Diversità biologica, o biodiversità, è il termine con cui si definisce la varietà delle forme di vita sulla Terra, riferendosi ai diversi livelli in cui tale varietà è riconosciuta, che vanno da quello della diversità dei geni presenti nei viventi, a quello delle diverse forme di organismi rappresentate dalle specie, a quello degli ecosistemi che ospitano le specie stesse, e da queste ne sono a loro volta sostenuti e regolati.
La biodiversità rappresenta una caratteristica e una componente fondamentale del capitale naturale, che è alla base dello sviluppo e della prosperità delle popolazioni. Come riconosciuto dalla dichiarazione di adozione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, insieme ad altri fenomeni di degrado dell’ambiente, la perdita di biodiversità si è aggiunta alla lista delle principali sfide che l’umanità deve fronteggiare. È ormai sempre più chiaro che biodiversità e funzionalità degli ecosistemi sono inestricabilmente legate ai cambiamenti del clima o a fenomeni come quello della desertificazione.
Riconoscendone l’importanza per perseguire uno sviluppo sostenibile nei Paesi in cui opera, la tutela della biodiversità e degli ecosistemi, e la promozione di un loro uso sostenibile fanno parte delle tematiche di cui si occupa l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Biodiversità ed ecosistemi terrestri
La tutela e l’uso sostenibile della biodiversità e degli ecosistemi rappresentano l’asse portante di numerose iniziative di aiuto allo sviluppo attuate dall’Agenzia nei Paesi partner. La maggior parte dei Paesi a economia più povera o in transizione sono fortemente dipendenti dalle risorse naturali e dai servizi forniti dagli ecosistemi, ad esempio per le produzioni agricole o per l’approvvigionamento di energia per scopi domestici, e risultano pertanto fortemente esposti alle conseguenze della perdita di biodiversità. Allo stesso tempo ecosistemi e biodiversità possono in molti casi fornire opportunità per lo sviluppo o la diversificazione delle attività economiche.
Nel quadro dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 15, e degli obiettivi della Convenzione sulla Diversità Biologica, le azioni dell’Agenzia riguardano in molti casi la tutela di particolari ecosistemi attraverso il supporto alla gestione di aree protette, come per gli ecosistemi montani nei Paesi della regione balcanica o in Pakistan, o per gli ecosistemi aridi o semi-aridi in diversi Paesi del continente africano come Egitto o Kenya, oppure la promozione dell’uso sostenibile della biodiversità, ad esempio tramite la promozione di forme di gestione sostenibile o di ripristino di ecosistemi come le foreste o le savane, ancora il contrasto a fattori di degrado quali gli incendi, come in alcuni Paesi del bacino amazzonico.
Biodiversità ed ecosistemi marini
La tutela della biodiversità e degli ecosistemi costieri e marini è oggetto d’interesse per molti Paesi con cui l’Agenzia coopera, come ad esempio l’Albania, o diversi Paesi dell’Africa o dei Caraibi. In questi Paesi l’Agenzia è attiva con iniziative che riguardano la gestione di aree marine protette o la tutela di specie minacciate. O ancora il ripristino di ecosistemi fondamentali sia perché supportano elevati livelli di diversità biologica, sia perché svolgono un ruolo chiave nel regolare fenomeni come l’erosione costiera o l’assorbimento del carbonio, quali le mangrovie o le barriere coralline. Sono in corso anche iniziative che puntano a promuovere un uso sostenibile delle risorse marine, ad esempio tramite la pesca artigianale e le attività ad essa collegate, contribuendo ad opportunità di sviluppo della cosiddetta economia blu.
Oltre a progetti che riguardano singoli Paesi, la biodiversità è anche un tema centrale, oltre che della Convenzione sulla Diversità Biologica, anche di altri trattati multilaterali d’interesse per l’Agenzia, come il “Trattato sulla conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina in aree al di fuori della giurisdizione nazionale” (spesso indicato in breve come Trattato sull’Alto Mare). Negoziato e recentemente adottato in ambito ONU, il trattato è finalizzato proprio alla tutela della diversità biologica nelle aree marine che sono collocate al di fuori della giurisdizione dei singoli Stati, e che sono pertanto particolarmente esposte a rischi di sfruttamento incontrollato.