19 giugno 2023 – Donne e conflitti armati: AICS sostiene la leadership delle donne e la lotta alla violenza sessuale nei conflitti

Nella Giornata internazionale contro la violenza sessuale nei conflitti armati del 19 giugno AICS rinnova il suo impegno per sostenere la leadership delle donne per la costruzione di società pacifiche e per la lotta alla violenza sessuale nei conflitti.  

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19 Giugno 2023

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Nella Giornata internazionale contro la violenza sessuale nei conflitti armati del 19 giugno AICS rinnova il suo impegno per sostenere la leadership delle donne per la costruzione di società pacifiche e per la lotta alla violenza sessuale nei conflitti.  

La violenza sessuale e di genere nei conflitti armati è sempre più al centro dell’attenzione a causa del forte aumento di crimini sessuali avvenuti in vari contesti bellici e perfino in Europa, come in Ucraina, dove l’abuso e la violenza sul corpo femminile rappresentano, ancora oggi, simboli di possesso del territorio e di sopraffazione sul nemico. La violenza affligge non solo le donne ucraine, ma anche altre donne vittime di conflitti quasi dimenticati dai media e dall’opinione pubblica, come le crisi nel Corno d’Africa. A causa del conflitto nel Tigray, dove le sopravvissute alla violenza di genere fanno fatica perfino a raccontare le violenze subite, perché isolate, minacciate e a rischio di stigmatizzazione, si registra un allarmante aumento delle persone che necessitano di servizi per la violenza di genere, da 3,5 milioni nel 2021 a 6,7 ​​milioni nel 2023 nelle regioni colpite. La persistente insicurezza alimentare nell’Etiopia settentrionale, combinata a siccità ed inondazioni, e l’instabilità nei vicini Sudan e Somaliland, creano inoltre ulteriori rischi per la protezione dei civili e la violenza di genere . 

Nelle due regioni la Cooperazione Italiana è molto attiva con programmi volti a fornire interventi salvavita di prevenzione e risposta alla violenza di genere. Nello specifico, in Etiopia l’Italia supporta un’iniziativa di UNFPA nel Tigray il cui obiettivo è migliorare l’accesso a servizi completi e integrati di qualità per la violenza di genere, la salute sessuale e riproduttiva, la prevenzione della violenza e degli abusi sessuali, la salute mentale e il supporto psico-sociale. Qui AICS sostiene inoltre l’azione di Organizzazioni della società civile (OSC) italiane per la creazione di tre one stop center, dislocati in altrettante città di confine con la Somalia che fungono da punto nevralgico e gratuito di accesso a servizi sanitari, di supporto psicosociale, legali e di polizia per le sopravvissute. In Ucraina, invece, diverse OSC stanno portando avanti interventi finalizzati a fornire alle donne, ragazze e bambine un accesso a servizi di prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere, con percorsi di supporto specializzato (sanitario e psico-sociale), assistenza medica e legale. 

L’azione dell’AICS nel settore, in linea con gli impegni assunti nell’ambito della Call to Actionon Protection from Gender-based Violence in Emergencies e del Piano Nazionale Donne Pace e Sicurezza, non si limita a questi due Paesi. Numerosi sono i progetti avviati nel 2022 per la lotta alla violenza sessuale nei conflitti armati, in paesi quali lAfghanistan, la Libia, la Siria, il Bangladesh, la Colombia, il Sud Sudan, la Palestina. Vale la pena citare, in particolare, due interventi che – oltre a fornire supporto alle sopravvissute, agiscono per promuovere la partecipazione, la leadership e l’empowerment delle donne nei contesti di conflitto, riconoscendo l’importante ruolo che queste possono avere per la costruzione di società pacifiche e giuste. La Cooperazione italiana sostiene infatti il Women’s Peace and Humanitarian Fund” (UNDP/UNWOMEN), fondo che sostiene direttamente le organizzazioni femminili – soprattutto locali – impegnate nei processi di pace e nella lotta dei diritti delle donne in numerose aree di crisi. In Colombia, inoltre, AICS ha recentemente lanciato un bando per la realizzazione di progetti che – in linea con l’approccio di Triplo nesso – promuovano la partecipazione delle organizzazioni locali gestite da donne e leader sociali al dialogo politico per la costruzione della pace, agendo anche per l’integrazione socioeconomica delle donne e dei giovani sfollati e vittime del conflitto.  

Ultimo aggiornamento: 23/04/2024, 13:32