Mare Climaticum Nostrum, l’acqua al centro delle azioni della cooperazione italiana

Il tema dell’acqua è centrale nell’azione della cooperazione italiana e lo sarà ancora maggiormente nei prossimi anni. Lo ha spiegato Emilio Ciarlo, responsabile dei rapporti istituzionali e della comunicazione per l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) durante la sessione mattutina del secondo giorno di Mare Climaticum Nostrum, la conferenza sui cambiamenti climatici nel Mediterraneo in […]

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6 Ottobre 2022

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Il tema dell’acqua è centrale nell’azione della cooperazione italiana e lo sarà ancora maggiormente nei prossimi anni. Lo ha spiegato Emilio Ciarlo, responsabile dei rapporti istituzionali e della comunicazione per l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) durante la sessione mattutina del secondo giorno di Mare Climaticum Nostrum, la conferenza sui cambiamenti climatici nel Mediterraneo in corso a Firenze. Il panel aveva come tema le crisi, legate tra loro, dell’acqua e del clima.

Il tema dell’acqua è importante per le implicazioni che ha in vari settori e perché è un elemento che subisce un impatto notevolissimo dei cambiamenti climatici, dall’innalzamento del mare alle falde, dal cuneo salino alla sicurezza alimentare” ha osservato Ciarlo.

La cooperazione italiana, ha continuato Ciarlo, ha scelto da tempo di investire attenzione e risorse sul tema dell’acqua.

“Abbiamo iniziato sostenendo la candidatura italiana per ospitare il World Water Forum e stiamo cercando di riportare il nostro Paese nel World Water Council (Wwc). Stiamo approvando un piano pluriennale per una water roadmap in cui cercheremo di riunire attori italiani e presentarci uniti ai prossimi appuntamenti internazionali. Durante Diplomacy, a Roma, riproporremo poi un italian water dialogue”.

Il panel è stato introdotto da Giulio Boccaletti, dello strategic board del Cmcc, che nel suo keynote speech definito l’Europa a un punto di svolta per quanto riguarda la crisi idrica e ambientale, dopo la siccità e gli eventi meteorologici improvvisi dell’estate 2022. “C’è una nuova frontiera europea soprattutto nel Mediterraneo, è definita fisicamente dai cambiamenti idrici nel continente ma ha un’importanza politica, perché richiede una nuova modernizzazione” ha spiegato.

La tavola rotonda che è seguita è stata introdotta dal presidente Wwc, Loïc Fauchon, che ha evidenziato la necessità di una cooperazione stabile tra tutti gli stakeholder, Aics compresa, per difendere il clima nel bacino del Mediterraneo.

Ruhiza Jean Boroto, segretario generale del gruppo di lavoro Water Scarcity in Agriculture (Wasag) della Fao, ha definito Aics un partner importante in diverse iniziative e pubblicazioni. Amel M. Azab, Sdg Climate Facility Project Coordinator dell’ Arab Water Council, si è focalizzata sulle opportunità rappresentate dalle acque sotterranee e dal riutilizzo delle acque reflue per l’agricoltura. “È tempo per i Paesi arabi e l’Europa di collaborare e di trovare soluzioni sul terreno” ha detto. Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha invece posto l’accento sulla necessità di continuare a intervenire per contrastare la scarsità idrica anche finita l’emergenza negli scorsi mesi.

Hanno partecipato al dibattito anche Fethi Lebdi, precedentemente Fao-Agwa Coordinator, Maria Josè Polo, dell’università di Cordoba, Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, Giordano Colarullo, direttore generale Utilitalia, Mario Rosario Mazzola, del Mims Pnrr, e Giovanni Giani, esperto gestione risorse idriche – Gruppo Suez.

Ultimo aggiornamento: 13/10/2023, 18:33