L’empowerment femminile e l’integrazione delle donne in ambito sociale ed economico sono considerati centrali nell’approccio allo sviluppo promosso dalle azioni dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) in Burkina Faso. Si tratta di sfide che l’Agenzia affronta principalmente attraverso i suoi interventi nell’ambito dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Parlare di emancipazione femminile vuol dire trattare il tema, tra gli altri, dell’accesso alla terra, una questione che ancora oggi vede le donne in una posizione marginale della società.
Le donne del Sahel incontrano difficoltà a ottenere terreni di qualità. La terra, quando viene concessa alle donne, è generalmente adattabile a specie vegetali ritenute meno importanti. Basti pensare alla difficoltà nel trovare coltivatrici nelle filiere cerealicole, se non relegate nel ruolo di mano d’opera.
Per questa ragione le donne detengono il monopolio delle colture abbandonate o trascurate dagli uomini, come le specie neglette e sottoutilizzate (NUS) fra cui l’amaranto, la moringa, l’ibiscus, patata dolce e voandzou. È frequente che i terreni vengano utilizzati dalle donne durante tutto l’anno – specialmente per le colture orticole – ad eccezione della stagione delle piogge quando questi terreni vengono sfruttati per coltivazioni più redditizie dagli uomini. Una situazione discriminatoria che non coinvolge solo la produzione, ma si ripresenta anche nell’ambito della trasformazione o della commercializzazione.
Questa situazione è poi aggravata da un altro aspetto che ha serie ripercussioni sulle donne che vivono nelle aree saheliane: il cambiamento climatico. Per affrontare questo fenomeno servono mezzi e conoscenze che permettano alle popolazioni e ai sistemi produttivi di mitigarne gli effetti, e anche in questo caso le donne sono lasciate indietro in una situazione di maggiore fragilità.
Ed è qui che interviene l’azione dell’iniziativa Sustlives (Sustaining and improving local crop patrimony in Burkina Faso and Niger for better Lives and Ecosystems), finanziato dall’Unione Europea e realizzato da AICS in partenariato con CIHEAM-Bari. In questo contesto, la valorizzazione delle NUS, coltivazioni destinate primariamente alle donne, costituisce infatti una strategia di emancipazione femminile – attraverso il rafforzamento della posizione delle donne nel processo produttivo, dalla filiera alla catena di valore.
Inoltre, le NUS sono specie vegetali ad alto valore nutrizionale e possono contribuire ad una alimentazione sana delle donne e delle loro famiglie.
Sustlives si occupa inoltre del supporto al processo di trasformazione e vendita delle NUS, sostenendo le competenze delle coltivatrici e contribuendo al loro empowerment economico e autonomia.
Ad oggi Sustlives sta già ottenendo risultati incoraggianti: le partecipanti al progetto riconoscono nelle NUS un mezzo di emancipazione, consapevoli che, investire in queste colture, rappresenta la soluzione per un domani di empowerment sociale ed economico per loro – grazie alla valorizzazione delle conoscenze e tradizioni locali in Burkina Faso.