Sudan, tra l’Aboub e il Museo Nazionale di Khartoum
“Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato”
– proverbio africano
Lo Stato del Sudan – il più vasto del continente africano – è un paese ricco di meraviglie naturali e di monumenti storici. Confinante a nord con l’Egitto, ad ovest con il Ciad e la Repubblica Centroafricana, a sud con la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda, a sud-est con il Kenya e a est con l’Etiopia e l’Eritrea.
Data la sua peculiare posizione geografica, il Sudan ha svolto nella storia il ruolo di paese di transito per le popolazioni in movimento tra il continente asiatico e quello africano e di cuscinetto tra i paesi ad influenza islamica del Medioriente e cristiana dell’Africa Orientale. Il Sudan è un paese caratterizzato da una forte diversità identitaria ed etnica che hanno generato un paesaggio culturale tra i più variegati e ricchi al mondo.
I flussi turistici verso il Sudan sono molto limitati, anche per la quasi totale assenza di promozione della destinazione “Sudan”, che lascia spazio ad una scarsa conoscenza della destinazione stessa, delle sue potenzialità e criticità.
Attualmente il Sudan è meta di un turismo di nicchia per lo più orientato alle immersioni nel Mar Rosso e alla visita di siti archeologici situati nel nord del paese. Il clima torrido, con temperature che raggiungono facilmente i 47 gradi, le frequenti tempeste di sabbia (Aboub), la polvere che ti avvolge ovunque, le difficoltà di movimento legate al complesso ottenimento dei travel permit, da parte delle istituzioni locali, fanno del Sudan una meta turistica riservata a pochi “avventurieri”.
In un prospettiva di rilancio del settore turistico a Khartoum, capitale del Sudan situata in corrispondenza della confluenza del Nilo Bianco e del Nilo Azzurro, la Sede locale AICS ha presentato, assieme all’agenzia UN UNESCO, una iniziativa volta alla protezione e alla valorizzazione del patrimonio culturale sudanese in una prospettiva di sviluppo sociale attraverso la riqualificazione del Museo Nazionale del Sudan, che con la ricca collezione testimonia la presenza di acculturate civilizzazioni che hanno abitato e caratterizzato la storia del Paese dall’era paleolitica al X secolo dopo Cristo.
L’ iniziativa che verrà vagliata al prossimo comitato congiunto, del valore di circa 1 milione di euro, ha come obiettivo la valorizzazione dell’unica struttura museale presente e attiva nel contesto nazionale. La riqualificazione del museo garantirà l’avvio di processi di innovazione nel settore culturale dell’intero paese oltre che lo sviluppo economico legato al miglioramento delle capacità delle istituzioni rilevanti nel settore della pianificazione e gestione degli eventi culturali, del patrimonio e dell’industria del turismo nel paese.
Con un turn over di turisti pari a 100.000 l’anno, il museo di Khartoum – costruito nel 1955 e aperto come tale nel 1971 – ospita la collezione archeologica nubiana più grande e completa del mondo, compresi reperti del periodo Paleolitico fino al periodo islamico, provenienti da importanti siti archeologici del Sudan.
Ridisegnare secondo le buone pratiche della museografia contemporanea un allestimento espositivo innovativo che agevoli il percorso di visita, la realizzazione di lavori di manutenzione ordinaria dell’involucro edilizio e dei servizi, il restauro degli affreschi del IX e il XIII sec d.C. provenienti dalle chiese nubiane e salvati nel corso della missione UNESCO Savage Champaign nel 1977, la catalogazione digitale dei 100.000 reperti immagazzinati da più di 40 anni per evitare il traffico illecito di materiale museale, sono solo alcuni degli interventi che l’Italia finanzierà all’UNESCO.
Il progetto prevede inoltre dei corsi di formazione specifici per lo staff del Museo, in modo che sia in grado di supportare il piano di promozione e attività culturali presso il Museo stesso.
L’intervento di valorizzazione del museo, in quanto bene comune e simbolo di un’identità culturale nazionale, si pone in sintonia con quanto definito nel documento di programmazione triennale 2017-2019 dell’AICS in merito agli interventi di salvaguardia del patrimonio. L’iniziativa promuove il dialogo interculturale come leva di mitigazione di tensioni etniche, religiose e sociali, promuovendo nel contempo modelli di sviluppo economico legati all’ambito del turismo e creando capacità e know-how nel settore dell’industria culturale.