Si è svolta il 10 ottobre la Giornata della trasparenza 2023 dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), aperta alla partecipazione degli stakeholder. Come ricordato dal Direttore Vicario dell’AICS Leonardo Carmenati, questo appuntamento è divenuto un’occasione ricorrente per approfondire temi centrali per l’Agenzia come la trasparenza, il contrasto alla corruzione, l’etica nella pubblica amministrazione.
All’evento, coordinato dal Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) dell’Agenzia, Giuseppe Cerasoli, ha preso parte il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ANAC Giuseppe Busia che ha evidenziato come l’applicazione della normativa sulla trasparenza e della prevenzione della corruzione debba essere considerata uno strumento per svolgere in maniera più efficiente l’attività istituzionale dell’Agenzia. Il Presidente Busia ha anche presentato la Piattaforma unica della trasparenza e illustrato brevemente i principi guida del nuovo codice dei contratti pubblici. Tema quest’ultimo approfondito nell’intervento dell’Organismo Indipendente di Valutazione Stefano Glinianski.
“L’Agenzia”, ha sottolineato da parte sua il Direttore Vicario Carmenati, “intende continuare ad investire in tutte le azioni necessarie a prevenire il rischio di corruzione perché la correttezza della gestione è fondamentale per mantenere la credibilità della nostra organizzazione nei confronti dei cittadini e dei nostri partner”.
Gli interventi degli altri relatori hanno riguardato le procedure di acquisto all’estero alla luce del nuovo codice dei contratti, il nuovo modello di risk management dell’Agenzia, l’esperienza di IATI e OpenAid per rendere trasparenti i dati relativi agli interventi di cooperazione.
Il RPCT Cerasoli, nel concludere, ha sottolineato l’importanza dei percorsi di innovazione organizzativa in corso, proprio in relazione al nuovo sistema di gestione rischi. “È obiettivo dell’Agenzia accrescere la cultura e le competenze in tema di risk management, per estendere l’analisi dai rischi di corruzione ai rischi inerenti la gestione dei progetti di cooperazione e ai rischi legati al Paese di intervento”, ha affermato Cerasoli.
