TUNISIA
Le ricerche di Latifa contro lo spreco d’acqua
"L’acqua è tutto, ancor di più nell’oasi", spiega la ricercatrice del Centro regionale di ricerca in agricoltura oasiana (Crrao) che ha contribuito a due studi sulle tecniche efficienti d’irrigazione e sulla valorizzazione delle acque di drenaggio nell'ambito di un progetto della Cooperazione italiana
L’oasi nel sud-ovest della Tunisia ha un valore paesaggistico, culturale, naturale ed economico di estrema rilevanza per l’ambiente e le comunità umane. Tra dune sabbiose e laghi salati, l’agricoltura è la principale attività produttiva che sfrutta un suolo povero e sempre più alle prese con le minacce della crisi climatica, l’utilizzo poco efficiente della risorsa idrica e la pressione demografica. Oggi è quanto più necessario studiare e applicare strategie e tecniche di gestione e conservazione delle risorse naturali in un’ottica di sostenibilità e secondo i principi del rispetto della biodiversità e delle pratiche locali. In un contesto dove il rischio di salinizzazione del suolo, e conseguentemente d’infertilità dello stesso, è sempre più minaccioso, dove i venti di scirocco primaverili ed estivi trasportano le sabbie del deserto nelle oasi, dove le precipitazioni registrano meno di 100 millilitri all’anno, persino la resiliente palma da dattero è in sfida per la sopravvivenza.
Le complesse interconnessioni acqua-sicurezza alimentare-economia sono oggetto degli studi di Latifa Dhaouadi, ricercatrice presso il Centro regionale di ricerca in agricoltura oasiana (Crrao), l’unico istituto di ricerca pubblico dedicato alla tematica dell’agricoltura in oasi. Per lei è basilare il principio secondo il quale lo sfruttamento ottimale delle risorse naturali, soprattutto dell’acqua, comporta la sostenibilità della produzione agricola. “L’acqua è tutto, ancor di più nell’oasi. Qui il 98% dell’acqua viene impiegato per scopi agricoli”, afferma Latifa. Il ruolo della ricerca applicata è fondamentale per trovare, e poi diffondere, le tecniche per un uso razionale delle risorse naturali. “Economizzare acqua significa più produttività e più guadagno. Nelle oasi si consuma il doppio della risorsa idrica di cui realmente si necessita per irrigare e l’eccesso d’acqua favorisce la presenza di insetti e di malattie”, spiega la ricercatrice.
Latifa Dhaouadi ha conseguito un dottorato di ricerca in Genio rurale, acqua e foreste ed è oggi una delle sei ricercatrici che lavorano al Crrao. Nonostante le pressioni sociali per le sue scelte lavorative che la portano lontano da casa per lunghi periodi, la donna ha deciso con fermezza, sostenuta dalla sua famiglia, di seguire un percorso formativo e professionale ambizioso e ben strutturato. Attualmente in Arabia Saudita per contribuire ad un programma di ricerca presso il Centro nazionale di sviluppo delle zone vegetali e di lotta contro la desertificazione, Latifa è spinta a mettere a sistema e capitalizzare tutte le conoscenze sull’ecosistema di oasi per trarne benefici di comune gaudio.
Ritornando a Tozeur, nell’ambito del “Progetto di sviluppo rurale integrato nelle delegazioni di Hezoua e Tamerza”, finanziato dalla Cooperazione italiana e realizzato dal Commissariato Regionale per lo Sviluppo Agricolo (Crda), Latifa ha contribuito a due studi, commissionati al Crrao sulle tecniche efficienti d’irrigazione e sulla valorizzazione delle acque di drenaggio. I risultati promuovono l’utilizzo del sistema bubbler (aspersione localizzata) per irrigare intelligentemente e senza sprechi d’acqua le parcelle, contrariamente alla più diffusa e tradizionale irrigazione per sommersione. Inoltre, si invita ad utilizzare le acque salate di drenaggio per la coltivazione di piante arbustive foraggere autoctone con lo scopo di costituire bande verdi protettive intorno all’oasi per difenderla dall’insabbiamento e creare delle zone di pascolo. Questi studi danno delle soluzioni in un momento in cui il capitale idrico della Tunisia è particolarmente vulnerabile e la lotta alla desertificazione è sempre più d’attualità. Resta solo da trasferire le conoscenze ai produttori a cui spetta l’obbligo di seguire le istruzioni per riequilibrare il delicato legame tra aridità-risorse-produttività, come previsto quest’anno nell’ambito del progetto attraverso una rinnovata collaborazione con il centro di ricerca applicata.
“Il mio sogno è quello di diventare una leader riconosciuta nel mondo della ricerca e dare, grazie ai risultati dei miei studi, opportunità alle donne di partecipare allo sviluppo rurale e sociale delle oasi. L’innovazione e la tecnologia possono permettere loro di brillare e di non restare più dietro l’ombra dei loro mariti”, conclude la ricercatrice.