Dall’Etiopia al Myanmar sono diversi i casi in cui i social media sono diventati strumenti di guerra a causa del loro modello di business fondato sull’engagement, che rende virali i contenuti più incendiari e polarizzanti, al quale non si affianca una adeguata moderazione. Ora per molti è però arrivato il momento di dire basta, come dimostra una recente causa contro Facebook per le violenze che avrebbe alimentato in Etiopia. Ne parliamo insieme a Vincenzo Giardina, caporedattore Esteri dell’agenzia Dire e firma di Oltremare.
“La comunicazione passa sempre di più da queste piattaforme anche in contesti delicati” spiega Giardina. “Per questo la tutela dei diritti umani e l’impegno per la pace devono fare i conti con le nuove tecnologie, tramite un monitoraggio attento e una consapevolezza nuova”.