L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) ha ospitato questa mattina l’evento “Educazione è salute”, il primo aperto al pubblico nella nuova sede di Roma, organizzato dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs) del ministero degli Affari esteri insieme alla Campagna globale per l’educazione.
L’incontro, che ha analizzato la profonda connessione tra salute e educazione, fa seguito alla High Level Conference di Education Cannot Wait (Ecw) che si è svolta a Ginevra il 16 e 17 febbraio scorsi. In quell’occasione l’Italia si è impegnata con un contributo di 2 milioni di euro per promuovere l’educazione in contesti di emergenza e crisi durante il 2023.
La tavola rotonda ospitata dall’Aics ha riunito esperte ed esperti del mondo della cooperazione allo sviluppo, dell’educazione e della salute per stimolare nuove riflessioni sulla necessità di interventi multisettoriali e sinergici, specie nei contesti di emergenza e di crisi protratte.
Ha aperto gli interventi Fabio Strinati, dirigente dell’ufficio Sviluppo umano dell’Aics, ricordando l’importanza fondamentale che l’educazione alla salute ricopre nelle attività di cooperazione allo sviluppo. Anche Maria Rosa Stevan, coordinatrice dell’Unità emergenza e Stati fragili dell’Aics ha sottolineato come l’Agenzia abbia sempre messo al centro l’educazione soprattutto in contesti di crisi cercando di adottare “un approccio multi donatore, multi attore e multisettoriale. Così riusciamo a essere più efficaci e avere ricadute su tutta la popolazione”.
In un intervento registrato Yasmine Sherif, direttrice di Ecw, ha ringraziato l’Italia per il suo impegno di finanziamento. “L’Italia è una potenza quando si parla di questione umanitarie. Non vediamo l’ora di rafforzare la partnership con Roma”. Emanuele Russo, coordinatore della Campagna globale per l’Educazione ha detto che l’impegno italiano è un primo passo incoraggiante ma non ancora abbastanza per far fronte alle difficoltà di accesso all’educazione nel mondo. Ha ricordato che secondo gli ultimi dati sono 222 i milioni di bambini in stato di emergenza a causa di crisi protratte e situazioni di crisi e che per questo rischiano di essere esclusi dall’istruzione. Nel 2015 erano 75 milioni.
Per WeWorld è intervenuta l’amministratrice delegata Dina Taddia che ha sottolineato l’importanza dell’educazione per la crescita di ragazzi e ragazze in modo che possano conoscere i propri diritti e vivere una vita migliore. Martina Albini, coordinatrice dell’advocacy nazionale e del centro studi di WeWorld ha presentato i dati contenuti nell’atlante We Care, strumento utile per conoscere i livelli di salute sessuale e riproduttiva nel mondo.
Il ministro Lucio Demichele, capo dell’Unità per gli interventi internazionali di emergenza umanitaria della Dgcs presso il ministero degli Esteri, ha affermato che “un bambino in emergenza oggi rischia di essere un adulto in emergenza domani”. Per questo, secondo il diplomatico, la politica estera italiana deve essere lungimirante: “Intervenire oggi significa fare in modo che il mondo di domani sia migliore”.
A conclusione dell’incontro ha preso la parola Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm portando la testimonianza della Osc veneta che in contesti fragili come il Corno d’Africa punta sull’educazione alla salute di base oltre che sulla formazione sanitaria.