in legge conseguita con impegno e passione all’età di 61 anni, dopo un’interruzione degli studi di oltre vent’anni. La storia umana di Yusu Abubaker Shodar, neolaureato all’Università Nazionale Somala, si lega alla storia della Somalia. Un’interruzione degli studi avvenuta a causa della guerra civile, scoppiata nel 1991 e conclusasi nell’agosto del 2012 con la costituzione della Repubblica Federale di Somalia. È questa una delle testimonianze più significative degli oltre 131 studenti, tra cui 28 donne, che hanno partecipato alla Cerimonia di Consegna dei Diplomi di Laurea dell’Università Nazionale Somala, lo scorso 24 giugno a Mogadiscio.
L’evento si è tenuto alla presenza del Presidente della Repubblica Somala Mohamed Abdullahi Mohamed, conosciuto come “Farmajo”, che ricopre anche il ruolo di Cancelliere dell’Università, della Vice Ministra degli Esteri Emanuela Del Re, del direttore della sede Aics in Somalia Guglielmo Giordano, delle autorità locali e delle famiglie degli studenti. Per motivi di sicurezza, tutto si è svolto all’interno dell’area protetta dell’Aeroporto di Mogadiscio. L’Università Nazionale Somala è l’unica istituzione universitaria pubblica e laica del Paese, martoriato per oltre un ventennio dalla guerra civile. Fu istituita nel 1969 per impulso del Ministero degli Affari esteri, l’insegnamento era svolto in lingua italiana e molte erano le facoltà tecniche per formare la classe dirigente e tecnica del Paese. Poi la chiusura delle attività per vent’anni. Fino all’agosto del 2014 quando si sono riavviate, grazie al costante sostegno della Cooperazione Italiana, le Facoltà di Legge, Agraria, Economia, Veterinaria, Educazione e Scienze Sociali.
Nel 2019, oltre al programma “Rafforzamento infrastrutturale e strategico dell’Università Nazionale Somala”, con un finanziamento previsto di 4 milioni di euro, la Cooperazione Italiana ha sostenuto la formazione degli studenti con 17 borse di studio che verranno attribuite ai neolaureati secondo un criterio di parità di genere al 50%.
L’università e l’educazione rappresentano il “simbolo di rinascita e di speranza per la ricostruzione materiale e morale di un paese segnato da guerra e povertà” ha affermato il Presidente Farmajo. In Somalia, colpita da carestia, siccità, malnutrizione e instabilità politica, quasi la metà della popolazione è al di sotto dei 14 anni e quasi la metà dei bambini non frequenta la scuola.
Una cerimonia che, in modo simbolico, conferma come l’educazione e la formazione siano reali possibilità di cambiamento e di stabilità per un Paese tra i più poveri del mondo.